venerdì 1 ottobre 2021

Un englishman a Bari: Timothy Spall ci racconta The Last Bus

Era da molto tempo che volevamo incontrare Timothy Spall, che i bambini ricorderanno come il Codaliscia della saga di Harry Potter e l'Arthur Paw di Lemony Snicket - Una serie di sfortunati eventi. Per noi Spall è legato al cinema di Mike Leigh, in particolare a Segreti e bugie e a Turner, che ha valso all'attore il premio per la migliore interpretazione al Festival di Cannes. Di recente Spall è stato fra gli interpreti di Spencer, e il Bari International Film Festival 2021 lo ha chiamato per The Last Bus, film della sezione Panorama Internazionale. Timothy vi interpreta un uomo molto anziano e malridotto che compie un viaggio attraverso la Gran Bretagna fino a dove, tanto tempo prima, ha subito un trauma insieme alla moglie. La regia è di Gillies MacKinnon e nel cast c'è anche Phyllis Logan, che ricordiamo in Downton Abbey.
Abbiamo intervistato Timothy Spall nella hall del suo hotel, dove si è presentato con un abito chiaro, scarpe con i lacci nere, fazzoletto nel taschino e l'aria sorridente. Per prima cosa ci ha parlato della sua fascinazione per Tom, il protagonista di The Last Bus: "Il film parla di un viaggio fisico, che in realtà contiene il viaggio emotivo e spirituale del protagonista. Quello che mi è piaciuto è stata l’ossessione di quest’uomo per questo viaggio. Da un lato il suo è un cammino sulla strada dei ricordi e nasce dal desiderio, che spesso caratterizza le persone anziane, di fare determinate cose finché si è ancora in tempo, e poi c'è la voglia di ripercorrere le tappe di un periodo della sua vita e di quella di sua moglie, che che sono scappati dal posto in cui vivevano a causa di una tragedia. Nello stesso tempo, però, Tom deve assolutamente partire perché ha bisogno di confrontarsi con i suoi fantasmi, di affrontarli, di chiudere un capitolo, di far pace con il dramma che lo ha unito tantissimo a sua moglie e contemporaneamente lo ha allontanato da lei per l'incapacità di parlare dell'accaduto”.

Nel suo viaggio Tom incontra persone gentili e persone maleducate. Crede che il film sia un ritratto della Gran Bretagna di oggi? Com'è cambiato il paese negli ultimi tempi?

Ovviamente il nostro paese è cambiato moltissimo a causa della pandemia. Tutto il mondo sta tirando un sospiro di sollievo e tutti sono più gentili. Tom si imbatte in persone generose e anche persone sgradevoli, viene derubato da una ragazza che ha seri problemi con la droga, interviene in una lite scatenata dal razzismo di un uomo ubriaco che offende una ragazza musulmana. Ciò che succede a Tom è che, dopo essere rimasto confinato in una delle zone più remote della Scozia, arriva fin nella parte più a Sud della Gran Bretagna, e quello che incontra è un mondo del quale magari era consapevole ma con cui non si era mai mescolato perché preferiva isolarsi. Tom Ha 90 anni, è molto molto malato e sta per morire e, paradossalmente, ciò che gli succede durante questo viaggio in mezzo a situazioni ed emozioni contrastanti è che viene riportato alla vita. Capisce che là fuori c'è un universo che è cambiato, che è abitato principalmente da persone buone, ma anche da persone cattive, e le persone cattive nella maggior parte dei casi sono così perché hanno dei problemi. Quindi, sì, il film è un'istantanea della Gran Bretagna di oggi, ma anche di una persona che in certo senso sta compiendo un viaggio verso la morte ma che durante il tragitto ritorna a vivere. Ed è incredibile il coraggio che quest'uomo dimostra, perché è come se fosse stato ucciso di continuo, per esempio dalla recente morte della moglie. Il suo è un eroismo silenzioso. Ho amato la sua determinazione, che è la determinazione di una persona giovane prigioniera in un corpo fragile, sofferente, che si sta sbriciolando. Quindi il film è la celebrazione di uno spirito guerriero racchiuso in un involucro in via di distruzione.

Anche fare un film può significare, specialmente per un attore, un ritorno alla vita?

Quello che mi piace di questo lavoro è diventare qualcun altro, invece di fare in modo che il personaggio che mi affidano somigli a me, perché il personaggio è sempre molto più importante di me. Tutti gli attori dovrebbe pensarla così, anche perché l'unica cosa che li rende importanti è diventare dei personaggi. Naturalmente cerchi dentro di te, perché sei la cassetta degli attrezzi necessaria alla costruzione del personaggio, insomma gli attori sono strumenti, ma ogni tanto il loro ego li spinge a negarlo, e così si sentono frustrati, ed è una reazione naturale. Ma se ti trovi a interpretare qualcuno che ne sa più di te su un qualsiasi argomento, o che è più intelligente di te, magari, se ti avvicini con modestia, diventi tu stesso più intelligente, apprendi qualcosa. Inoltre i film sono storie raccontate, e la gente racconta quotidianamente storie: su come si veste, su cosa ama, su cosa ha fatto durante il giorno. I film sono semplicemente una forma più sofisticata del raccontare storie, e se impari queste storie, imparerai qualcosa in più sulla vita.

Credo che gli attori inglesi siano i più bravi del mondo. Qual è il vostro segreto?

Forse dipende dalla varietà di ruoli che ci vengono offerti, dalla tradizione teatrale e letteraria, dalla preparazione, ma credo che ci siano anche attori italiani fantastici, così come sopraffini attori americani. Tutto il mondo è pieno di validi attori. Forse gli attori inglesi hanno una reputazione migliore perché li troviamo in tantissimi film americani, dal momento che inglesi e americani parlano la stessa lingua, quindi io ho più opportunità, per esempio, di un attore italiano.

Il lavoro fisico che ha fatto sul suo personaggio è straordinario. Non dev'essere stato facile muoversi e camminare come un novantenne…

Tom è animato da una straordinaria forza interiore, ma contemporaneamente è consapevole della debolezza del suo corpo, e quando osservi una persona anziana, ti accorgi che quando comincia a correre, va più piano di quando cammina, perché lo sforzo di mettersi a correre la rallenta. Inoltre, se vedi un anziano che dà un calcio a un pezzo di carta sulla strada, lo fa con rabbia, perché se lo calpestasse potrebbe cadere, potrebbe finire in ospedale e non uscire più, e se attraversa la strada, non sembra che scenda da un marciapiede ma da da un muretto, per poi attraversare un campo di battaglia e risalire in cima all'Etna. E’ tutto relativo, quindi ogni cosa che sembra normale e facile quando sei giovane, da vecchio può diventare per te una questione di vita o di morte. E poi la forza di gravità ti attira verso il suolo, tutto casca: la faccia, le spalle. E tutto ti costa grande fatica: muoversi, vestirsi, e quindi, quando sei anziano, ogni secondo della tua vita ti ricorda che sei fragile, e se il tuo spirito è forte, ti senti molto frustrato, ed è questo che mi è piaciuto di Tom.



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