Farah vive sulla sua pelle e con la sua voce l'estate tunisina del 2010. L'ultima della sua adolescenza, ma anche l'ultima di una nazione che si riempiva di primavera e si preparava allo sbocciare dei Gelsomini della rivoluzione. Farah, in fondo, è emblema e simbolo di un desiderio diffuso di un “oltre” che sembra così incredibilmente a portata di mano, di un domani che è così nell'aria che ci si stupisce che non sia già oggi. Canta, voce acerba di ragazza, con gli occhi chiusi e fissi nel sogno (...) -Venice days
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