Sulla mafia il cinema ha più o meno già detto tutto quello che c'è da sapere (o è permesso sapere), e il fatto che un eccellente documentarista come Salvo Cuccia si sia per la prima volta accostato al lungometraggio di finzione con una storia di mafia lascerebbe intuire una scelta indotta, quando non costretta, dagli enti finanziatori del film (tra i quali la Rai), e dettata da esigenze di puro mercato. Per fortuna non è vero. Le cose sono andate ben diversamente, infatti, e Salvo Cuccia, che è (...) -Torino Film Festival 2015
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