domenica 6 settembre 2020

Tenet: riflessioni sul finale in cerca del messaggio del film [SPOILER]

È passata più di una settimana dall'uscita nei cinema di Tenet. Quante volte lo avete visto? Quante volte ne avete parlato? Quante volte avete letto articoli con il titolo Tenet: la spiegazione del film dopo averli cercati su Google?
Ciò che questo articolo si prefigge invece (e che si rivolge a voi che avete visto il film, essendo pieno di SPOILER), è di ragionare su alcuni elementi del finale e capire se ci sia un messaggio nascosto. Anzi, nascosto non è la parola giusta. Seppellito piuttosto, suo malgrado, sotto la coltre di informazioni da assorbire per star dietro tanto a Tenet la spy story, quanto a Tenet la lezione di science-fiction.
È vero che si tratta di un film hollywoodiano di intrattenimento. È vero anche che il livello di coinvolgimento richiesto da Christopher Nolan agli spettatori dei suoi film è alto, e sotto la superficie magari qualcosa giace. Per esempio, il fatto che Tenet sia un film ecologista.

Tenet: la spiegazione del finale

Come finisce il film è chiaro a tutti, giusto? Sator muore, l'algoritmo viene recuperato, il mondo è salvo.
Alla fine capiamo anche che tutta l'operazione è stata organizzata dal Protagonista di alcuni anni nel futuro, dopo aver fondato Tenet e aver reclutato Neil. Quest'ultimo ha dunque viaggiato a ritroso per molto tempo fino ad incontrare la versione del presente del Protagonista, per aiutarlo e sacrificare la sua vita per lui e per la missione. Il Protagonista scopre tutto questo insieme a noi e, giustamente, si interroga: "cambiano le cose se ci comportiamo diversamente?". Essendo all'interno di un paradosso, una risposta non c'è e Nolan fa dire a Neil "è andata come è andata, è un'espressione di fiducia nella meccanica del mondo e non una scusa per non far niente".

Come proseguirebbe dunque il film dopo i titoli di coda? Se nulla deve essere cambiato, Tenet è un loop senza fine? Il Protagonista del futuro ingaggerà sempre Neil per poi organizzare la grande operazione a tenaglia? Sator morirà ogni volta e l'agoritmo sarà sempre recuperato? Se così fosse, entrando in un loop temporale, il futuro in cui la Terra è allo stremo non arriverebbe mai. È questa la salvezza per il mondo?

Oppure, il loop è costituito da un solo anello, un ciclo che si apre e si chiude su una linea temporale (pensate al giro della morte sulle montagne russe). Si va a ritroso, si sistemano le cose e poi si prosegue in un futuro non scritto. Il Protagonista del film è il Protagonista del presente, un presente in cui Sator muore ed è da qui in avanti che gli eventi procedono. In tal caso, il Protagonista potrebbe conoscere Neil in futuro, ma non avrebbe bisogno di reclutarlo perché l'operazione è già stata compiuta e la razza umana avrà una chance per non rovinare il pianeta prosciugandone le risorse.

Può sembrare una chiusura poco soddisfacente per il film, ma la riflessione del regista chiama in causa la domanda esistenziale in cui tutti andiamo a sbattere più o meno forte nella vita: il destino lo subiamo o lo scriviamo? Una risposta non la possediamo.
Quello che abbiamo, secondo Nolan, è il nostro punto di vista, la percezione del tempo e le leggi della natura del pianeta che ci ospita. Sappiamo che invecchieremo e moriremo e, invece di arrovellarci nella ricerca di una spiegazione, di un significato, per quanto disperante questa condizione possa essere, dovremmo avere fiducia in ciò che è immensamente più vasto di noi e che non comprendiamo, arricchendoci nel frattempo di buone esperienze.

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Tenet: la bomba non esplosa

L'ultima battuta del film la dice la voce fuori campo di Neil.

È la bomba che non è esplosa il pericolo che nessuno sapeva fosse reale. Quella è la bomba che può cambiare il mondo.

Nonostante sembri soltanto una frase a effetto, Christopher Nolan dice una inconfutabile verità. La razza umana è vittima del suo ciclo generazionale. Ogni generazione che nasce è come un bambino che impara a conoscere il mondo, le sue regole e come ci si deve comportare. Acquisisce nozioni dalle generazioni adulte, ma non può prescindere dal fare esperienza sulla propria pelle. Sapere che il fuoco brucia non è la stessa cosa di mettere la mano sul fuoco e bruciarsi.
Noi guadagnamo consapevolezza di fronte a ciò che accade e non di fronte a ciò che sarebbe potuto accadere, ma come dice Tenet sono le bombe non esplose quelle che salvano vite, che offrono opportunità per cambiare il mondo. Anche in questo caso Nolan spiega che è il punto di vista a determinare la nostra personale esperienza e suggerisce è di allargarlo, di abituarci a guardare intorno a noi per vedere ciò non è successo e trarne il miglior insegnamento possibile affinché continui a non succedere.
È vero che non c'è risposta al paradosso del nonno, ma Nolan tra le righe dice che il nocciolo della questione non è capire se uccidere il nonno ci impedirà di nascere o no. È non arrivare mai a una condizione in cui doversi porre quella domanda.

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Qui sotto un video sulla lavorazione di Tenet.



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