giovedì 2 aprile 2020

A Serious Man: Il Film più personale dei fratelli Coen, quello del ritorno a casa


L'infanzia dei fratelli rievocata nelle atmosfere del loro Minnesota di provincia e nella formazione ebraica.

Nel corso di un incontro con il direttore, più che con il pubblico, di Ethan Coen allo scorso festival di Roma, per molti versi fallimentare, uno dei pochissimi momenti umani da parte dello sceneggiatore è stato quando gli è stato chiesto di rievocare un loro titolo a cui sia particolarmente legato. A Serious Man, per I fratelli Coen, non è un film come gli altri. È il film in cui sono tornati a casa, nel Minnesota del grande freddo in cui sono nati e cresciuti, di cui hanno rievocato i cieli grigi, le atmosfere, la scuola ebraica, i personaggi e volti incontrati e rimasti indelebilmente nella loro anima.

A Serious Man, il film

Il figlio del protagonista prende lo scuolabus per andare a scuola. Nel film i suoi compagni vengono chiamati con i nomi dei compagni di scuola di Ethan e Joel. La sinagoga in cui si sono svolte le riprese è proprio quella che loro frequentavano da ragazzi, la B’nai Emet, nella città natale St.Louis Park, Minnesota.

Solo alcuni elementi che confermano quanto sia personale e legato alla loro infanzia questo film, uscito nel 2009, che infatti è firmato, come registi, da entrambi. L’inizio, una sorta di prologo slegato dal resto della storia, è un corto/racconto per introdurre lo spettatore alla tradizione yiddish. Il film ha ottenuto due nomination agli Oscar: per il miglior film e la miglior sceneggiatura originale.

Siamo nel 1967 a Bloomington, Minnesota, e seguiamo le sorti del professore di fisica Larry Gopnik (Michael Stuhlbarg), in attesa di ottenere una posizione di ruolo all’Università del Midwest. È tranquillo, pacifico, ma intorno a lui sta per esplodere tutto: la moglie vuole il divorzio, il figlio si riempie di canne e se ne frega della preparazione per il suo Bar mitzvah, la figlia gli ruba soldi e il fratello non lavora e dipende da lui. Non basta? Allora aggiungiamo che arrivano in dipartimento delle lettere anonime che intimano di non dargli una cattedra. È solo l’inizio di una depressa serie di eventi che scuotono la vita disperata di un uomo comune che vive con un mille zavorre sulla schiena. E la religione? Non mancano i riferimenti biblici, in particolare ai dubbi esistenziali di Giobbe. Non gli resta che chiedere ai rabbini come mai Dio si accanisca su una brava persona come lui. Inutile dire, che la risposta non sarà proprio quella che sperava, o non sarà proprio.

il protagonista Michael Stuhlbarg, un caratterista di lusso

Come detto, il protagonista del film, nominato ai Golden Globe per l’interpretazione, è il californiano Michael Stuhlbarg, grande caratterista del cinema americano, apprezzato per tanti ruoli di contorno sempre efficaci. Educato nell’ebraismo riformato californiano, progressista e tollerante, ha studiato alla celebre Julliard School di New York, prima dintornare nella sua costa ovest iscrivendosi a UCLA. La formazione e l’inizio della carriera è all’insegna del teatro, con una prima nomination ai Tony e molti spettacoli, sia a Broadway che off, lavorando con grandi autori come Sam Mendes, Tom Stoppard. Al cinema e in televisione si limita a piccole parti, prima dell’esplosione proprio con A Serious Man, bissata due anni dopo da Hugo Cabret di Martin Scorsese, poi Men in Black 3, Lincoln di Spielberg, La forma dell’acqua, The Post e un bellissimo ruolo in Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino, nei panni del padre del giovane protagonista, che gli regala un monologo davvero stupendo. 



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