Amélie è nata in Giappone. Per caso. O, almeno, così dice a chi glielo chiede. Ci ha poi vissuto per cinque anni: in tempo per imparare un paio di filastrocche e qualche parola di uso più immediato. Poi si è trasferita in Belgio, da dove, in fondo, venivano i suoi genitori, ma si è sempre portata appresso l'idea del Giappone come un rimpianto, come una casa a cui tornare. Rinri, da parte sua, è un ragazzo giapponese della Tokyo nuova. Quella tecnologica che guarda con inesausta ammirazione la (...) -CINEMA
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