mercoledì 30 settembre 2020

His House: il trailer ufficiale dell'horror Netflix

Non è facile immaginare da quale tipo di orrori fuggano spesso i rifugiati che cercano una nuova vita in altri paesi, affrontando viaggi terribili e allucinanti nella speranza di un domani migliore. Quel che sappiamo un po' meglio è che spesso, all'arrivo, quel che li aspetta non è il mondo ideale che forse alcuni avevano immaginato.
His House, un film horror che è stato presentato in gennaio al Sundance, e che sarà disponibile in streaming sulla piattaforma di Netflix a partire dal prossimo 30 ottobre, giusto in tempo per festeggiare Halloween, racconta la storia di una coppia di richiedenti asilo che dal Sud Sudan arriva in Gran Bretagna. Lì, mentre cercando con difficoltà di adattarsi a una nuova realtà, tra la diffidenza della gente, viene loro assegnato un alloggio che, per via delle leggi inglesi sull'immigrazione e sull'assegnazione delle case, non possono lasciare per alcun motivo: nemmeno per via del fatto che la casa è infestata da presenze orscure e diaboliche, come ci racconta il trailer ufficiale del film.
Scritto e diretto da Remi Weekes, His House è interpretato da Sopé Dìrísù, Wunmi Mosaku e Matt Smith.

His House: il trailer del film horror su Netflix



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Cinque film in streaming per il centenario della nascita del grande Walter Matthau

Il 1 ottobre 1920 nasceva a New York Walter John Matthow, conosciuto dagli amanti di cinema con il nome di Walter Matthau. Si tratta di uno degli attori più importanti per la definizione dell’idea di “caratterista”, ovvero un interprete che definisce film dopo film un determinato tipo di personaggio e su quello basa la propria carriera. Matthau ha adoperato la sua arte per dar forma al “tipo fisso” scorbutico, facile al sarcasmo, cinico in superficie ma in fondo dal cuore d’oro. Ad avere l’idea di trasformarlo in questo tipo di caratterista non poteva essere che il genio unico di Billy Wilder, il quale affiancandolo a Jack Lemmon ha creato la coppia comica a nostro avviso più efficace della storia del cinema americano. Attraverso cinque film in streaming cercheremo di raccontarvi chi è stato Walter Matthau e quanto sia stato importante per un genere come la commedia

Cinque film in streaming interpretati dal grande Walter Matthau

  • Non per soldi...ma per denaro
  • Fiore di cactus
  • Prima pagina
  • Due sotto il divano
  • Due irresistibili brontoloni

Non per soldi...ma per denaro (1966)

La svolta nella carriera dell’attore arriva quando Billy Wilder gli affida il ruolo dell’avvocato pronto a tutto Willie Gingrich, che vuole sfruttare l’infortunio di suo cognato per fare soldi, anche raggirando la legge. Prima collaborazione con il regista e con Jack Lemmon, Non per soldi...ma per denaro regala a Matthau l’Oscar come attore non protagonista, ma soprattutto gli consegna le chiavi per la sua futura, gloriosa carriera di caratterista. Il film forse più cinico della carriera di Wilder, e proprio per questo perfetto per lanciare la stella di Matthau...Disponibile su NOW TV.

Fiore di cactus (1969)

Commedia sofisticata sui tempi che cambiano, sulla liberalizzazione dei costumi sessuali e sulla ricerca di felicità. Matthau interpreta un dentista donnaiolo con una fidanzata davvero troppo giovane per lui e una segretaria che invece sarebbe perfetta per mettergli la testa a posto. L’attore si confronta con il mito di Ingrid Bergman e con l’astro nascente di Goldie Hawn, che vincerà l’Oscar come non protagonista per il suo brillante ruolo di giovane hippie. Diretto dall’amico Gene Sacks, Fiore di cactus è una commedia a tratti sfrontata, davvero avanti al tempo in cui è stata realizzata. Disponibile su Apple Itunes.

Prima pagina (1974)

Il miglior film del trio Wilder/Lemmon/Matthau, una commedia quasi interamente ambientata nella sala stampa di un penitenziario che riflette su temi ancora oggi attualissimi come ad esempio l’ingerenza del potere sugli organi d’informazione. Matthau interpreta il caporedattore Walter Burns, disposto a tutto pur di ottenere per primo lo scoop, anche se falso o peggio ancora...vero. Prima pagina è una commedia al vetriolo girata e interpretata con la vena corrosiva dei tempi migliori. Un capolavoro che in troppi hanno sottovalutato. Disponibile su Chili, NOW TV.

Due sotto il divano (1980)

Ambientata nel mondo dello spionaggio, Due sotto il divano è il film che regala a Matthau la possibilità di recitare con una delle più grandi attrici di sempre, Glenda Jackson. La coppia funziona a meraviglia in un film a tratti spassoso, scritto con gusto e diretto con stile divertito dallo specialista Ronald Neame. Un piccolo gioiello da gustare con lo spirito dei vecchi tempi, quando la commedia sofisticata era realizzata da artigiani di lusso e caratteristi/artisti di prim’ordine. Tanto per intenderci: nel cast ci sono anche Herbert Lom, Ned Beatty e Sam Waterson. Basta? Disponibile su Amazon Prime Video.

Due irresistibili brontoloni (1993)

Ultimo successo della coppia Lemmon/Matthau, Due irresistibili  brontoloni è l’occasione per vedere i due attori divertirsi ancora una volta a duettare scambiandosi colpi bassi e battute feroci. Un film realizzato con gusto da Donald Petrie che vede l'icona Ann Margret recitare la donna che è fonte di discordia tra i due protagonisti. Non ci si può non divertire vedendo insieme questi attori di classe sopraffina, in una commedia per famiglie che mantiene le promesse e funziona in fondo da degno congedo per una coppia che ha scritto davvero la storia del cinema a caratteri cubitali. Disponibile su Rakuten TV, Chili, Google Play, Apple Itunes.

Ci sarebbero molti altri cult-movie in grado di testimoniare la vena corrosiva e l’arte della recitazione sorniona che Walter Matthau ha portato avanti per decenni. Purtroppo molti di questi titoli non sono disponibili in streaming. Ma se avete occasione di trovare in TV o in DVD film quali La strana coppia, È ricca, la sposo e l’ammazzo, Appartamento al Plaza, Che botte se incontri gli “orsi” oppure Il piccolo diavolo (diretto e interpretato da Roberto Benigni) vi consigliamo di non lasciarveli scappare. 



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Roubaix, Une Lumière

Desplechin firma un polar metafisico che trascende la città e l'affare criminale
* * * 1/2 - (mymonetro: 3,93)
Consigliato: Assolutamente Sì
Regia di Arnaud Desplechin. Con Roschdy Zem, Léa Seydoux, Sara Forestier, Antoine Reinartz, Chloé Simoneau, Betty Cartoux, Jérémy Brunet, Stéphane Duquenoy, Philippe Duquesne.
Genere Drammatico - Francia, 2019. Durata 119 minuti circa.

Un capo della polizia nel nord della Francia cerca di risolvere un caso di omicidio nel quale un'anziana è stata brutalmente assassinata.





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Paradise Hills

Cambiare la mente
* * 1/2 - - (mymonetro: 2,50)

Regia di Alice Waddington. Con Emma Roberts, Danielle Macdonald, Awkwafina, Eiza González, Milla Jovovich, Johnny Melville, Julius Cotter, Jeremy Irvine, Arnaud Valois, Hunter Tremayne, James Giblin, Oliver Ritchie, Eric Goode, Nick Dutton.
Genere Fantasy - USA, 2019. Durata 95 minuti circa.

Uma, la notte del proprio matrimonio, viene portata a letto dal marito che la definisce, con soddisfazione, più ubbidiente che in passato. Due mesi prima la vediamo risvegliarsi su una misteriosa isola dove partecipa suo malgrado a una sorta di programma di rieducazione, che mira appunto a farne una compagna servizievole, oltre che un'esperta nelle “arti femminili” per apparire bella. Uma qui fa amicizia con altre ragazze che condividono la sua sorte, tra cui una musicista e cantante di successo di nome Amarna. Insieme sfideranno le regole della sinistra Duchessa che controlla l'isola e che ha più di un segreto...





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Burraco fatale

Una favola d'amore moderna tutta al femminile
* * - - - (mymonetro: 2,00)

Regia di Giuliana Gamba. Con Claudia Gerini, Angela Finocchiaro, Paola Minaccioni, Caterina Guzzanti, Mohamed Zouaoui, Loretta Goggi, Michela Quattrociocche, Antonello Fassari, Pino Quartullo.
Genere Commedia - Italia, 2019. Durata 90 minuti circa.

Irma, Eugenia, Rina e Miranda sono amiche da sempre e si incontrano tutti i pomeriggi per giocare a burraco, affrontando poi insieme un torneo a settimana. Finalmente arriva l'occasione di alzare il tiro: le quattro amiche parteciperanno in rappresentanza della Regione Lazio al torneo nazionale. Ma quanto il burraco è la loro passione, tanto le loro vite private sono molto meno coinvolgenti: Eugenia è una casalinga sposata ad un uomo senza apparenti qualità al quale è totalmente sottomessa; Rina, notaia, è una scommettitrice cleptomane e patologicamente bugiarda; Miranda, vedova, condivide la casa del defunto marito con una suocera che lei chiama “la iena”; e Irma è sposata a Mario che la tradisce da anni con una giovane arrampicatrice sociale. Burraco fatale racconta la storia delle quattro amiche (più suocera) ma anche quella personale di Irma, che si innamorerà di un giovane marocchino, pienamente ricambiata.





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Genesis 2.0

Le zanne del mammut
* * * 1/2 - (mymonetro: 3,58)

Regia di Christian Frei, Maxim Arbugaev.
Genere Documentario - Svizzera, 2018. Durata 113 minuti circa.

Mare Artico, Isole della Nuova Siberia: una spedizione di soli uomini in arrivo dal Nord della Sasha-Jakuzia si accampa su quella terraferma affascinante e disabitata. Sono cacciatori in cerca delle preziose zanne di mammut da vendere a mille dollari al chilo ai mercanti di avorio cinesi. Nel gruppo, la macchina da presa segue prevalentemente tre personaggi: Peter, cacciatore di zanne, testimone consapevole dell’avidità umana; suo fratello Semyon, direttore del Mammut Museum aperto nel 1991 a Yakutsk, in Siberia, alla ricerca di un esemplare di quella specie estinta che sia conservato così perfettamente da permettere di ricrearne uno in laboratorio. E infine Spira, padre di famiglia che affida a quell’attività la sopravvivenza della propria famiglia. Del resto, se già la scienza è in grado di dare vita a incroci di specie animali (come il “geep”, incrocio tra capra e pecora), perché non tentare? Nel 2013, ci riporta Frei, il ritrovamento è effettivamente avvenuto, e dal cadavere del mammut era addirittura scaturito del sangue, immediatamente salvato in provetta per tentare la clonazione.





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Rocco e i suoi fratelli: il film da vedere e commentare insieme giovedì 1 ottobre con SimulWatch

La visione condivisa di giovedì 1 ottobre organizzata dalla redazione di Comingsoon.it su SimulWatch, la nostra app disponibile gratuitamente su Google Play e App Store, è un celebre melodramma della storia del cinema italiano. Rocco e i suoi fratelli, ispirato ai racconti de Il ponte della Ghisolfa di Giovanni Testori, è un capolavoro diretto nel 1960 da Luchino Visconti. Si tratta di un film d'autore in cerca del grande pubblico e che racconta la storia passionale della famiglia Parondi affondando la narrazione nelle trame della tragedia greca, grazie al lavoro di grandi sceneggiatori: Suso Cecchi D'Amico, Pasquale Festa Campanile, Massimo Franciosa, Enrico Medioli e lo stesso Visconti. Il film è inserito nell'elenco dei 100 film italiani da salvare, ovvero una selezione di "100 pellicole che hanno cambiato la memoria collettiva del Paese tra il 1942 e il 1978".
L'appuntamento per vedere tutti insieme Rocco e i suoi fratelli e commentarlo con amici e familiari, ognuno a casa propria, attraverso la chat di SimulWatch è fissato per giovedì 1 ottobre alle 14:30.

Rocco e i suoi fratelli racconta le vicende della famiglia Parondi che, alla morte del capo famiglia, si trasferisce dalla Lucania a Milano in cerca di fortuna. La madre e i quattro figli raggiungono Vincenzo (Spiros Focas), il maggiore dei fratelli, che si è perfettamente inserito nella borghesia milanese e sta per sposarsi con Ginetta (Claudia Cardinale), anch'ella immigrata con la sua famiglia dal meridione. Sebbene la famiglia di Ginetta non nutra simpatia nei confronti dei nuovi arrivati, Vincenzo non può trascurarli, sentendosi obbligato moralmente ad aiutarli, decide di prodigarsi affinché i fratelli riescano ad ambientarsi nella nuova città. Rocco (Alain Delon), un ragazzo buono e generoso, accetta un lavoro in una lavanderia. Ciro diventa un operaio e trova l'amore in Franca (Alessandra Panaro) mentre Simone (Renato Salvatori) decide di intraprende la carriera pugilistica con lo scopo di raggiungere la fama. Proprio quando tutti sembrano aver trovato il loro posto, l'arrivo dell'avventante prostituta Nadia (Annie Girardot) alimenta nuovi turbamenti.

SimulWatch è la app creata da Coming Soon che è sia motore di ricerca di film all'interno di tutte le piattaforme di streaming legale operanti in Italia, sia una piattaforma attraverso la quale fissare appuntamenti condivisi per la visione di un film e commentarlo attraverso la chat interna con amici, parenti o perfino sconosciuti comodamente dal divano di casa vostra.
Il prossimo appuntamento con la visione condivisa SimulWatch sarà con: Sunshine Cleaning.



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Festival del Cinema Europeo di Lecce 2020: Nel segno di Olivier Assayas e Aldo Fabrizi

Sarà Olivier Assayas il grande protagonista dell'edizione 2020 del Festival del Cinema Europeo di Lecce, che si terrà nella città salentina dal 31 ottobre al 7 novembre. Il direttore Alberto La Monica commenta così l'illustre presenza del regista di Sils Maria, Il gioco delle coppie e Wasp Network: "Sono molto contento che abbia accolto il nostro invito Olivier Assayas, tra i cineasti francesi più sensibili, che ha saputo raccontare storie che hanno sempre un profondo senso del sociale". Assayas riceverà l’Ulivo d'Oro, incontrerà il pubblico e i giornalisti, inoltre i suoi film verranno mostrati nell'ambito di una retrospettiva.

Come annunciato, Il Festival di Lecce ospita anche un omaggio ad Aldo Fabrizi e l'undicesima edizione del Premio Mario Verdone. Quest'ultimo, istituito in accordo con la famiglia Verdone dal Festival del Cinema Europeo, in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia e il Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani, è riservato a un giovane autore italiano che si sia particolarmente contraddistinto nell'ultima stagione cinematografica per la sua opera prima.

La Giuria, costituita da Carlo, Luca e Silvia Verdone, ha scelto tra gli autori selezionati tre finalisti: Phaim Bhuiyan per Bangla, Marco D’Amore per L’Immortale, Roberto De Feo per The nest - Il nido. Quanto al tributo a Fabrizi, A 30 anni dalla sua scomparsa, il Festival ne celebra il talento con una retrospettiva delle opere da lui dirette, una mostra sulla sua arte a cura della nipote Cielo Pessione che comprende fotografie, manifesti, locandine, abiti di scena, sceneggiature, ricette gastronomiche. Non mancheranno la proiezione del film Fabrizi & Fellini: lo strano incontro, in presenza dell'autore Luca Verdone, e un incontro/tavola rotonda moderato da Enrico Magrelli sull'importanza della figura di Fabrizi a cui prenderanno parte diversi addetti ai lavori. Per l'occasione sarà presentato il restauro de La famiglia Passaguai (1951), da Fabrizi diretto e interpretato.

Il Festival di Lecce prevede inoltre cortometraggi, documentari e incontri dedicati alla commedia italiana ed europea con i suoi più significativi personaggi, nonché un concorso di 12 titoli europei che verranno mostrati in anteprima nazionale e concorreranno all’Ulivo d'Oro - Premio Cristina Soldano al Miglior Film Europeo. Ecco l’elenco:

  • Half sister di Damjan Kozole (Slovenia, 2019)
  • Sister di Svetla Tsotsorkova (Bulgaria, Qatar, 2019) Scandinavian SIlence di Martti Helde (Estonia, Francia, Belgio, 2019)
  • Winona di The Boy, nome d’arte di Alexandros Voulgaris (Grecia 2019)
  • La Belle Indifference di Kivanc Sezer (Turchia, 2019)
  • Lara di Jan-Ole Gerster (Germania, 2019)
  • Tench di Patrice Toye (Belgio, 2019
  • Open Door di Florenc Papas (Albania, 2019)
  • County Lines di Henry Blake (UK, 2019)
  • Twelve Thousand di Nadège Trebal (Francia, 2019)
  • Disco di Jorunn Myklebust Syversen (Norvegia, 2019)
  • The Son di Ines Tanovic (Bosnia, Erzegovina, 2019)

Il Festival del Cinema Europeo, ideato e organizzato dall’Associazione Culturale “Art Promotion”, è realizzato dalla Fondazione Apulia Film Commission e dalla Regione Puglia con risorse del Patto per la Puglia (FSC). Si avvale inoltre del sostegno del Comune di Lecce e del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo-Direzione Generale Cinema.



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Belushi: il trailer del documentario Showtime sul mitico John!

Il 5 marzo del 1982, in un bungalow dello Chateau Marmont, si spegneva per sempre quella brillante supernova che era John Belushi, un concentrato di talento ed energia, consumato da una spinta autodistruttiva che ne fece vittima di una fatale overdose. Fu uno shock tremendo per i fan che in tutto il mondo lo avevano adorato in film come Animal House e The Blues Brothers e negli sketch del Saturday Night Live. Sembra impossibile che siano trascorsi più di 38 anni da quella data fatale, in cui lo perdemmo a soli 33 anni. Da allora, libri di memorie (bellissimi quelli della moglie Judy), saggi scandalistici, fumetti e documentari hanno cercato di ricostruirne l'esplosiva ed enigmatica personalità.

Leggi anche I 70 anni impossibili di John Belushi

Adesso tocca ad un altro documentario, intitolato semplicemente Belushi, provare a raccontarcelo. Diretto da R. J. Cutler, dopo la presentazione a numerosi festival, il film sbarca il 22 novembre su Showtime, che, oltre ad offrirci un trailer con immagini inedite, ce lo presenta così:

Un lungometraggio documentario del premiato R.J. Cutler sulla vita troppo breve di John Belushi, un talento unico che ha catturato il cuore e il senso dell'umorismo del pubblico mondiale. Raccontato attraverso audiocassette mai ascoltate, questo film esamina la vita straordinaria di Belushi nelle parole dei suoi collaboratori, amici e famigliari, inclusi Dan Aykroyd, Jim Belushi, Penny Marshall, Lorne Michaels, Carrie Fisher, Chevy Chase, Harold Ramis, Jane Curtin, Ivan Reitman e la fidanzatina del liceo e poi moglie Judy Belushi. Fin dalla sua infanzia a Wheaton, Illinois, John Belushi dimostrò un talento straordinario per la commedia e la musica. Fu una visita al teatro Second City di Chicago a fargli scoprire la sua vera vocazione, e da quel momento John diventò una forza inarrestabile e pionieristica nel mondo della commedia. Dal Lemmings del National Lampoon e da Radio Hour a membro fondatore del cast del Saturday Night Live, la sua insaziabile ambizione fece bruciare la sua candela da entrambe le estremità. John appariva ogni sabato sera al SNL mentre girava Animal House e formava una band, The Blues Brothers. Come risultato, all'età di 30 anni Belushi era nello show televisivo di maggior successo, aveva girato una commedia campione d'incassi ed era al primo posto con un album nelle classifiche mondiali dei dischi. Ma con la fama crescente crebbero anche i suoi demoni e nemmeno Judy potè salvarlo dall'abuso di droga che alla fine lo avrebbe ucciso. Questo film cattura la complicata e singolare essenza di un'amata icona americana che ha cambiato per sempre la cultura e la commedia.


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Caro Diario di Nanni Moretti torna al cinema in versione restaurata

Per Tre piani dovremo ancora attendere a lungo, ma i fan di Nanni Moretti non disperino: torna infatti nelle sale il 12 ottobre, in un nuovo restauro 4K, Caro Diario, il film che valse a Moretti il premio per la miglior regia al Festival di Cannes nel 1994, presentato dalla Cineteca di Bologna nell’ambito del progetto Il Cinema Ritrovato. Al cinema, per la distribuzione dei classici restaurati.
Il film è stato restaurato in 4K da StudioCanal e dalla Cineteca di Bologna al laboratorio L’Immagine Ritrovata.

Caro diario, uno dei film più noti e amati di Moretti, è diviso in tre capitoli autonomi e complementari (In vespa, Isole e Medici).
Per Nanni Moretti fu un punto di svolta: dopo la crisi ideologica di Palombella rossa, il regista abbandonò il suo alter ego Michele Apicella per portare sullo schermo se stesso, senza filtri, dalle gite in vespa nella Roma agostana e deserta fino alla sua, reale, malattia. Un’autobiografia profondamente collettiva, dove le ossessioni personali del regista – il passato, le case, il ballo, i (cattivi) critici… – si fondono con quelle di un paese intero, incapace di ricordare, di comunicare, di ascoltare, di capire. Divertentissimo, colmo di indimenticabili tormentoni morettiani, ma capace anche di momenti di autentica commozione (la lunga scena del pellegrinaggio verso il luogo dove morì Pasolini).



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La forma dell'acqua: storia, autori e successi del film premio Oscar

La forma dell'acqua è un film che ha dato molte soddisfazioni al suo autore Guillermo del Toro e ai suoi attori, tra cui Sally Hawkins, Richard Jenkins e Michael Shannon. Riprendiamo in considerazione quest'opera nei suoi elementi chiave, partendo dalla storia assai bizzarra che racconta.

La forma dell'acqua, la trama del film di Guillermo del Toro

1963, piena Guerra Fredda. Addetta alle pulizie in un laboratorio segreto, la muta Elisa sembra aver appeso al chiodo ogni aspettativa sull'esistenza, rassegnata alla sua diversità. Il caso mette lei e la collega Zelda (Octavia Spencer) sulla strada di un curioso essere, una sorta di creatura anfibia dall'aspetto umano, tenuta prigioniera in una vasca. C'è qualcosa di indescrivibile che lega Elisa al "mostro", ma l'improbabile legame tra i due dovrà sbocciare mentre il violento colonnello Strickland (Shannon), responsabile del centro, è molto interessato a sondarne tutte le capacità. Elisa avrà pochi alleati al suo fianco, ma di certo tra loro c'è il vicino di casa Giles (Richard Jenkins) che, da omosessuale in un'epoca complessa, vive le difficoltà della diversità. L'incredibile storia d'amore tra Elisa e l'anfibio essere (recitato da Doug Jones) avrà un valore simbolico per molti.

La forma dell'acqua, i premi vinti dal film di Guillermo del Toro e i suoi incassi

La forma dell'acqua è stato letteralmente coperto di premi, tra i più prestigiosi. D'altronde il film di Guillermo del Toro cominciò il suo viaggio al Festival di Venezia, dove vinse il Leone d'Oro nel 2017. Era appena l'inizio, perché la fiaba gotica e visionaria nel 2018 portò a casa due Golden Globe, per la migliore regia e la migliore colonna sonora (di Alexandre Desplat), preludio al trionfo degli Oscar: l'Academy premiò il lungometraggio con quattro statuette, quelle per miglior film, regia, musiche e production design (sommariamente tradotto in italiano con "scenografia"). Aveva nel frattempo rastrellato nomination anche per attrice protagonista, attore e attrice non protagonisti, sceneggiatura, fotografia, costumi, montaggio, mix del suono e montaggio del suono.
Costato sui 20 milioni di dollari, La forma dell'acqua ne ha portati a casa oltre 195: cifra bassa in ordine assoluto, ma piuttosto alta rapportandola al budget e considerando che si parla pur sempre di un film autoriale non basato su alcun franchise.

La forma dell'acqua, le nostre interviste al regista Guillermo del Toro e all'attore Richard Jenkins

In occasione dell'uscita di La forma dell'acqua, avemmo modo di intervistare il suo regista Guillermo del Toro e l'interprete Richard Jenkins, uno degli attori meno noti al grande pubblico eppure fondamentale per il cinema americano d'autore. Del Toro ci spiegò come il suo film fosse un omaggio al cinema hollywoodiano, "mix di melodramma e commedia, thriller e musical", mentre Jenkins sottolineò come fosse stato felice di interpretare un uomo reale, non uno stereotipo: "con speranze e sogni, paure e segreti." Ecco il video delle nostre interviste.





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I predatori: il trailer della commedia esordio alla regia di Pietro Castellitto, sorpresa italiana a Venezia 2020

Un cinema italiano molto giovane si affaccia con convinzione. Dopo i notevoli risultati dei fratelli D'Innocenzo, arriva ora l'esordio di un loro amico e sodale creativo, Pietro Castellitto, al quale non mancno imprevedibilità, talento e personalità, come ha dimostrato nei suoi ruoli come caratterista, ma soprattutto con I predatori, la sua opera prima in uscita il 22 ottobre al cinema, di cui vi presentiamo il trailer, che è stata la sorpresa italiana del Festival di Venezia 2020, dove ha ottenuto il premio per la miglior sceneggiatura nella sezione Orizzonti

Insieme a Pietro Castellitto stesso, ne I predatori troviamo fra gli interpreti Massimo Popolizio, Manuela Mandracchia, Giorgio Montanini, Dario Cassini, Anita Caprioli e, in un piccolo ruolo molto riuscito, Vinicio Marchioni.

La trama de I predatori

È mattina presto, il mare di Ostia è calmo. Un uomo bussa a casa di una signora: le venderà un orologio. È sempre mattina presto quando, qualche giorno dopo, un giovane assistente di filosofia verrà lasciato fuori dal gruppo scelto per la riesumazione del corpo di Nietzsche. Due torti subiti. Due famiglie apparentemente incompatibili: i Pavone e i Vismara. Borghese e intellettuale la prima, proletaria e fascista la seconda. Nuclei opposti che condividono la stessa giungla, Roma. Un banale incidente farà collidere quei due poli. E la follia di un ragazzo di 25 anni scoprirà le carte per rivelare che tutti hanno un segreto e nessuno è ciò che sembra. E che siamo tutti predatori.

Leggi anche La recensione de I predatori di Pietro Castellitto

Il trailer 



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Il Cinema Ritrovato: 'Caro diario'

Dal 12 ottobre nelle sale italiane in un nuovo restauro 4K il film che valse a Moretti il premio per la miglior regia al Festival di Cannes nel 1994.  Al Lumière, dal 7 ottobre, tutti i lunedì e i martedì del mese.

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Nanni Moretti a Bologna per il restauro di 'Caro diario'

Sabato 10 ottobre, doppia anteprima bolognese al Cinema Arlecchino (ore 19 e 22) alla presenza del regista.

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Padrenostro apre il Festival del Cinema Italiano a San Vito Lo Capo

Ottobre è alle porte e mentre la stagione turistica sta allentando la presa su San Vito Lo Capo, nonostante la cittadina siciliana rimanga particolarmente attraente per clima e bellezza naturale, il Festival del Cinema Italiano apre le danze. Ieri sera all'inaugurazione ospiti ed invitati sono stati accolti con un bridisi di benvenuti sullo sfondo del sole calante. Fino a sabato 3 ottobre il Teatro Comunale "Frate Anselmo Caradonna" sarà il cuore pulsante della manifestazione, aperta a tutti gratuitamente previa prenotazione sul sito ufficiale festivaldelcinemaitaliano.com, dove è presente anche il programma di incontri e proiezioni. E a proposito di film, è stata l'opera dello sceneggiatore e regista Claudio Noce a dare il via al festival.

Padrenostro, attualmente in programmazione nelle sale grazie a Vision Distribution dopo la presentazione alla Mostra del Cinema di Venezia, è ispirato a fatti realmente accaduti alla famiglia del regista. È il 1976 quando il vicequestore Alfonso Noce subisce un attentato da parte dei Nuclei Armati Proletari in cui perdono la vita un agente di polizia e un terrorista.
Il film parte da qui e focalizza l'attenzione sul figlio di 10 anni, raccontando i mesi che seguirono dal suo punto di vista. Claudio Noce era il figlio più piccolo e "il film è una lettera per mio padre che non ho avuto coraggio di spedirgli per tanti anni" dice il regista, presente a San Vito Lo Capo per accompagnare il suo lavoro. "Spero che questa lettera abbia parole universali, che vi arrivi e vi emozioni" continua Noce, spiegando che gli ci è voluto un po' di tempo prima di capire che il modo migliore di raccontare questo trauma era attraverso l'esperienza vissuta da suo fratello maggiore che aveva 12 anni. Il regista ha voluto portare l'attenzione su quella che lui chiama "la generazione degli invisibili", i figli degli anni di piombo, di coloro che combattevano una guerra di cui i bambini non comprendevano il motivo.
Pierfrancesco Favino ha prodotto il film interpretando anche il vicequestore Noce, ruolo che gli è valso la Coppa Volpi a Venezia.

Allestita dall'organizzazione del Festival con un sistema di proiezione e di diffusione audio di altà qualità, la sala del Teatro Comunale è stata anche battezzata dal primo membro della giuria giunto in Sicilia. Matilde Gioli descrive come un'apertura del cuore il suo arrivo a San Vito Lo Capo e "cercherò di godermi questa settimana di cultura e di arte di questa manifestazione di cui il cinema ha bisogno". L'attrice ringrazia e sottolinea il calore e la genuinità con cui è stata accolta.

Festival del Cinema Italiano: il programma di oggi mercoledì 30 settembre

  • 14:30 - 15:30 presentazione e proiezione cortometraggi
    - Il ricordo di domani
    - U'sarcinale
  • 15:30 - 17:30 convegno cinema
    Il mio Albertone, a cent'anni dalla nascita di Alberto Sordi
  • 17:30 - 18:30 presentazione e proiezione documentario
    La lunga rotta
  • 18:30 - 20:00 convegno ambiente
    Gli oceani serbatoio di vita e ossigeno per il pianeta
  • 20:30 - 00:30 presentazione e proiezione film
    - Semina il vento
    - Il regno

Qui sotto il video ufficiale dell'inaugurazione del Festival del Cinema Italiano. Più in basso il trailer di Padrenostro.



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Mank: nuove foto del film con Gary Oldman che senza trucco all’inizio è impazzito

Il film per cui Gary Oldman ha vinto l'Oscar, L'ora più buia, è anche quello per cui è diventato più irriconoscibile, dovendo assomigliare a Winston Churchill. Il trucco, tanto noioso da "portare", avrà certamente reso noiose le giornate dell’attore, ma è stato anche una sicurezza in cui rifugiarsi, il viatico per la piena aderenza al ruolo. Forse è per questo che, quando David Fincher ha detto a Oldman che in Mank doveva apparire come si svegliava ogni mattina, il Dracula di Francis Ford Coppola ha avuto un brutto quarto d'ora. Lui stesso ha raccontato il terribile momento in un'intervista rilasciata a Empire. "Ho pensato: maledizione!" - ha detto. "Non ricordo l'ultima volta in cui è successo. Ho sempre avuto qualcosa sulla faccia! Ho pensato: non ne so niente. Non sembro affatto Mank. C'è una somiglianza fra Tom Burke e Orson Welles e Amanda Seyfried ricorda Marion Davies, e Charles Dance ha un pallido trucco che lo rende simile a William Randolph Hearst. Ma io non avevo nulla a cui aggrapparmi. Ma poi, quando abbiamo cominciato, ho pensato: Dave aveva ragione. Niente trucchi. Niente di niente. Soltanto: eccomi qua. Mi sono buttato".

Gary Oldman al naturale appare in alcune nuove foto di Mank pubblicate proprio da Empire. La più bella ci mostra Oldman e Fincher sul set. Va detto che il bianco e nero è bellissimo e che aspettiamo con ansia la nuova fatica del regista di The Social Network, che narra la vera storia del famoso sceneggiatore Herman Mankiewicz e ruota intorno alla realizzazione del suo film più rinomato: Quarto potere. Il film racconta anche la Hollywood della Golden Age.

Nel cast di Mank ci sono anche Lily Collins, Arliss Howard, Tom Pelphrey, Sam Troughton, Ferdinand Kingsley, Tuppence Middleton, Tom Burke, Joseph Cross, Jamie McShane, Toby Leonard Moore e Monika Gossmann, e la data d'uscita ufficiale, inizialmente prevista durante l'autunno 2020, non è ancora stata annunciata.



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The True Adventures of Wolfboy: Jaeden Martell ragazzo lupo nel trailer del film

"Questo è un film per ogni ragazzo che si sia sentito emarginato", scrive un critico americano di The True Adventures of Wolfboy, e quale adolescente non si è mai sentito fuori posto, diverso, sbagliato, addirittura un mostro? Parlerà dunque a molti il film con Jaeden Martell che in America esce solo on demand il 30 ottobre e di cui è stato diffuso il trailer.

Diretto da Martin Krejici alla sua opera prima, questo film, che a giudicare dalle immagini sembra davvero originale, tenero e divertente, vede al fianco del protagonista anche due attori famosi come Chloe Sevigny (la madre) e John Turturro nei panni dell'eccentrico proprietario di un circo di freak, o sideshow. Gli altri attori sono Chris Messina, Eve Hewson, Michelle Wilson, Stephan McKinley Henderson e Sophie Giannamore. Questa, invece, la trama:

Paul è nato con una malattia conosciuta come ipertricosi congenita, vale a dire una crescita esagerata dei peli sul volto e sul corpo. Non è il primo uomo lupo o uomo cane a soffrirne, come venivano chiamate queste persone esibite nei circhi nell'Ottocento e anche oltre. Per il suo tredicesimo compleanno, a Paul viene data una mappa che gli mostra un posto in cui può trovare risposte sulla sua provenienza e sul suo aspetto. Il ragazzo parte dunque in un viaggio in cui incontra vari personaggi e impara a non nascondersi.


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Holidate: Emma Roberts trova un fidanzato per le feste nel trailer del film

C’è una commedia targata Netflix che parla di festività, ma che invece di debuttare sulla piattaforma streaming a Natale, arriva a ridosso di Halloween, e cioè il 28 di ottobre. Si intitola Holidate, una parola composta da holiday (vacanza) e date (in questo caso fidanzato). L'holidate è quindi la persona che si fa passare per la propria dolce metà quando ci sono ricorrenze che coinvolgono familiari e amici.

La protagonista della rom com Holidate è una giovane donna in carriera a cui la madre vorrebbe ad ogni costo vedere accanto un uomo, allora lei si trova un presunto boyfriend da portarsi dietro a Natale, a Pasqua e così via e crede di aver risolto il problema. Peccato che, come ci insegna Harry, ti presento Sally, quando fra due amici c'è l'attrazione fisica, è molto difficile che non ci scappi l'amore, o almeno il sesso.

La protagonista femminile di Holidate è la deliziosa Emma Roberts, che abbiamo amato moltissimo in American Horror Story e Scream Queens. Al suo fianco troviamo Luke Bracey. Ci sono poi Andrew Bachelor, Jessica Capshaw, Manish Dayal, Alex Moffat, Jake Manley, Cynthy Wu, Frances Fisher e Kristin Chenoweth. La regia, invece, è di John Whitesell, a cui dobbiamo FBI: Operazione Tata.

Di Holidate è appena uscito il trailer. E’ tutto per voi, dopo la sinossi ufficiale.

Sloane (Emma Roberts) e Jackson (Luke Bracey) odiano le vacanze. Si ritrovano costantemente single, seduti al tavolo dei bambini o incastrati con improbabili pretendenti. Ma quando questi due sconosciuti si incontrano in occasione di un Natale particolarmente sfortunato, fanno un patto e diventano fidanzati per le festività dell’anno a venire. Con un reciproco disprezzo per le feste e la certezza di non nutrire un interesse romantico reciproco, formano una squadra perfetta. Però, mentre un anno di assurde celebrazioni volge al termine, Sloane e Jackson  scoprono che condividere tutto ciò che odiano potrebbe trasformarsi in una cosa che inaspettatamente amano.



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Burraco fatale: nel grande gioco della vita il principe azzurro gira in Ape

Il cinema americano è pieno di film che parlano di amicizia femminile e di due, tre, o quattro donne che, unendo le forze, spaccano il mondo o lasciano il segno. Vale anche per le serie tv vecchie, nuove e nuovissime, e il primo esempio che viene in mente è l'intramontabile Sex and The City, in cui quattro giovani donne di Manhattan si scambiavano confidenze sulla propria vita sessuale sorseggiando cosmopolitan e facendo shopping come se non ci fosse un domani. Due donne hanno gridato al mondo la propria ribellione e festeggiato un inaspettato status da fuorilegge in Thelma & Louise di Ridley Scott, e tre signore non più giovanissime hanno unito le forze dopo esser state preferite dai mariti per fanciulle di più tenera età ne Il club delle prime mogli. E che dire, tanto per parlare di serie tv cult, di Jane Fonda e Lily Tomlin in Grace e Frankie? Insuperabili!
Passando al cinema italiano più recente, Michela Andreozzi ha riunito quattro indomite rapinatrici in Brave Ragazze, mentre Giorgia Farina, nella commedia nera Amiche da morire, ha raccontato di tre donne, una pistola e un cadavere di cui sbarazzarsi. Una delle protagoniste del film era Claudia Gerini, che ritroviamo nel buddy-movie al femminile Burraco fatale, che riporta alla regia di un lungometraggio Giuliana Gamba, che ha iniziato a fare cinema quando in Italia le registe si contavano sulle dita di una mano.
All'attrice che ci ha fatto ridere per la prima volta, nel lontano 1995, dicendo: "Lo famo strano?" in Viaggi di nozze di Carlo Verdone, la Gamba ha affiancato Paola Minaccioni, Caterina Guzzanti e Angela Finocchiaro. Le fab four interpretano Irma, Eugenia, Miranda e Rina, quattro signore borghesi che si vedono una volta a settimana per giocare a Burraco al grido "Come quando fuori piove". Mentre Irma crede di aver incontrato l'uomo della sua vita, l'allegra brigata viene invitata a partecipare al torneo nazionale di Burraco, che si tiene in un lussuoso hotel con SPA in cui non mancano tisane drenanti e ospiti alquanto pittoreschi.

Maestre di comicità

Burraco fatale è la dimostrazione che non solo quattro donne sono perfettamente in grado di reggere sulle proprie spalle un film (non avevamo dubbi), ma anche che possono tranquillamente far ridere, ciascuna con il proprio stile. Angela Finocchiaro, per esempio, è irresistibile nella sua sbadataggine e con la sua aria stralunata, mentre Caterina Guzzanti è cinica e mordace. Paola Minaccioni ha una comicità sia fisica che verbale e a lei Giuliana Gamba e Francesco Ranieri Martinotti affidano le battute forse più buffe del film, fra cui "Se aspetto un altro po’ entro in menopausa". Poi c’è Loretta Goggi, nei panni della suocera impicciona. Il suo personaggio appartiene a un'altra generazione, forse più serena, più risolta e più sicura di sé, perché a ben guardare, con l'eccezione forse di Miranda, le girls di Burraco fatale hanno, ahinoi, grandi fragilità. Sono vittime di loro stesse e delle loro scelte sbagliate, chi di un'indipendenza di facciata che nasconde una profonda solitudine, chi di un rapporto di sudditanza con un marito traditore seriale oppure ansioso di tornare a casa la sera e trovare la cena pronta e cucinata a puntino. A metà fra gli angeli del focolare di una volta e le giovani virago intraprendenti di oggi, le campionesse regionali di Burraco sono creature squisitamente contemporanee, ma nello stesso tempo hanno dalla loro lo spaesamento, la malinconia e perfino il cinismo e l'amarezza di tanti protagonisti maschili della grande commedia all'italiana, solo che per farsi strada in un mondo che le considera ancora il sesso debole, devono lottare di più, o addirittura fingersi ciò che non sono o che non corrisponde ai loro desideri più intimi.

Il principe azzurro

Il guaio di Irma la dolce, Rina la maniaca del fantacalcio, Miranda la ricca signora ed Eugenia la reginetta goffa degli elettrodomestici è che, quando erano delle bambine con il grembiulino o delle ragazzette con le trecce, hanno creduto, chi più chi meno, nel principe azzurro. Oltre a loro, va detto, anche i tre quarti della popolazione femminile delle terre emerse ci ha creduto. Per questo il sottotitolo, un po’ ironico, di Burraco fatale è Ogni donna cerca il principe azzurro possibilmente single, e per questo Irma, che pure ha tante risorse interne, in primis l'amore per la musica e la capacità di insegnarla, precipita in un gorgo di disperazione quando un avvenente ragazzo marocchino dagli occhi azzurri la delude. Eugenia, dal canto suo, è convinta di non poter trovare nulla di meglio dell'omino comandino che non le permette di abbandonare il suo status di Cenerentola. Giuliana Gamba non assicura un lieto fine a tutte le sue fanciulle. Ci spiega, con il film, che l'amicizia è una grande risorsa e una soluzione alle piccole tragedie, soprattutto se condita con l'ironia e l'autoironia. Pur essendo una storia inventata, Burraco fatale è vero come la vita, dove, al contrario di quanto succede nelle favole, bisogna scendere a compromessi. L’importate è che i compromessi non siano con noi stessi. Fra l'esistenza che desideravamo e quella che ci è toccata in sorte può esserci insomma una differenza, uno scarto, però è necessario continuare a lottare per far avverare i nostri sogni.

La provincia e le seconde possibilità

E' giusto definire Burraco fatale come un film sulle seconde possibilità? In un certo senso sì, perché per Irma non tutto è perduto. Ciò non significa, come appena detto, che Burraco fatale sia un feel good movie nel senso assoluto del termine. Certo, ha la leggerezza necessaria a una commedia, e per questo l'unico principe azzurro realmente esistente, e che, guarda caso, arriva da un paese lontano, si sposta con l'Ape. Attenzione: qualcuno semplifica troppo quando parla della religione di Mr. Right e di una cultura che accetta la poligamia. Fra uno scherzo e un equivoco, Giuliana Gamba sta bene attenta a raccontare la piccola provincia con i suoi pregiudizi, e i panni sporchi lavati rigorosamente dentro alle case finché non ci si mettono i social. Anzio, dove la vicenda si svolge, è un paese piccolo in cui la gente mormora, un Hysteria Lane e dove le casalinghe non sono poi così disperate ma ostentano una civetteria old fashion. Al posto delle villette qui ci sono i palazzetti dai colori pastello, ma dietro alla quiete apparente possono nascondersi turbamenti e scandali, e loschi figuri come il personaggio di Pino Quartullo che dopo 20 anni di matrimonio non sa ancora dove stanno pentole e posate.

Interpretato anche da Mohamed Zouaoui e da Luis Molteni, Burraco Fatale arriva in sala il 1° ottobre distribuito da Fenix Entertainment, che produce insieme a Rai Cinema e a Morocco Movie Group. Per andarlo a vedere non è necessario saper giocare a Burraco. Basta un po’ di voglia di lasciarsi andare a divertimento e a sogni ad occhi aperti.



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I Croods 2, ecco i doppiatori italiani dei nuovi personaggi: ci sono Virginia Raffaele e Alessandro Gassmann!

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Firestarter: Zac Efron nel remake di Fenomeni paranormali incontrollabili

A due giorni dal quarantesimo anniversario del romanzo di Stephen King "L'incendiaria", arriva la notizia che nel cast della sua nuova versione cinematografica, che poi è il remake di Fenomeni paranormali incontrollabili, ci sarà Zac Efron. Come sappiamo, il film, che si intitola Firestarter, è targato Universal, Weed Road e soprattutto Blumhouse, che ha messo a disposizione de rifacimento uno dei suoi sceneggiatori di punta: quel Scott Teems che ha scritto il copione di Halloween Kills e che pare abbia avuto l'approvazione di King. La regia, come sappiamo, è di Keith Thomas, che ha diretto l'inquietante e notevole The Vigil.

La parte di Zac Efron in Firestarter sarà quella del padre della piccola protagonista, una bambina che sviluppa abilità psicocinetiche ed è capace di provocare incendi col pensiero, e che viene rapita da un'agenzia governativa segreta. Nel film del 1984 il ruolo era stato ricoperto da David Keith.

Forse qualcuno obietterà che Zac, che per noi è ancora il ragazzino di High School Musical, è troppo giovane per fare il papà, ma l'attore ha 33 anni e Drew Barrymore ne aveva solo 8 quando capitanò il cast di Fenomeni paranormali incontrollabili. E poi Efron ha da poco accettato di interpretare uno dei tre genitori per caso del remake di Tre scapoli e un bebè.

Non è la prima volta che l'attore si accosta a una storia cupa e spaventosa. In Ted Bundy - Fascino Criminale ha magnificamente impersonato un serial killer USA anni ’70. Al momento non sappiamo quando cominceranno le riprese di Firestarter.



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The Suicide Squad, il vero motivo per cui Harley Quinn alias Margot Robbie è rimasta nel cast del sequel

Nel nuovo The Suicide Squad - Missione suicida di James Gunn, in uscita nell'estate 2021, ci sarà ancora Margot Robbie nei panni di Harley Quinn: in effetti Harley è una delle poche presenze riconfermate dal primo e criticatissimo Suicide Squad del 2016 di David Ayer. Un fan ha suggerito che la sua presenza sia stata imposta a Gunn, anche sceneggiatore, dai piani alti della Warner Bros: in fondo Harley Quinn è un elemento di marketing molto potente, tanto da aver generato persino lo spin-off di Birds of Prey. James Gunn non è un autore che usa giri di parole, tanto che la sua parlantina gli è costata per un periodo l'allontamento dalla saga di Guardians of the Galaxy della Disney / Marvel. A precisa domanda: "Harley c'è perché lo voleva la Warner?", James sui social ha risposto non diplomaticamente.

Ma non dire cazzate, è forse il mio personaggio preferito della DC. E Margot Robbie è forse tra le migliori attrici con cui abbia mai lavorato.

Chiaro e tondo. Da notare che in originale Gunn usa il termine "actor", che definisce in generale la professione, senza declinazione di genere, quindi James sta effettivamente dicendo che Margot Robbie svetta tra tutti i professionisi con cui abbia mai lavorato. Un'opinione che non è solo sua, d'altronde Margot ha al suo attivo già due nomination all'Oscar, per Tonya e Bombshell (migliore protagonista e migliore non protagonista), e da qualche anno è anche coproducer di diversi film che interpreta.
Per la cronaca, tra i personaggi / attori che tornano in The Suicide Squad - Missione suicida dopo il precedente Suicide Squad, oltre a Harley Quinn, ci sono Amanda Waller (Viola Davis), Captain Boomerang (Jai Courtney) e Rick Flag (Joel Kinnaman). Leggi anche James Gunn sul suo licenziamento: "Il giorno più drammatico della mia vita"



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Il processo ai Chicago 7

Aaron Sorkin racconta un pezzo di storia americana

Regia di Aaron Sorkin. Con Sacha Baron Cohen, Joseph Gordon-Levitt, Frank Langella, Eddie Redmayne, Mark Rylance, Jeremy Strong, Yahya Abdul-Mateen II, Michael Keaton, John Carroll Lynch, Alex Sharp, Seth Rogen, Jonathan Majors.
Genere Drammatico - USA, 2020. Durata 129 minuti circa.

Vari esponenti della controcultura giovanile di sinistra vengono scelti, letteralmente, come capro espiatorio per la violenta repressione delle proteste avvenute durante la convention democratica di Chicago del 1968. Con loro viene incredibilmente accusato anche Bobby Seale, co-fondatore del movimento delle Pantere Nere, che a Chicago era stato solo per quattro ore quel giorno. Grazie alle testimonianze di un gran numero di infiltrati nella protesta, si cerca di pilotare il processo verso la condanna, ma il giudice è così di parte e propenso a bizzarre decisioni da sollevare sempre più dubbi sulla regolarità del processo.





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Paradise - Una nuova vita

Una vicenda tragicomica

Regia di Davide Del Degan. Con Vincenzo Nemolato, Giovanni Calcagno, Branko Zavrsan, Selene Caramazza, Andrea Pennacchi, Katarina Cas, Claudio Castrogiovanni, Domenico Centamore, Lorenzo Acquaviva, Claudio Vasile Cozzo.
Genere Commedia - Italia, 2020. Durata 85 minuti circa.

Calogero è un uomo ordinario che ha fatto una scelta straordinaria. Siciliano, venditore di granite, un giorno assiste ad un omicidio di mafia e decide di fare qualcosa che non tutti avrebbero il coraggio di fare: testimoniare. Ed è così che Calogero viene impacchettato e spedito, sotto il programma protezione testimoni, nel posto più lontano dalla Sicilia: tra le montagne del Friuli, a Sauris, un villaggio di gente ospitale, ma che lui fa fatica a capire. Calato in una realtà completamente diversa così distante da tutto ciò che ama, tra le nevi e nessuno a cui vendere granite, Calogero si ritrova solo, perso, spaesato.





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Ritorno al Futuro IV: quando Christopher Lloyd disse a un fan: non se ne parla!

C'era un tempo, non troppo lontano dal nostro, in cui non si facevano continuamente reboot e remake e le trilogie restavano trilogie senza necessariamente trasformarsi in quadrilogie e pentalogie. Erano gli anni della saga di Ritorno al Futuro, che nessuno ha mai voluto proseguire all'infinito spremendo l'argomento viaggi a spasso nel tempo a bordo della DeLorean. Ma chi privò veramente  fan della serie della speranza di un proseguimento delle avventure di Marty McFly? Christopher Lloyd alias Emmett L. "Doc" Brown.

A raccontarlo è stata Claudia Wells, che interpretava la ragazza di Marty nel primo film. Ricordando un evento organizzato per gli appassionati della trilogia, l'attrice ha raccontato quanto segue: "Bob Gale è sempre stato irremovibile quando diceva che non ci sarebbe stato un Ritorno al Futuro 4. Una volta Christopher Lloyd ed io stavamo parlando con il pubblico di un cinema dove avevano proiettato Ritorno al Futuro. Uno degli spettatori era un fan aveva girato un video diventato poi virale su Youtube: Brokeback to The Future. Chris lo guardò e gli disse: 'Il tuo video è l'unico Ritorno al Futuro 4, perché non ce ne saranno altri. Tutti dicono di no'".

Ora, Christopher Lloyd sarà pure stato drastico e diretto, ma con questa sua dichiarazione voleva probabilmente solo ribadire un concetto espresso tanto dal produttore Bob Gale quanto dal regista Robert Zemeckis, che continua a ripetere che, finché avrà fiato dei polmoni, non permetterà a nessuno di toccare il franchise con protagonista Michael J. Fox. Ciò significa che, per rivivere la magia dei tre film, usciti nell'85, '89 e '90, non si può fare altro che rivederli, o al limite guardare il video della reunion virtuale organizzata da Josh Gad lo scorso mese di maggio. O anche godersi il sopracitato video Brokeback to the Future, che poi è un omaggio alla trilogia.



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martedì 29 settembre 2020

Borat 2 in streaming su Amazon Prime Video prima delle elezioni americane

Come vi abbiamo raccontato nel corso delle ultime settimane, Sacha Baron Cohen ha girato in gran segreto, e in tutta fretta, un sequel di Borat, il film del 2006 nel quale l'attore interpretava il ruolo di Borat Sagdiyev, un immaginario giornalista televisivo kazako che, con i suoi comportamenti eccessivi e sessualmente espliciti, risultava tanto imbarazzante quanto esilarante nel modo in cui metteva a nudo le tantissime ipocrisie del mondo contemporaneo.
Il titolo completo di Borat 2, svelato negli ultimi giorni è lunghissimo (Borat: Gift of Pornographic Monkey to Vice Premiere Mikhael Pence to Make Benefit Recently Diminished Nation of Kazakhstan, e cioè, all'incirca, "Borat: il dono di una scimmia pornografica al vice premiere Mikhael Pence a beneficio della recentemente sminuita nazione del Kazakistan") ma svelava nel riferimento all'attuale vice-presidente degli Stati Uniti una probabile satira politica che ha direttamente a che fare con quanto è avvenuto di recente e sta avvenendo negli USA.

A conferma della presunta presa di posizione politica di Baron Cohen (che è bravissimo protagonista, nei panni di Abbie Hoffman, anche di Il processo ai Chicago 7, il film di Aaron Sorkin che è da oggi in alcune selezionate sale italiane e che dal 16 ottobre sarà disponibile su Netflix), ecco arrivare da oltreoceano la notizia per cui Amazon Studios ha acquisito i diritti di distribuzione del film, e che l'intenzione della dirigenza di Amazon e di Baron Cohen sarebbe quella di rendere Borat 2 disponibile in streaming su Amazon Prime Video in 240 paesi entro la fine di ottobre, e quindi a ridosso del 3 novembre, di quell'election day in cui si deciderà se sarà Donald Trump o Joe Biden il nuovo Presidente degli Stati Uniti d'America.

Leggi anche La recensione di Il processo ai Chicago 7

Secondo alcune indiscrezioni, in Borat 2 il personaggio di Baron Cohen sarebbe convinto di essere diventato una star internazionale dopo il successo del fillm del 2006, e si muove quindi in incognito partecipando a riunioni e intervistando persone in incognito. Facile immaginare, quindi, che nel film ci saranno alcuni recenti stunt effettuati da Baron Cohen sul suolo americano, come l'aver preso parte a un raduno di estremisti di destra e aver convinto i partecipanti a cantare canzoni razziste assieme a lui, o aver tentato di intervistare Rudy Giuliani indossando un bikini rosa, o aver postato su Tik Tok (il social odiato da Trump) un video nei panni di Borat.



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Perché Jennifer Aniston aveva pensato di smettere di recitare

Sembra incredibile ma quest'anno è il trentesimo della carriera di attrice di Jennifer Aniston, che festeggia l'anniversario con un ruolo molto apprezzato nella serie con Reese Witherspoon, di cui le due sono anche produttrici, The Morning Show su Apple TV+.  Nonostante la sua enorme popolarità presso il pubblico fin dai tempi di Friends, Aniston ha però rivelato, mentre partecipava ad un podcast con i colleghi Jason Bateman, Sean Hayes e Will Harnett, che poco tempo ha aveva pensato di farla finita con la recitazione.

"Devo dire - queste le sue parole - che negli ultimi due anni mi è venuto questo pensiero, e non era mai successo prima. Prima di The Morning Show, è successo dopo un lavoro che avevo finito e ho pensato: cavolo, mi ha svuotato completamente, non so se mi interessa più farlo. E ho avuto questa fantasia di lasciare".

Jennifer Aniston non ha detto il titolo del film che le aveva fatto passare la voglia di fare il suo lavoro, ma lo ha definito "improvvisato e disorganizzato", con la sceneggiatura non terminata e che le ha lasciato una grande insoddisfazione. Vogliamo provare a indovinare di quale progetto si tratta? Limitandoci agli ultimi due anni potrebbe trattarsi di Il destino di un soldato (dove, però, non aveva un grosso ruolo) o di Voglio una vita a forma di me (Dumplin'). Se andiamo ancora più indietro, al 2016, c'è La festa prima delle feste. Di sicuro non si tratta di Murder Mystery, visto che nello stesso programma Jennifer Aniston ha dichiarato che adora lavorare con Adam Sandler e che sta preparando un terzo film con lui.

E cosa farebbe nel caso improbabile decidesse di lasciare la recitazione? "Design d'interni" - è stata la risposta netta - "È la mia isola felice". Al momento comunque possiamo stare tranquilli: Aniston è impegnata a recitare nel biopic Hail Mary e in una commedia scritta e diretta da Sophie Goodhart e non seguirà l'esempio delle colleghe Cameron Diaz e Gwyneth Paltrow, che si occupano di altro e sembrano non avere intenzione di tornare a recitare.



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Cinque film in streaming per celebrare i 45 anni di Marion Cotillard

Vogliamo celebrare oggi i 45 anni ma soprattutto il talento cristallino di Marion Cotillard, una delle migliori attrici europee del nuovo millennio, se non addirittura la migliore. Un’artista capace di arrivare a Hollywood e realizzare film di alto tenore mantenendo la sua integrità artistica intatta. La Cotillard ha saputo in questi anni alternare film personali e capaci d scavare nel profondo dell’animo umano insieme a prodotti per il grande pubblico con una loro visione precisa. Eccovi i nostri cinque film in streaming preferiti dell’attrice transalpina: un mix di dramma, biopic, azione fantascienza che dimostra pienamente la sua capacità di affrontare generi diversi con uguale classe ed efficacia. Buona lettura.

Cinque film in streaming interpretati da Marion Cotillard

  • La vie en rose
  • Nemico pubblico
  • Inception
  • Un sapore di ruggine e ossa
  • Due giorni, una notte

La vie en rose (2007)

Il film biografico dedicato all’arte e alla vita di Édith Piaf consente all’attrice di essere lanciata a livello internazionale, grazie a una prova sopraffina in fatto di mimica e adesione psicologica al personaggio. La vie en rose di Olivier Dahan non si discosta dalle regole classiche del biopic ma le adopera con sapienza, confermandosi un melodramma efficace e ottimamente confezionato.  Per Marion Cotillard arriva il Golden Globe e un po’ a sorpresa anche l’Oscar come miglior attrice. Il che non significa non fosse assolutamente meritato...DIsponibile su Apple Itunes, Amazon Prime Video.

Nemico pubblico (2009)

Chiamata da Michael Mann per il film dedicato alla figura del criminale John Dillinger, la Cotillard risponde all’appello con una performance di enorme qualità, regalando innocenza e ambiguità a un personaggio sfuggente. L’alchimia con un carismatico Johnny Depp è notevole, e questo contribuisce a fare di Nemico pubblico un melodramma corposo. Momenti di grande cinema e una scena finale da applausi sono le carte vincenti di un film discontinuo ma emozionante. Disponibile su Rakuten TV, Chili, Google Play, Apple Itunes, Netflix, Amazon Prime Video.

Inception (2010)

Il cult-colossal di Christopher Nolan consente all’attrice di entrare in un cast stellare, dove interpreta la “musa” del protagonista Leonardo DiCaprio. Effetti speciali mai visti in precedenza per un action-movie architettato come un puzzle visivo e psicologico di stordente bellezza. Inception è cinema di visione, grandiosa visione: un film concepito per sbalordire la mente prima ancora dell’occhio, qualcosa che a Hollywood sembra essere andato ormai perduto...Disponibile su Rakuten TV, Chili, Google Play, Apple Itunes, Netflix, TIMVision, Amazon Prime Video.

Un sapore di ruggine e ossa (2012)

Dramma a tinte forti per lo specialista Jacques Audiard, che dipinge una figura femminile fortissima e disperata, la quale si aggrappa letteralmente alla vita che succhia dal suo nuovo compagno. La Cotillard sforna una delle prove migliori della sua carriera, perfettamente equilibrata dal partner in crime Matthias Schoenaerts. Un sapore di ruggine e ossa si fa cinema poderoso quando fonde con sapienza contenuto e forma. Notevole lungometraggio. Disponibile su Rakuten TV, Chili, Google Play, Apple Itunes, Amazon Prime Video.

Due giorni, una notte (2014)

La prova d’attrice probabilmente più impegnativa della carriera della Cotillard. Una donna che soffre di depressione deve combattere contro il tempo e il proprio stato per mantenere il lavoro. I fratelli Dardenne confezionano un dramma umano di rara intensità emotiva, sorretto con grandezza dalla sua protagonista. Due giorni, una notte è uno dei migliori film dei cineasti di Rosetta e Un figlio. Per Marion seconda nomination all’Oscar, strameritata anche questa. Disponibile su Rakuten TV, Chili, Google Play, Apple Itunes.

Ci sono altri due film che vogliamo citare riguardo la carriera fino a oggi notevole di Marion Cotillard. Il primo è il Macbeth diretto da Justin Kurzel dove recita insieme a Michael Fassbender, trasposizione da Shakespeare personale e visivamente molto coinvolgente. L’altra è la sua collaborazione con Woody Allen: Midnight in Paris è uno dei film più riusciti dell’ultimo periodo dell’autore newyorkese, una favola edificante e filosofica capace di regalare ad Allen il quarto Oscar della sua carriera, il terzo come sceneggiatore.



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