mercoledì 31 ottobre 2018
#Ops - L'Evento
Regia di Federico Allocca, Gabriele Ciances, Andrea Sestu.
Genere Documentario - Italia, 2018. Durata 90 minuti circa.
Elisa Maino è una giovanissima star di Musical-ly. In soli due anni si è affermata come idolo delle teen italiane arrivando a 4 milioni e mezzo di fan sui social e a scrivere un libro, il romanzo "#Ops" che in sole 6 settimane dall'uscita aveva già venduto 50.000 copie scalando la top ten dei libri più venduti. L'evento sarà l'occasione per conoscere la vera Elisa Maino, le sue passioni, i suoi segreti e la relazione con il pubblico che la segue soprattutto offline come durante il tour di presentazione del libro quando intere piazze italiane sono state inondate da ragazzine adoranti.
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Shark - Il primo squalo: già in lavorazione il sequel del popcorn movie con Jason Statham
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Festa del cinema di Roma - The old man & the gun
The old man and the gun, film che chiude dignitosamente la brillante carriera di Robert Redford, scritto e diretto da David Lowery, sembra costruito a pennello per il carisma, il fascino e il volto rugoso ma accattivante di Redford: Tucker è un rapinatore “seriale” con il fascino antico del galantuomo d'altri tempi.
Il film è ispirato alla storia vera di Forrest Tucker, un ladro incallito e avanti negli anni, dotato di un eleganza senza pari e di un innegabile savoir fair, doti che utilizza per “incantare” le sue vittime, senza spargimenti di sangue riuscendo anzi nel'l'intento di recuperare un consistente bottino.
Grazie al suo charme e alla sua eleganza, infatti, l'abile rapinatore riesce a svaligiare banche e ad evadere, sempre col sorriso sulle labbra, ben 16 volte dal carcere.
Lo insegue senza sosta un poliziotto sulla quarantina(Casey Affleck) diviso (come spesso accade) tra il voler abbandonare il caso, e il portarlo avanti ad ogni costo.
In fondo, i due protagonisti/antagonisti Redford e Affleck si somigliano: sono pieni di passione per il loro lavoro, determinati a non mollare, e finiscono per scontrarsi-sempre elegantemente- e in fondo per stimarsi.
Tucker gioca a “farsi acchiappare” da lui, e allo stesso tempo il poliziotto è affascinato e vuole saperne di più sull'incallito ed elegante delinquente.
The old man & the gun è soprattutto un film esistenziale: Redford, sempre “felice” sullo schermo (come lo descrivono Affleck e le vittime rapinate) è un accattivante rapinatore perché ha scelto di esserlo e perché non potrebbe agire diversamente.
Rapinare banche, evadere di prigione, organizzare colpi da maestro, è uno stile di vita che gli permette di “vivere davvero e non di guadagnarsi da vivere” ed è l'unico modo con cui Tucker riesce a sentire addosso il soffio vitale alla sua veneranda età.
Tucker non è un delinquente per necessità o per indigenza, ma perché non può farne a meno e rapinare diventa un'arte, così come per il pittore dipingere è una necessità o per lo scrittore scrivere rappresenta un'impellenza.
La necessità di rapinare per Tucker non è quindi un fattore esterno, ma una condizione esistenziale che gli permette di non invecchiare mai veramente e di sentirsi sempre vivo interiormente e sempre sulla cresta dell'onda.
Sullo sfondo, ma non per questo marginale, la fascinosa Sissy Spacek interpreta la donna che nonostante tutto sceglie di stare accanto all'uomo, accettandone con dignità e autonomia fughe, arresti e ritorni. La sofisticata amante sceglie il brivido dell'incertezza e rimanere accanto a un rapinatore quasi seriale finisce per diventare anche una sua scelta di vita che sembra calzarle a pennello.
Ambientato negli anni ottanta e sapientemente costruito con stile, The old man & the gun, dietro all'ironia delle sue battute e dietro al fascino d' altri tempi dei protagonisti, cela una dolce/ amara riflessione sulle scelte compiute e sul senso della vita.
Tutto con il sorriso sulle labbra,naturalmente.
(The old man and the gun); Regia: David Lowery; sceneggiatura: David Lowery; fotografia: Joe Anderson; montaggio: Lisa Zeno Churgin; musica: Daniel Hart; interpreti: Robert Redford, Casey Affleck, Danny Glover, Tika Sumpter, Isiah Whitlock jr; produzione: Condé Nast, Endgame Entertainment, Identity Films, Sailor Bear, Wildwood Enterprises; origine: USA, 2018; durata: 93'
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I 100 migliori film (non in lingua inglese) della storia del cinema secondo BBC Culture
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Il Mistero della Casa del Tempo: una magica anteprima per il film di Halloween per tutta la famiglia
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Lo Schiaccianoci e i Quattro Regni
Regia di Lasse Hallström, Joe Johnston. Con Keira Knightley, Mackenzie Foy, Misty Copeland, Helen Mirren, Morgan Freeman, Matthew MacFadyen, Sergei Polunin, Jack Whitehall, Richard E. Grant, Miranda Hart, Ellie Bamber.
Genere Avventura - USA, 2018. Durata 99 minuti circa.
Come ogni vigilia di Natale, la famiglia Stahlbaum si riunisce nel grande salone di casa Drosselmeyer per fare festa. Ma è una vigilia triste per Clara e i suoi fratelli, perché la loro mamma, Marie, è morta da poco. Prima di avviarsi alla serata, il padre consegna i regali che la moglie ha lasciato loro: è così che Clara riceve in dono uno strano scrigno, chiuso a chiave. Ed è cercando la chiave, rubata da un topo, che si ritroverà in un paese magico e, con l'aiuto dello Schiaccianoci Phillip, dovrà combattere per riportare l'armonia tra i quattro regni che lo compongono.
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Lo Schiaccianoci e i Quattro Regni: una tradizione di famiglia che si rinnova anche al cinema
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Il Presidente: una clip esclusiva del film con Ricardo Darin, da oggi al cinema
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Il settimo sigillo torna al cinema, in versione restaurata, per festeggiare il centenatio della nascita di Ingmar Bergman
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Senza lasciare traccia: una clip esclusiva in italiano del film indipendente acclamato dalla critica
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Prima visione: 'Museo. Folle rapina a Città del Messico'
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Il Cinema Ritrovato al cinema: 'Il settimo sigillo'
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Schermi e Lavagne
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Non ci resta che vincere: il poster italiano del film fenomeno al box office spagnolo
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Prima visione: 'First Man - Il primo uomo'
Nell'ultimo film di Damien Chazelle Ryan Gosling, interpreta Neil Amstrong, l'uomo del primo piccolo, grande passo sulla Luna. Da mercoledì 31, in versione originale con sottotitoli.
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Anteprima di 'La lucina'
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Chloe Grace Moretz e Jack O’Connell in Love is a Gun, il ritorno di Bonnie & Clyde
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La Diseducazione di Cameron Post
(mymonetro: 3,00)
Regia di Desiree Akhavan. Con Chloë Grace Moretz, John Gallagher Jr., Sasha Lane, Forrest Goodluck, Jennifer Ehle, Marin Ireland, Owen Campbell, Quinn Shephard, Emily Skeggs, Dalton Harrod, Christopher Dylan White, Isaac Jin Solstein.
Genere Drammatico - USA, 2018. Durata 90 minuti circa.
Cameron Post è una studentessa di liceo con un grande segreto: la cotta per l'amica Coley, della quale nessuno deve venire a conoscenza, poiché da quando i genitori della ragazza sono morti lei è cresciuta con la zia Ruth, assidua lettrice della Bibbia convinta che l'omosessualità sia una malattia. Quando dunque Cameron viene scoperta a fare sesso con Coley durante il ballo di fine anno, zia Ruth la spedisce dritta dritta al God's Promise, un centro religioso di "diseducazione" all'omosessualità.
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All Is True: Kenneth Branagh è un anziano William Shakespeare in un film da lui stesso diretto
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Flash Gordon, in arrivo il reboot dal Julius Avery di Overlord
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Disobedience
Nell'annus mirabilis 2017 che gli è valso uno dei massimi riconoscimenti internazionali – l'Oscar come miglior film straniero – per l'ottimo Una mujer fantástica, il regista cileno Sebastián Lelio, fin qui autore non particolarmente prolifico (prima del 2017 quattro film in dodici anni), ne dirige un secondo che è uscito solo adesso nelle sale italiane, intitolato Disobedience, il primo film che non nasca da un suo soggetto originale, il primo film, nella stesura della cui sceneggiatura, Lelio non si sia fatto aiutare dal fidato Gonzalo Maza. Il film è tratto infatti dall'omonimo romanzo autobiografico d'esordio della scrittrice anglo-ebraica Naomi Alderman, uscito in Inghilterra nel 2007 e tradotto lo stesso anno in Italia da Nottetempo. Si tratta di un buon film, nulla da dire, si vede che Lelio è bravo, ma lui ci aveva abituati a ben altro. Si capisce che il regista ha dovuto impratichirsi col soggetto, ha dovuto studiare – e come spesso succede in questi casi lo sguardo etnografico-antropologico finisce per avere il sopravvento e il film finisce per diventare ridondante, come di chi voglia dimostrare di aver tutte le carte in regola per raccontare un mondo che con molta verosimiglianza prima non conosceva affatto. Il mondo in questione è una comunità ebraica molto, molto ortodossa di Londra. Qui ritorna dopo anni di assenza la protagonista Ronit (interpretata da un'ottima Rachel Weisz), di professione fotografa a New York City, si capisce fin da subito che quando se n'era andata una decina di anni prima, lo aveva fatto sbattendo la porta. L'occasione per il ritorno è la morte del padre, con cui di fatto Ronit aveva rotto i rapporti. Qualcuno l'ha messa al corrente del decesso. Il padre era una figura, forse la figura carismatica di questa comunità, un maestro, un rav, si dice in ebraico. È proprio con le ultime parole del rav, con la sua ultima predica nella quale celebra l'importanza del libero arbitrio che si apre il film; dopodiché l'anziano maestro, ancora durante la predica, stramazza al suolo fra lo sconcerto degli astanti, sconcertati della morte e sconcertati di quest'ultimo messaggio. Appresa la notizia, Ronit è sconvolta, è sbigottita, nelle poche scene iniziali in cui vaga stranita per New York si riconosce il tocco di Lelio, la sua capacità di raccontare in modo allusivo, con un montaggio fortemente ellittico, un individuo smarrito, anche Marina, la mujer fantástica vagava così per le avenidas di Santiago. Quando arriva a Londra il racconto si incammina invece verso un percorso e anche uno stile più tradizionale: Ronit scopre che Dovid l'allievo prediletto e designato successore del rav ha sposato Esti, la ragazza di cui Ronit a suo tempo si era, ricambiata, innamorata. E' stata Esti, peraltro, a informare Ronit della morte del padre, a farla tornare a Londra per partecipare alla cerimonia funebre. Quel che segue è la riscoperta da parte di Ronit di tutte le dinamiche coercitive di inclusione e di esclusione, sul piano sociale e – soprattutto – in chiave gender che regolano la vita molto asfittica della comunità e che l'avevano a suo tempo indotta ad andarsene, la riscoperta di un affetto e di un'attrazione mai del tutto sopiti perché mai vissuti fino in fondo, anzi tanto più forti in quanto Esti di fatto si è votata alla negazione di sé, al sacrificio. Tutto piuttosto insistito, tutto piuttosto ripetitivo, con larghissimo spazio dedicato ai riti e alle cerimonie, all'abbigliamento e al mascheramento, è qui che il film mostra maggiormente la corda, affetto com'è da quello sguardo etnologico-antropologico peraltro neanche troppo originale, di cui si diceva, salvo poi riprendere vigore nella parte finale quando le relazioni, fin qui, terribilmente irrigidite, vivono un sorprendente dinamismo in omaggio alle ultime parole famose del rav, talché la figlia - se così si può dire per interposte persone, per interposto magistero - scopre fuori tempo massimo la statura del padre decidendo di omaggiarlo in una delle scene più belle del film, l'ultima, con una metonimica foto della fossa, mentre un lento movimento di macchina sulla gru, prende distanza dal cimitero. Come detto Disobedience è un film dignitoso ma non è il film più bello di Lelio, e non nascondiamo il timore che gli USA finiscano per “normalizzarlo”, se è vero che al Festival di Toronto di due mesi fa è stato presentato il remake americano di Gloria con Juliane Moore nel ruolo che era stato di Paulina García.S'intitola Gloria Bell e uscirà nelle sale di tutto il mondo nella primavera del 2019.
(Disobedience); Regia: Sebastián Lelio sceneggiatura: Sebastián Lelio, Rebecca Lenkiewicz fotografia: Danny Cohen; montaggio: Nathan Nugent; interpreti: Rachel Weisz (Ronit), Rachel McAdams (Esti), Alessandro Nivola (Dovid), Anton Lesser (Rav Krushka); produzione: Film4, London, Element Pictures, Dublin, Scope Pictures, Bruxelles, FilmNation, New York origine: Gran Bretagna, Irlanda, Belgio, Usa 2017; durata: 114'.
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Age is just a bingo number
Il tempo, lo scorrere del tempo e il suo assestarsi, sono da sempre luoghi affascinanti per la natura dell'essere umano. Il tempo che scorre via diventa cifra lenitiva o spiazzante ricordo, in un gioco di emozioni che qui ha la sua radice nel tema del passaggio, inteso simbolicamente come strappo emotivo tra passato e presente. La storia ci racconta di alcuni migranti, dei loro occhi che significano il reale all'interno di una sala in cui si gioca e si sta in lieta compagnia.
Siamo sul terreno del genere documentario e scopriamo, con una m.d.p. discreta e in continua dialettica tra primi piani e campi medi, il versante quotidiano di una comunità di italiani a Newcastel Upon Tyne. I nostri si ritrovano, rigorosamente il martedì mattina, in un Irish club ; in quel luogo, simbolo di vicinanza emotiva e condivisione, giocano a bingo e cantano vecchie canzoni della tradizione italiana. Dal gioco, vero filo rosso della narrazione, si passa ciclicamente alle storie soggettive dei protagonisti, di fatto persone anziane che hanno lasciato il Bel Paese nel secondo dopoguerra e, con sacrificio e dedizione, si sono ri-costruite.
Il documentario ha un linguaggio classico, divulgativo, con il tema del gioco che diventa metafora dello spirito, della condizione dei protagonisti. Quest'ultimi vengono “ascoltati” dalla m.d.p. e dalla regista Simona Palladino, social scientist dell'Università di Newcastle, che interagisce con loro su un doppio binario. Da un lato c'è il racconto univoco delle vite dei vari protagonisti, con un aggancio al passato e un continuo riferimento all'Italia; dall'altro lato è la regista a entrare nella diegesi con la voce fuori campo e le domande che portano riflessione, in cui è il presente a farla da protagonista. A collegare il tutto emerge un montaggio cadenzato, ritmicamente lineare che ha il suo riflusso in alcuni momenti di vita quotidiana, in cui entrano, ciclicamente, il tema della musica o della condivisione a tavola del cibo. Gli spazi sono intimi, raccontati con una fotografia realista in cui emerge la figura umana.
Prodotto da EngageFMS, il Dipartimento di Arte e Film dell'Università di Newcastle, questo documentario inizia a muovere, in queste settimane, i suoi primi passi nei circuiti festivalieri. Se nel capolavoro di Luchino Visconti, Rocco e i suoi fratelli, era solo il piccolo Luca ad avere una speranza di ritorno verso la terra d'origine, qui la vita di tutti questi volti si ferma lietamente in quella sala gioco.
(Age is just a bingo number); Regia: Simona Palladino; sceneggiatura: Simona Palladino; fotografia: Evripidis Karydis; montaggio: Simona Palladino, Evripidis Karydis; produzione: Engage FMS; origine: Inghilterra, 2018; durata: 40'.
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Intervista a Vitaliano Loprete, tra web serie e cortometraggi
Intervistiamo in esclusiva per Close-Up, uno dei protagonisti della web serie "Single allo Sbando", Vitaliano Loprete, trentatreenne agente di cinema e tv ed esperto di social marketing. Una frizzante web serie, ecco una presentazione dei personaggi: www.youtube.com/channel/UCWW...
La trama della web serie, che sarà proiettata in concorso al prossimo Roma Web Fest, che si terrà alla Casa del Cinema dal 28 al 30 novembre, prende spunto dalla storia della trentenne Giada, che, piantata dal suo ultimo - e molto probabilmente unico - fidanzato dopo un mese di convivenza; deve trovare un nuovo alloggio. Impresa non semplice se lavori come Co.Co.Co, a 300 euro al mese. In suo soccorso arriva l'annuncio immobiliare della contessa Barbara Albizzi, che affitta una stanza in una magnifica villa d'epoca a soli 100 euro al mese. Peccato che la “magnifica villa” si riveli un maniero decadente, afflitto da perdite e guasti; che la padrona di casa cinquantenne sia a dir poco eccentrica e che l'economica stanza sia contesa da Vito, esuberante ragazzo gay fissato con la televisione. Ma, quando l'alternativa è la panchina della stazione, bisogna adattarsi e la “magnifica villa” diventa ben presto teatro delle vicende di questi tre improbabili coinquilini, diversi tra loro, ma con una caratteristica comune fondamentale: sono SINGLE. Giorno dopo giorno, tra friendzone e spin-date, colleghi sposati e Tinder, due di picche e sabati sera sul divano, i tre protagonisti e i loro amici cercheranno di sopravvivere a un mondo fatto a misura di coppia.Perché se soli è meglio che male accompagnati, ora che sono un trio chi li ferma più?
Vito, come è nata la scommessa di questa webserie "Single allo sbando”?
E' nata un annetto fa...io e le altre 2 protagoniste Giada e Barbara abbiamo fatto 4 anni di teatro assieme, siamo diventati amici e ogni settimana ci riunivamo per condividere i nostri problemi di coppia... da queste chiacchiere sono nate battute e gag che abbiamo deciso di trasferire in video... All'inizio abbiamo realizzato tutto da noi, in seguito si è unito al gruppo Andrea Marchetti, un valido sceneggiatore che ha messo ordine nel materiale che producevamo...
È difficile mantenere la spontaneità anche in video?
All'inizio è stata dura...non risultavamo naturali di fronte alla troupe di registi, direttori della fotografia etc.. ora, pian piano, stiamo prendendo confidenza con la telecamera e ci stiamo sempre più divertendo...quindi credo che la nostra alchimia traspaia anche nelle nuove puntate...
Cosa ti auguri per questa serie?
Dopo il premio al Tuscany Web Fest come miglior soggetto saremo in concorso al Roma Web Fest, organizzato da Janet De Nardis. Speriamo di trovare un vero e serio produttore che ci possa permettere di scrivere e recitare tralasciando la parte produttiva e organizzativa che assorbe molte energie.
In un'epoca di social media e di informazioni prodotte e veicolate con velocità, quali sono i punti imprescindibili che una web serie deve avere..
Sicuramente deve essere fatto un investimento social su instagram e facebook per veicolare al meglio la serie attraverso anticipazioni gif e backstage. Quindi, deve avere immediatezza nelle gag, in particolare in una sitcom come la nostra, deve essere al passo con la realtà che ci circonda e trattare i fenomeni di costume, ma anche i programmi in onda e tutto quello che monopolizza oggi la quotidianità, per far si che lo spettatore si possa rispecchiare nelle storie dei personaggi.
Ecco l'episodio della web serie su “I single e la popolarità”: https://www.youtube.com/watch?v=8_y...
Qual'è il valore aggiunto di vincere dei premi ad un festival per un prodotto difficile da promuovere come un cortometraggio?
Premetto che per il corto che ho prodotto, “Sogni a orologeria”, diretto da Francesco Colangelo, interpretato da Philippe Boa, non avevamo praticamente budget e ho ricevuto un grande e fondamentale aiuto dagli stessi attori. Vincendo alcuni premi abbiamo avuto maggiore credibilità e il lasciapassare per essere invitati in festival sempre più importanti e ottenere articoli e visibilità. Dal 2016 ad oggi il corto continua a viaggiare e a essere scelto, dimostrandone il forte potenziale. Il corto parla del declino e della rinascita di un attore cinquantenne, una parabola attuale di cui sono stati protagonisti tanti attori dopo un periodo di successo.
Da qualche anno sei anche agente di cinema e fiction, aver fatto teatro e conoscere le tecniche di recitazione ti aiuta?
Sicuramente . Prima di scegliere un attore chiedo anche di vederli in video o vado a vederlo a teatro...cerco di curare il rapporto con un attore con cui lavoro perchè so quanto sia duro questo mondo e cerco sempre di avere feedback dai responsabili e direttori dei casting per aiutarli a migliorare e condurli verso nuovi traguardi.
Quando vai al cinema ora fai più attenzione a ciò che vedi sullo schermo?
Si, da quando lavoro in Balthazar Management sto attento ai dettagli e a come recitano i vari attori e cerco di capire perchè uno possa 'funzionare' piu' dell'altro.
Progetti futuri..
Il mio mestiere è l'agente e il social marketing manager per gli attori. Mi fa piacere 'seguire' il corto “Sogni a orologeria” nei vari festival e rassegne dove viene proiettato e spero che questo tour continui ancora e continerò a divertirmi con le nuove puntate della web serie... il mondo dei single è variegato quindi abbiamo tanto ancora da poter raccontare!
Ecco, appena pubblicato, l'episodio di “Single allo sbando” dedicato ad Halloween:
Per maggiori informazioni sulla web serie:
www.singleallosbando.it
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martedì 30 ottobre 2018
Hell Fest
Regia di Gregory Plotkin. Con Amy Forsyth, Reign Edwards, Bex Taylor-Klaus, Cristian James Abvincula, Matt Mercurio, Roby Attal, Tony Todd, Courtney Dietz, Michael Tourek, Elle Graham, Brooke Jaye Taylor, Mason Pike, Alicia Rosato, Benjamin Weaver, John James Laws, Leon Croom, Bobby Akers, Milton Saul, Aaron Gillespie, Kimberly Battista, Athena Akers, Ashley Uecker, Cecil Elmore Jr., George Howard Adams, Quandae Stewart, Rio Ahn, Ashley Brasel.
Genere Horror - USA, 2018. Durata 89 minuti circa.
È Halloween e per l'occasione arriva in città l'Hell Fest, un festival itinerante a tema horror, con labirinti, giostre e attori mascherati che spaventano i visitatori. Natalie, Brooke e i loro amici partecipano alla serata per assaporare la paura e vivere l'adrenalina con altre migliaia di persone. Ma per una mente deviata l'Hell Fest non è solo un'attrazione: è l'opportunità di uccidere davanti agli occhi inebetiti dei visitatori, troppo presi dal macabro divertimento per capire che qualcosa di orribile sta succedendo davvero...
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First Man - Il Primo Uomo
(mymonetro: 3,30)
Regia di Damien Chazelle. Con Ryan Gosling, Claire Foy, Jason Clarke, Kyle Chandler, Corey Stoll, Patrick Fugit, Christopher Abbott, Ciarán Hinds, Olivia Hamilton, Pablo Schreiber, Shea Whigham, Jon Bernthal, Cory Michael Smith, Lukas Haas, Brian d'Arcy James, Ethan Embry, Brady Smith, Perla Middleton, Nelson Bonilla, Anna Chazelle, J.D. Evermore, Steve Coulter, Philip Boyd, William Gregory Lee, Dustin Lewis, Stephanie Turner, Kris Swanberg, Gavin Warren, James R. Hansen, Chris Ward (I), John David Whalen, Charles Carroll, Mark Kelly, Maria Z. Wilson, Michael Lee Kimel, Luke Winters.
Genere Biografico - USA, 2018. Durata 141 minuti circa.
Neil Armstrong, ingegnere aereonautico e aviatore americano, conduce una vita bucolica e ritirata con la famiglia a cui ha 'promesso' la luna. La morte prematura della sua bambina lo spinge a partecipare al programma Gemini, il secondo programma di volo umano intrapreso dagli Stati Uniti il cui scopo era sviluppare le tecniche necessarie ad affrontare viaggi spaziali avanzati e successivamente impiegati nella missione Apollo. Selezionato e assoldato come comandante della missione Gemini 8, Neil è il primo civile a volare nello spazio ma sulla Terra le ripercussioni sono fatali. Tra incidenti tecnici e lutti in decollo e in atterraggio, tra la guerra in Vietnam e le tensioni sociali del '68, tra due figli da crescere e una moglie da ritrovare, Armstrong bucherà il silenzio del cosmo prendendosi la Luna.
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Il Mistero della Casa del Tempo
(mymonetro: 3,00)
Regia di Eli Roth. Con Jack Black, Cate Blanchett, Owen Vaccaro, Kyle MacLachlan, Renée Elise Goldsberry, Sunny Suljic, Colleen Camp, Lorenza Izzo, Vanessa Williams, Ricky Muse, Charles Green, Chris Adams, Braxton Bjerken, Vanessa Anne Williams, De'Jon Watts, Aaron Beelner, Joshua Phillips, Christian Calloway, Caleb Lawrence, Dylan Gage, Jalyn Hall, Jackson T. Giles IV, Eli Roth, Alli Beckman.
Genere Fantasy - USA, 2018. Durata 105 minuti circa.
Lewis ha dieci anni quando perde entrambi i genitori in un incidente d'auto ed è costretto a trasferirsi dall'altra parte del paese, a casa dello zio Jonathan, il fratello della madre che non ha mai incontrato prima. Se lo zio gli appare subito eccentrico, la sua vicina di casa, Mrs Zimmerman, non lo è di meno, e la casa stessa lo è più di ogni cosa. Tra oggetti animati, misteriosi ticchettii e indisciplinati leoni erbacei, Lewis fa la conoscenza di un mondo magico e affascinante, che nasconde, però, anche alcuni pericoli. E sarà proprio una disobbedienza del ragazzino a risvegliare dall'aldilà il più minaccioso di essi.
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Ti Presento Sofia
(mymonetro: 3,00)
Consigliato: Sì
Regia di Guido Chiesa. Con Micaela Ramazzotti, Fabio De Luigi, Caterina Sbaraglia, Andrea Pisani, Shel Shapiro, Caterina Guzzanti, Chiara Spoletini, Daniele De Martino, Bob Messini.
Genere Commedia - Italia, 2018. Durata 98 minuti circa.
Gabriele, ex rocker e ora negoziante di strumenti musicali, divorziato, è un papà premuroso e concentrato esclusivamente su Sofia, la figlia di 10 anni. Quando gli amici gli presentano delle possibili nuove compagne lui parla della figlia, azzerando ogni chance. Un giorno però nella sua vita ricompare Mara, che vede da 10 anni e che è diventata un'importante fotografa. Lui se ne innamora ma c'è un grosso ostacolo da superare: lei non vuol sentire neanche parlare di bambini. Gabriele decide quindi di nasconderle la presenza di Sofia. L'impresa però non sarà per niente facile.
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Millennium - Quello che non uccide
(mymonetro: 2,50)
Consigliato: Sì
Regia di Fede Alvarez. Con Claire Foy, Sverrir Gudnason, Lakeith Stanfield, Sylvia Hoeks, Stephen Merchant, Claes Bang, Cameron Britton, Vicky Krieps, Synnøve Macody Lund, Christopher Convery, Mikael Persbrandt, Volker Bruch, Andreja Pejic, Sonja Chan, Anja Karmanski, Beau Gadsdon, Felix Quinton, Carlotta von Falkenhayn, Johan Eriksson, Hendrik Heutmann, Alexander Yassin, Martin Muller.
Genere Drammatico - Gran Bretagna, Germania, Svezia, Canada, USA, 2018. Durata 117 minuti circa.
Il passato non passa mai per Lisbeth Salander, orfana abusata, hacker virtuosa e vendicatrice implacabile. Assoldata da Frans Balder, scienziato informatico, per recuperare un programma di sua invenzione in grado di collassare le sicurezze nazionali e armare il mondo con un click, Lisbeth riesce nell'impresa ma diventa il bersaglio degli Spiders, un'organizzazione criminale che vuole mettere le mani sul 'file' e rapire August, figlio di Balder e chiave di accesso al programma. Tra esplosioni e inseguimenti, Lisbeth incrocia di nuovo la strada di Mikael Blomkvist, giornalista d'inchiesta di Millennium, e quella di Camilla, la sorella creduta morta e subentrata al padre e al vertice dell'organizzazione dopo la sua morte.
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Museo - Folle Rapina a Città del Messico
(mymonetro: 3,00)
Regia di Alonso Ruizpalacios. Con Gael García Bernal, Leonardo Ortizgris, Alfredo Castro, Simon Russell Beale, Lisa Owen, Bernardo Velasco, Leticia Brédice, Ilse Salas, Lynn Gilmartin, Maite Suarez Diez.
Genere Drammatico - Messico, 2018. Durata 128 minuti circa.
Eterni studenti, Juan e Wilson pianificano un colpo grosso. Vorrebbero entrare al Museo Nazionale di Antropologia di Città del Messico e rubare alcune preziose opere maya, mixteche e zapoteche, in particolare la maschera funeraria del re Palal. Così, mentre le loro famiglie festeggiano il Natale i due ragazzi si mettono al lavoro, come una coppia di ladri professionisti. La missione va a buon fine e con le borse piene di tesori, i due riescono a tornare a casa dove la famiglia è riunita davanti al telegiornale che riporta del furto come un attacco all'intera nazione. Solo allora Juan e Wilson si rendono conto della gravità della loro azione. Mentre le autorità annunciano di offrire un'abbondante ricompensa a chi ritrova le opere d'arte, i due fuggono per salvare il bottino e la propria pelle. Ma il viaggio li porterà fuori controllo.
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Il Presidente
(mymonetro: 3,00)
Consigliato: Sì
Regia di Santiago Mitre. Con Ricardo Darín, Dolores Fonzi, Erica Rivas, Elena Anaya, Daniel Giménez Cacho, Alfredo Castro, Gerardo Romano, Paulina García, Christian Slater, Manuel Trotta.
Genere Drammatico - Argentina, Francia, Spagna, 2017. Durata 114 minuti circa.
Hernán Blanco, il presidente argentino, si trova di fronte a una decisione cruciale durante un incontro con altri capi di stato nella località della cordillera, in Chile. Qui, nel bel mezzo del vertice dei presidenti latinoamericani, dovrà essere in grado di risolvere una difficile questione personale in grado d'influenzare sia la sua vita privata che quella pubblica.
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On the Criterion Channel: Jeff Smith on SHOOT THE PIANO PLAYER
DB here:
Last Friday TCM/ATT/WarnerMedia announced the decision to cease streaming FilmStruck as of 29 November. Soon after, the Criterion Channel posted another entry in our “Observations on Film Art” series. This one is from Jeff Smith, who analyzes Truffaut’s widescreen shot design. It’s a fine discussion, and we hope that if you’re a subscriber, you’ll have a look in the waning days of the service.
By good luck, the Channel has also posted an interview with Damien Chazelle on Pialat’s A Nos amours. Damien filmed the interview during his visit to Madison last February.
As you probably know, the reaction to the closing of FilmStruck has been swift and intense. You can read ATT’s official rationale here, along with Variety‘s speculation about the strategic plan behind it. The Criterion people have provided a statement:
We have some sad news to share: earlier this morning, Turner and Warner Bros. Digital Networks announced plans to shut down FilmStruck, the streaming service that has been our happy home for the last two years. Like many of you, we are disappointed by this decision. When we launched the Criterion Channel in 2016, we had two goals: to ensure that our entire streaming library remained available, and to address our audience in our own voice. We’re proud of the work we’ve done, bringing curated programming and the full range of supplemental features to the streaming space, championing a diverse array of filmmakers from beyond our collection and creating original content that invites you into exciting conversations about cinema culture.
All this is very new, and we’ll be sure to keep you updated as we learn more details. But rest assured that we are still committed to restoring and preserving the best of world cinema and bringing it to you in any medium we can. In the weeks ahead, we’ll keep you informed about the great programming you can watch on the Channel before it shuts down on November 29, and we’ll be trying to find ways we can bring our library and original content back to the digital space as soon as possible. Thanks to everyone who enjoyed FilmStruck, and we hope you’ll join us as we look forward to what the future brings.
Kristin, Jeff, and I have posted twenty-four entries in our series and have very much enjoyed preparing them. We have four more in the can, one of which may go live in November. We have no insider information, but of course we hope we can continue with the series on whatever new platform Criterion might find.
Meanwhile, better binge-watch all those classics while you can. And thanks to the many people who have written us over the years and in recent days. We appreciate their support–and that of the Criterion staff, who care deeply about cinema.
Thanks to Kim Hendrickson, Grant Delin, Peter Becker, and the whole Criterion team for their superb work. A complete list of our FilmStruck installments is here.
Last Modified: Tuesday | October 30, 2018 @ 12:11 open printable version
This entry was posted
on Tuesday | October 30, 2018 at 12:11 pm and is filed under Directors: Truffaut, Film technique: Widescreen, FilmStruck, People we like.
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