Presentato a Sundance un mese fa, arriva a Berlino, in concorso, il biopic sul cartoonist John Callahan (1951-2010) scritto e diretto da Gus Van Sant e intitolato Don't worry, He won't Get Far on Foot (Non preoccupatevi non farà tanta strada a piedi). Non particolarmente noto in Italia, Callahan lo era abbastanza negli USA pur non essendo mai arrivato a pubblicare presso sedi prestigiosissime (“The New Yorker”, ad esempio, non accoglierà le sue avances, ce lo dice anche il film). Dei 59 anni della sua esistenza (vissuta a Portland, Oregon e dintorni) Callahan ne trascorre più della metà su una sedia a rotelle, tetraplegico, in seguito a un incidente stradale; non era lui alla guida, ma avrebbe potuto esserlo: lui e un amico – Dexter, interpretato da Jack Black - ubriachi fradici, di notte, come per la gran parte della loro giornata. L'incidente gli cambia la vita in peggio, ma anche in meglio perché da lì in avanti ha inizio una lenta e tormentata trasformazione: John smette di bere e diventa cartoonist, mentre fino a prima dell'incidente era un imbianchino ubriacone, senza arte né parte. Tanto di più da raccontare questo film non ce l'ha, bisogna dirlo subito; ma no, forse qualcos'altro: il trauma della madre che lo abbandonato e lo ha dato in adozione (uno dei temi forti di questa Berlinale) e un incontro d'amore con una hostess, interpretata candidamente da Rooney Mara.
Van Sant è bravo perché cerca sul piano della regia e della sceneggiatura di trarre il massimo nutrimento possibile da questo plot così scarso, e lo fa sostanzialmente in due modi: in primo luogo triplica il racconto in modo caleidoscopico, raccontando John all'interno di tre diversi contesti: una performance sul palcoscenico di un teatro, reiterate e ampie sessioni dell'Anonima Alcolisti quando decide di smettere di bere, e, infine, una serie di sedute più ridotte e più vicine, come genere, a incontri di tipo psicoanalitico/new age, con un gruppetto capitanato da un personaggio originale, mistico e gay che – siamo a un certo punto arrivati negli anni '80 – si ammalerà di AIDS (ben interpretato da Jonah Hill). Il film trapassa di continuo da una situazione all'altra (non a caso Van Sant risulta fra i credits anche riguardo al montaggio), anche se poi, nella seconda parte del film, l'ultima citata, la psicanalisi di gruppo (dove fa capolino anche Udo Kier, come nel film di Laura Bispuri) è quella che finisce per avere il sopravvento. La seconda modalità attuata da Van Sant per vivacizzare il plot è il ricorso all'animazione delle vignette di Callahan, vignette spesso molto scorrette sul piano politico, tanto che ogni volta che ne esce una il giornale di turno viene investito da una valanga di proteste da parte dei gruppi, delle lobbies che di volta in volta si sentono offesi per la spudoratezza del vignettista. Se il film, malgrado una innegabile ripetitività e dunque un'eccessiva lunghezza, sta in piedi lo si deve però a Joaquim Phoenix che una volta di più dimostra di essere un grande attore. Qui dapprima si aggira debordante in tenuta slabbrata con jeans a zampa di elefante, capelli arancioni, camicia hawaiana sudaticcia e ciabatte (un The Dude se possibile ancor più sgangherato), poi, immobilizzato in ospedale, lavora solo con le espressioni facciali, poi impazza con la sedia a rotelle a tutta birra (cadendo più volte in terra, è un ragazzino in skateboard che lo raccatta a pronunciare la frase di cui al titolo) e poi parla parla parla nelle diverse sessioni psicoterapiche di cui si diceva. Al pari di Promised Land con cui nel 2012 era venuto l'ultima volta in concorso alla Berlinale, anche Don't Worry non è un film memorabile, Gus Van Sant ha fatto, saputo fare (forse ormai qualche tempo fa…) molto di meglio. Peraltro, senza stare a scomodare La finestra sul cortile o Che fine ha fatto Baby Jane?, di film con protagonisti in sedia a rotelle se ne sono visti davvero di molto migliori: da Nato il 4 luglio a Il mio piede sinistro.
(Don't worry, He won't Get Far on Foot). Regia:Gus Van Sant; sceneggiatura: Gus Van sant fotografia:Christopher Blauwelt; montaggio: Gus Van Sant, David Marks interpreti: Joachim Phoenix (John Callahan), Jonah Hill (Donny), Rooney Mara (Annu), Jack Black (Dexter); produzione:Iconoclast, Los Angeles, Amazon Studios, Los Angeles, Anonymous Content, Los Angeles; origine: USA 2018; durata: 113'.
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