lunedì 29 maggio 2017

Cannes 2017 - Lerd (A Man of Integrity)

Lerd (A man of integrity) è il film battente bandiera iraniana che ha vinto la sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes, quella che ha sempre un occhio di riguardo verso le cinematografie 'minori', o comunque non inserite nel circuito dei grandi mercati internazionali. Lo ha diretto Mohammad Rasoulof, e racconta, con immagini di particolare vigore plastico e drammatico, la storia di Reza, un pescatore in proprio che vive in provincia e si fa i fatti suoi senza dare fastidio a nessuno. La sua piccola attività dà però fastidio a un'azienda privata molto simile a una nostra cosca mafiosa, che vorrebbe indurre Reza a venderla. Poiché lui non ne vuol sapere - vive tranquillo con sua moglie e suo figlio, lontano dai traffici della grande città - prende il via una serie di vessazioni nei suoi confronti che vanno dal chiudere la diga del corso d'acqua in cui alleva i suoi pesciolini, all'incendio del suo magazzino, in una stretta kafkiana che mette a prova durissima la sua pazienza di Giobbe, e arriva a compromettere anche la relazione con i suoi affetti più cari. Reza tenta di mantenere integra la propria determinazione a resistere, cercando protezione nello Stato e nelle sue istituzioni, che tuttavia si rivelano altrettanto corrotte e inadeguate a difenderlo e proteggerlo dall'illegalità. Senza rivelare l'esito del film, ne va comunque registrata, insieme alla sua meritata vittoria, la splendida tenuta narrativa grazie alla mano ferma di un regista evidentemente cresciuto alla scuola dei grandi e classici cineasti umanisti europei degli anni '60, aggiornandone la lezione in un solido impianto visuale di scarna essenzialità scandito con il ritmo implacabile dei colpi di scure che tentano di indebolire la granitica resistenza di Reza, che ha il volto scultoreo e graficamente memorabile di Reza Akhlaghirard. Il messaggio politico di Lerd è un urlo di allarme chiaro e manifesto contro un Iran dominato da una teocrazia ormai saturata nei suoi presunti valori religiosi e divenuta, come fu per il comunismo sovietico, teatro di piccoli e grandi personalismi nell'abuso di un potere usato esclusivamente a proprio vantaggio, mascherato stavolta in una vicenda che non va a toccare il governo e la classe che detiene il potere (come nel caso di altri autori, contro i quali la censura si è vendicata con pesanti limitazioni della loro libertà personale e creativa), come se un autore italiano raccontasse metaforizzandola in una localistica persecuzione mafiosa nel nostro meridione, la disastrosa e drammatica situazione di corruzione e strapotere dell'intera nazione.

(Lerd); Regia: Mohammad Rasoulof; sceneggiatura: Mohammad Rasoulof; fotografia: Ashkan Ashkani; montaggio: Mohammadreza Muini, Meysam Muini; musica: Peyman Yazdanian; interpreti: Reza Akhlaghirard, Soudabeh Beizaee; produzione: The Match Factory; origine: Iran, 2017; durata: 117'



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