Chiunque abbia avuto un'infanzia familiare travagliata esce dalla visione dell'opera di esordio di Paul Dano, Wildlife, tratta dal romanzo Incendi di Richard Ford, devastato. Impossibile rimanere impassibile dal graduale coinvolgimento a tutto tondo del quattordicenne Joe, figlio di Jeanette e Jerry Brinson, rispettivamente Carey Mulligan e Jake Gyllenhaal, casalinga e giocatore di golf, nel disfacimento vertiginoso, eppure lento come un bradipo, del loro matrimonio. Prima scena: padre e figlio giocano a baseball nel cortile, ridono complici nel rispettivo ruolo. Siamo negli anni Sessanta. Nelle prime scene Jerry Brinson viene mostrato vile (ragazzo raccattapalle nell'esclusivo circolo di golf di una cittadina del Montana) nell'atto di pulire la suola degli scarpini dei ricchi giocatori dalla terra del campo. Nello scambio di battute col proprietario, però, si viene a scoprire che Jerry li ha appena battuti in partita, vincendo anche una buona cifra per scommessa: la mattina successiva viene licenziato. Davanti a ogni fallimento dell'uomo Jeanette lo sostiene oltre ogni limite, come una devota mogliettina da pubblicità. Il figlio viene esortato a dare il massimo, in classe e sul campo da gioco (dove invece viene lasciato sempre in panchina). Una vita banale, di provincia, attaccata a un filo sottile che rasenta la povertà. Jerry alla fine di una serie di lavori inadatti e di una serie di birre bevute di notte in solitudine in macchina opta per la partenza: si cerca manovalanza per domare o tenere sotto controllo gli incendi al confine canadese, che si stanno avvicinando. La paga è un dollaro l'ora: una miseria agli occhi della moglie, al prezzo della partenza del marito. Ma l'uomo va. Joe, a soli quattordici anni, resta a fare l'uomo di casa senza averne gli strumenti, né fisici né morali. La bravura esasperante di Ed Oxenbould che lo interpreta, una sorta di gemello di Paul Dano bambino trasportato in altra epoca (in cui non era nemmeno nato), regala una speciale verità ad ogni fotogramma del film. La durezza con cui il ragazzo affronta la tormenta che agita le acque dei suoi genitori, trovandosi sempre in mezzo, a dover dire o fare qualcosa al loro posto (dal guidare la macchina per riportare a casa la madre ubriaca, dal volerla coprire al ritorno del padre posto sotto interrogatorio, senza riuscirci, dal sentirsi dire da lei “capirò se mi odierai”). Prendere il posto dei genitori da parte di figli è dunque una distorsione che nasce dalla notte dei tempi: il ragazzo passa attraverso l'inferno per crescere. Un romanzo di formazione classico, declinato in maniera impeccabile: un'opera prima come non se ne vedono, matura, consapevole, profondamente vissuta, nonostante la distanza anagrafica e geografica del regista dall'autore, dall'epoca, dall'ambientazione. Gli incendi scoppiano ovunque, ma nei cuori sono ancora più difficili da annientare. E lasciano tracce indelebili. Proprio come questo Wildlife.
(Wildlife); Regia: Paul Dano; sceneggiatura: Paul Dano, Zoe Kazan; fotografia: Diego Garcia; montaggio: Matt Hannam, Lou Ford; musica: David Lang; interpreti: Jake Gyllenhaal, Carey Mulligan, Ed Oxenbould; produzione: June Pictures, Nine Stories Productions, Sight Unseen Pictures; origine: Stati Uniti, 2018; durata: 104'
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