La cosa che colpisce di più dal primo fotogramma di The knife that killed me è l'impianto visivo: interamente girato in studio, ambienti teatrali tipicamente neri, quinte come lavagne su cui giganteggiano scritte a mano col gessetto, disegni mostruosi, lupi dalle fauci pronte all'azzanno, teschi, linee segnaletiche che evocano morti ammazzati. Pochi elementi squarciano un bianco e nero quasi totale: un mazzo di tredici rose rosse (più da funerale che da primo appuntamento), una testa mozzata (...) -Alice nella città
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