venerdì 25 marzo 2022

Oscar 2022: i candidati al premio per la miglior regia

Regia non è solo inquadratura, angolo di ripresa, ottiche e piani sequenza. Regia è tutto: è l'anima di un film, è cura per i dettagli, per i tempi, per gli spazi. Per la recitazione e per gli attori. Per le luci e le scenografie. Regia è scelta di campo, di stile, di posizione nel mondo e nel cinema. Regia è cinema.
Ecco chi sono i cinque registi candidati quest'anno che si contenderanno la statuetta per la migliore regia ai 94esimi premi Oscar, che verranno consegnati nella notte di domenica 27 marzo 2022.

Oscar 2022: i 5 migliori registi candidati quest'anno

Kenneth Branagh per Belfast

Con una mano Kenneth Branagh dirige e interpreta i film con protagonista il suo baffutissimo Poirot (e pare proprio che il futuro ne riserverà altri) incassando al botteghino; con l'altra invece firma il semi-autobiografico Belfast, che al risultato commerciale tutt'altro che disprezzabile associa la capacità di accumulare nomination e premi. Agli Oscar 2022 sono sette le candidature ottenute da Belfast e dal suo autore, comprese sceneggiatura, regia e film. Quello che da molti è ritenuto l'erede di Laurence Olivier arriva così a otto nomination agli Academy Awards ricevute in carriera; delle precedenti cinque, solo una riguardava la regia: quella ottenuta nel 1990 per l'Enrico V. Difficile che Branagh ottenga quella che sarebbe la sua prima statuetta in assoluto per la regia: ai BAFTA non era stato nemmeno nominato, e ai Golden Globe ha vinto per la sceneggiatura (unico premio su sette nomination).

Ryusuke Hamaguchi per Drive My Car

Già da qualche anno il giapponese Ryūsuke Hamaguchi si era imposto all'attenzione dei cinefili più attenti grazie alla sua partecipazione ai più importanti festival internazionali: nel 2015 è stato a Locarno con Happīawā, nel 2018 in concorso a Cannes con Netemo sametemo, e nel 2021 ha vinto  il gran premio della giuria al Festival di Berlino con Il gioco del destino e della fantasia, che nelle sale italiane è uscito solo quest'anno. Con Drive My Car, tratto da un racconto di Haruki Murakami a sua volta legato allo "Zio Vanja" di Anton Pavlovič Čechov, ha ottenuto però un successo straordinario, iniziato col premio per la sceneggiatura ottenuto a Cannes. Agli Oscar 2022 Drive My Car si presenta con quattro candidature: oltre alla regia, miglior film, miglior film internazionale e miglior sceneggiatura non originale. E sono in tanti, e non solo in Giappone, a sognare che Hamaguchi possa bissare l'exploit di Bong Joon-ho e di Parasite di due anni fa.

Paul Thomas Anderson per Licorice Pizza

Con quelle per il miglior film, la miglior regia e la miglior sceneggiatura ottenute quest'anno da Licorice Pizza, Paul Thomas Anderson arriva a un totale di undici candidature all'Oscar ottenute nel corso della sua carriera. Candidature che, fino a questo momento, si sono tradotte in zero statuette. Da sempre l'Academy ha avuto rapporti un po' complessi con i grandi autori del cinema americano e non, e con molti grandi attori, costringendosi in extremis a premi alla carriera o per film, nel complesso, minori della carriera di un artista. Sarebbe bello questo non accadesse anche ad Anderson, e che magari, se non proprio quello per il miglior film, l'Academy decidesse di concedergli un meritatissimo premio per la migliore regia. Perché se c'è un film dove la regia è tutto, è personale, è trasgressiva, è innovativa ed è soprendente, quello è di sicuro Licorice Pizza.

Jane Campion per Il potere del cane

Se Paul Thomas Anderson è il mio candidato del cuore, Jane Campion, per me, è la donna da battere. Forse anche - non solo, ma anche - proprio perché donna. Con Lezioni di piano, quasi trent'anni fa, Campion è stata la prima donna a vincere la Palma d'oro a Cannes, e con quella ottenuta in questo 2022 con Il potere del cane (che ha accumulato un totale di ben dodici nomination, e si presenta agli Academy Awards come "il film da battere", considerato tutto quello che ha vinto finora) è diventata anche la prima donna a essere candidata per due volte come miglior regista (la prima fu sempre per Lezioni di piano). Fossi uno scommettitore, il mio soldino lo punterei sulla statuetta alla Campion, che quest'anno con Il potere del cane si è già portata a casa come regista il Leone d'Argento del Festival di Venezia, il BAFTA e il Golden Globe.

Steven Spielberg per West Side Story

Infine, si fa per dire, uno di quelli che non avrebbe bisogno di nessuna presentazione, che si presenta da solo, con il suo film - che quest'anno è West Side Story - e con una carriera e una filmografia che lasciano di stucco, se uno ci pensa bene. Il 75enne Steven Spielberg è un regista enorme, geniale, generoso, appassionato: non servirebbero certo i premi, a confermarlo. E però, dato che parliamo di Oscar, parliamo di Oscar, e ricordiamo che con quelle di West Side Story Spielberg è arrivato alla bellezza di diciannove candidature complessive, che si sono tradotte in "sole" tre statuette (miglior film e miglior regia per Shindler's List e miglior regia per Salvate il Soldato Ryan), cui va aggiunto il Premio alla memoria Irving G. Thalberg ottenuto nel 1987. Chissà che l'Academy non decida di migliorare la media candidature/vittorie di uno dei suoi beniamini proprio quest'anno.

Leggi anche OSCAR 2022 - Una Guida essenziale


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