sabato 30 novembre 2019

Butt Boy è un film (molto) originale che racconta di un uomo con l'ossessione di mettersi oggetti su per il...


Nonostante l'assurdità della premessa, si tratta di un thriller tanto folle quanto serio. E a quanto pare ben riuscito.

Siete stanchi di sequel, prequel, reboot, remake? Avete voglia di storie originali e coraggiose?
Se sì, la pensa come voi anche Tyler Cornack, sceneggiatore e regista del film Butt Boy. Sapete che "boy" significa "ragazzo", potreste però non sapere che "butt" è l'equivalente italiano di "sedere", "chiappe" o, per essere un po' meno edulcorati, "culo".
Ecco, un buon pilastro della storia del film riguarda il didietro del protagonista e il personale piacere che prova nell'inserire all'interno oggetti di uso comune, a seconda come si senta quel giorno, di quale nuova intima sensazione abbia voglia di sperimentare. Ma attenzione, Butt Boy non è un film parodia, non appartiene al genere comico né a quello pornografico. Si tratta di un crime thriller, con sfumature di commedia e science-fiction, che è stato presentato al Fantastic Fest di Austin in Texas e, a quanto pare, è un buon film.
Ora, innalziamo il vessillo dell'originalità e difendiamolo continuando a leggere.

Con un budget molto low di 150 mila dollari, Butt Boy racconta la storia di Chip Gutchell, un uomo intorno ai 40 con un lavoro che detesta, un matrimonio ormai spento e che è anche preda del disorientamento di essere diventato un neo padre. Poi arriva il giorno del suo primo esame alla prostata che comporta un controllo per via rettale da parte del medico. In quella situazione, per quanto clinicamente fredda e motivo di disagio e d'ansia per molti, Chip trova conforto, relax e qualche curioso brivido. Leggermente sconvolto, l'uomo non sa porsi domande e tantomeno trovare risposte, ma è certo di voler sondare meglio quella sensazione.
A questo punto sono trascorsi soltanto tredici minuti dall'inizio del film e siamo di fronte a una delle più bislacche introduzioni di un personaggio viste in un film. No, ci dispiace, non faremo alcun doppio senso con la parola "introduzioni".

Chi altro poteva ingaggiare Tyler Cornack per il ruolo di protagonista se non se stesso? Si è saggiamente risparmiato la fatica di convincere qualcuno della bontà della follia che aveva in mente, assumendosi ogni rischio nel metterci la faccia. E anche il culo, certo.
La storia prosegue e l'attività di Chip diventa presto una dipendenza. Ha bisogno di parlarne, di confrontarsi, e lo fa partecipando agli incontri di gruppo con gli alcolisti anonimi, senza rivelare che alla bottiglia ci si attacca sì, ma non per bere. Qui, dopo molto tempo, conosce il nuovo arrivato Russel Fox, uno stereotipato poliziotto che lo trascina in un caso su cui sta indagando a proposito di un bambino svanito nel nulla. Il poliziotto però inizia a nutrire sospetti sul suo nuovo amico, tanto da indurlo a credere che abbia qualcosa a che fare con quella scomparsa.

I critici che hanno visto il film elogiano la serietà con cui l'autore maneggia il soggetto. Tanto è ridicola la premessa quanto austero è lo sviluppo. "Cornack allestisce la messa in scena come se fosse un film di Michael Mann o David Fincher" sostiene Rafael Motamayor, "nonostante la sua natura satirica, la storia è raccontata in modo diretto e senza ironia" scrive Stephanie Greenhaw che aggiunge "non avete mai visto niente del genere".
Butt Boy non è un film per tutti, è evidente. È disturbante, forse anche rivoltante, ma a quanto sembra geniale abbastanza da annotarselo e dargli una chance per quando comparirà prima o poi su una piattaforma streaming. Prendendo in prestito e adattando la battuta più famosa de Lo squalo, nonché una delle più citate della storia del cinema, ci sarebbe da dire "You're gonna need a bigger butt".
Qui sotto il teaser trailer di Butt Boy.



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