Un luogo unico, un rifugio per un pugno di umani rimasti in vita in un mondo in attesa della fine. Una famiglia allargata che sintetizza bene le contraddizioni e le colpe della nostra amata e discussa specie, in una miniera di sale unica in Italia, e non solo, nella profondità di una montagna, con più di 80 chilometri di tunnel, nel cuore delle Madonie.
A un’ora e mezza da Palermo si è avventurato in cerca di uno scenario da fine del mondo, Joshua Oppenheimer, documentarista che ha sfiorato l’Oscar per film dolorosi sulle storture di cui è capace l’uomo, nello specifico dal punto di osservazione del regime indonesiano degli anni ’60, come The Act of Killing e The Look of Silence. È sceso fino alle profondità della montagna a Petralia Soprana per il suo esordio nel cinema di finzione, The End, presentato a Telluride e Toronto, in arrivo nei cinema il 3 luglio per I Wonder Pictures. Proprio la società di distribuzione ha organizzato un’inconsueta e affascinante presentazione in anteprima del film, proiettandolo proprio all’interno della miniera di sale, un luogo di fascino ancestrale in cui è stato girato in larga parte questo inconsueto musical politico, in cui Oppenheimer ha riversato riflessioni filosofiche e politiche, con al centro l’animo umano e le sue meravigliose contraddizioni.
Scritto e diretto da Oppenheimer insieme a Rasmus Heisterberg, è interpretato da George MacKay, presente in Sicilia insieme al regista, e prossimamente protagonista di un’intervista su queste pagine, oltre a Tilda Swinton, Michael Shannon e Moses Ingram.
The End racconta di una famiglia ricca costretta a vivere in un bunker sotterraneo all’indomani di un'apocalisse ambientale, ma senza rinunciare a lusso e bellezza. Dopo decenni di solitudine, il gruppo entra in contatto con una ragazza che riesce a intrufolarsi in questo piccolo universo, proveniente dal mondo esterno. Un avvenimento che sconvolge la routine della famiglia e rimette in questione le loro gigantesche ipocrisie e un evidente senso di colpa che li avvolge, anche solo per essere lì loro, e non altre persone care. Un viaggio nell’animo umano e nella violenza, sicuramente meno esibita rispetto ai lavori precedenti di Oppenheimer, ma non meno inquietante. Il tutto sottolineato dalle canzoni, scritte dal compositore Joshua Schmidt per la musica e dal regista stesso per i testi, che rendono questo curioso collage un musical a tutti gli effetti.
Dopo la presentazione per la stampa in Sicilia, il film è stato presentato al Biografilm Festival di Bologna, evento in cui Oppenheimer è di casa. Presente anche Tom Quinn, a capo di Neon, casa di produzione e distribuzione americana in grande spolvero, capace di conquistare ben sei palme d’oro consecutive a Cannes, Parasite, Titane, Triangle of Sadness, Anatomy of a Fall, Anora e It’s Just an Accident, che ha anche prodotto The End. Nella cornice dell’evento Bio to B - Industry Days Doc, Tom Quinn ha ricevuto il Make It Real Award, un premio riservato ai grandi talenti del cinema internazionale, assegnato quest’anno a lui che, attraverso Neon, ha portato al pubblico americano, e agli Oscar, opere come Parasite e Anora, “capaci di coniugare intrattenimento e cinema d'autore".
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