martedì 31 ottobre 2017

Thor: Ragnarok

Il percorso cinematografico Marvel fissa un'altra tappa del suo cammino che conduce al crossover-evento Avengers: Infinity War, previsto per il prossimo maggio; Thor: Ragnarok rappresenta il terzo capitolo in solitaria del Dio del Tuono, figlio di Odino e fratello dell'infido Loki, e una netta deviazione dal precedente tracciato della storia di Thor. Le atmosfere romantiche e terrestri (incarnate dalla Jane di Natalie Portman) dei primi due film sono sostituite da quelle sgargianti e spaziali di quest'opera, guadagnandone in spettacolarità ed eccentricità; mentre le dinamiche familiari continuano ad essere la base solida su cui proseguire il discorso.

Dopo un lungo peregrinare in giro per l'Universo, Thor torna nel suo pianeta natale, Asgard, trovandolo notevolmente cambiato dall'influenza di Loki; intanto una vecchia conoscenza di Odino torna a reclamare il trono, allontanando i due fratelli dal regno, mentre il tanto annunciato Ragnarok, la distruzione e la rovina degli dei, incombe su Asgard. La missione di Thor è quella di raggiungere la sua casa prima che sia troppo tardi e vincere, quindi, le forze maligne che minacciano il pianeta.

La trama di Thor: Ragnarok non è niente più di un pretesto per mettere in scena la prorompente potenza dello spettacolo e della meraviglia portata avanti da questo genere di produzioni cinematografiche; il giocattolo di Kevin Feige continua a restare in piedi, nonostante una palese perdita di smalto ed originalità col passare degli anni. Interessante il fatto che, per mantenere alto il livello di attenzione e genuinità dei prodotti Marvel, ci si aggrappi senza pudore a generi, toni ed atmosfere diverse (da pellicola a pellicola) ma familiari al pubblico. È così che il miglior film Marvel degli ultimi anni, Captain America: The Winter Soldier, trae nuova linfa dallo spionaggio (e da Robert Redford), allo stesso modo il sottovalutato Ant-Man dall'heist movie, il nuovo (?) Spider-Man dal teen movie, e questo Thor dalla fantascienza al neon degli anni '80. L'opera di Taika Waititi cavalca il revival ormai in voga (basti pensare al fenomeno Stranger Things) con musiche synthpop e un look visivo colorato e sgargiante, riprendendo il discorso intrapreso dai Guardiani della Galassia Vol.1 (un orientamento perduto ma soprattutto sperperato nel deludente Vol.2), fondendosi perfettamente con il fantasy, l'action e l'avventura spaziale. Così trova motivo di esistere la grande parentesi centrale del film, quella eccentrica e singolare, la parte più coinvolgente di Thor: Ragnarok, ma anche la più inutile da un punto di vista puramente narrativo e discorsivo, un intermezzo che è finestra sul bizzarro pianeta di Sakaar e sull'avventura personale del protagonista in quel luogo. Il resto è ancora esplorazione del rapporto Thor-Loki, del mondo di Asgard e delle potenzialità di Thor a prescindere dal noto martello divino; gli approfondimenti dei personaggi principali svelano, quindi, quello che rimane il grande punto di forza delle produzioni Marvel, ovvero la fidelizzazione del pubblico, conquistato in precedenza e (quasi) mai deluso in seguito, attraverso una coerenza interna invidiabile (soprattutto dalla DC) e una coerenza esterna (intesa come coesione dei vari tasselli narrativi dell'universo di riferimento) impossibile da replicare.

Un altro aspetto da considerare è la presenza costante di grandi attori per parti più o meno importanti, in questo caso Cate Blanchett, nel ruolo della perfida Hela, e Jeff Goldblum, in quello dell'estroso Gran Maestro, personaggi sempre (colpevolmente) abbozzati ma validi grazie al carisma che gli stessi attori sanno apportare. Graditi, quindi, i numerosi camei sparsi nelle due ore di visione, causa e conseguenza della suddetta partecipazione dello spettatore appassionato.

Thor: Ragnarok si configura, infine, come uno spettacolo cinematografico potente ed appassionante, reiterando ancora e ancor di più le caratteristiche principali delle produzioni Marvel, eppure mantenendo intatta l'intenzione dichiarata di divertire e intrattenere le masse. Il Marvel Cinematic Universe sembra rimasto l'unico modo per raccontare con efficacia e successo il mondo dei supereroi. Di certo è il più spensierato.

(Thor: Ragnarok); Regia: Taika Waititi; sceneggiatura: Eric Pearson, Craig Kyle, Christopher Yost; fotografia: Javier Aguirresarobe; montaggio: Joel Negron, Zene Baker; musica: Mark Mothersbaugh; interpreti: Chris Hemsworth, Tom Hiddleston, Cate Blanchett, Idris Elba, Jeff Goldblum, Tessa Thompson, Karl Urban, Mark Ruffalo, Anthony Hopkins; produzione: Marvel Studios; distribuzione: Walt Disney Studios Motion Pictures; origine: USA, 2017; durata: 130'.



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