martedì 28 febbraio 2017

L'arte del cinema - Scritti teorici e riflessioni didattiche [libro]

"In passato non avevamo il cinema, ora si. La fondazione del nostro cinema si compie a partire da Kulešov. Noi facciamo film. Kulešov ha fatto cinema"
- Vsevolod Pudovkin, Leonid Obolenskij, Sergei Komarov

Per ogni studioso di cinema, Lev Vladimirovič Kulešov (1899-1970) è un punto di riferimento per lo studio dell'arte cinematografica, sia in un contesto ben circoscritto, come quello sovietico, sia in una accezione ben più vasta, in rapporto con l'evoluzione del cinema americano e nel naturale confronto tra esso e la genesi di un certo modo di realizzare cinema propriamente di sinistra (come definito dallo stesso Kulešov).

La figura di Kulešov è stata accostata troppo spesso solo alla sua più eclatante invenzione pratica-teorica, il cosiddetto “effetto Kulešov”, il celebre effetto di montaggio volto a creare una relazione diretta tra elementi diversi semplicemente accostandoli tra di loro, un passo importante verso la scoperta della complessità e dinamicità che lo sfruttamento del montaggio cinematografico poteva infondere nell'opera filmica. Ma Kulešov è stato soprattutto esperto e fine docente universitario, scienziato e teorico del cinema alla perenne ricerca della verità nascosta dietro l'immagine proiettata: il cinema secondo Kulešov è un organismo vivente composto da elementi essenziali e volti alla costruzione di un'opera che fosse in grado di mostrare ben più di quanto l'occhio fosse in grado di percepire a una prima visione.

Autore di numeri scritti, diari e registri di scena, a Kulešov va riconosciuto il merito di aver riportato con cura certosina le esperienze praticate sul campo (assieme ai suoi studenti-assistenti), per rielaborarle e trasformarle in sunti teorci sulle innumerevoli possibilità di evoluzione che il cinema sovietico avrebbe dovuto studiare e adottare per provare quantomeno a raggiungere la complessità artistica del cinema americano e, in special modo, prendendo come riferimenti due geni della settima arte, ovvero D. W. Griffith (considerato il padre del grande cinema americano) e Charlie Chaplin.

La Dino Audino Editore ha il grande merito di aver pubblicato L'arte del cinema – Scritti teorici e riflessioni didattiche (risalente al 1929), che si da il caso sia il primo testo di Kulešov tradotto in italiano. Tra le pagine di questo breve ma rigoroso saggio, l'autore non si crogiola sul semplice “effetto di montaggio”, ma quasi lo accantona per immergersi in una lezione sul cinema da inquadrare in ogni singolo elemento di cui è composto; così ogni capitolo tocca un diverso aspetto su cui soffermarsi a riflettere, ponendo a confronto le tecniche e i princìpi teorici del poco dinamico cinema sovietico con il più strutturato cinema americano: il cinema secondo Kulešov non si esaurisce nelle singole inquadrature e nella mimica degli attori, ma prende vita dall'unione di elementi essenziali, inscindibili tra loro, a cominciare dalle innumerevoli potenzialità offerte dal montaggio volto a sfruttare il materiale cinematografico che sta alla base di ogni scelta, di ogni motivazione proposta dal regista; ma non solo, poichè l'autore si prodiga nello studio degli strumenti tecnici, dall'illuminazione agli oggetti di scena, dall'importanza della sceneggiatura alla necessità propria di ogni grande attore di evolvere la propria tecnica recitativa, modificandola da quella usata per il teatro, senza dimenticare l'immane lavoro che sta dietro alla pura meccanica cinematografica, ossia ai metodi di produzione di un film.

Essendo un saggio scritto di proprio pugno da Kulešov, L'arte del cinema – Scritti teorici e riflessioni didattiche si giova delle numerose riflessioni sullo stato culturale e politico dello Stato sovietico degli anni Venti, senza mai esagerare con inutili digressioni o distaccandosi dal nucleo focale dell'opera, ovvero quella di smembrare un corpo quasi morto e immobile come il cinema russo di quegli anni, per poterne curare le patologie che lo affliggono; e la cura di tutti i mali, per Kulešov, risiede nello studio del montaggio in quanto aggregatore e motore di tutti quegli strumenti fisici e concettuali propri del linguaggio filmico innovativo già prospettato dal cinema americano.

Un compendio magico, rivelatorio, scritto da un professore a tutti quegli studenti o potenziali tali affamati di cinema. Per questo, adatto a tutti gli addetti ai lavori e ai timorosi - ma curiosi - interessati durante il primo giorno di scuola.

Autore: Lev Vladimirovič Kulešov
Titolo: L'arte del cinema – Scritti teorici e riflessioni didattiche
Titolo originale: Iskusstvo Kino (1929)
Traduzione: Marella Fasano (tradotto dall'inglese Art of cinema, 1974)
Editore: Dino Audino Editore
Dati: 95 pp.; cura, prefazione e postfazione di Giampiero Frasca
Anno: 2016
Prezzo: 13,00 €
Isbn: 978-88-7527-329-3
webinfo: Scheda libro sul sito Editore



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