lunedì 16 ottobre 2017

Rovito (CS), 17 ottobre: proiezione di "Elvis e Nixon"

QUANDO IL PRESIDENTE INCONTRÒ IL RE (DEL ROCK'ROLL) MARTEDÌ 17 OTTOBRE ALLE ORE 21 AL TEATRO COMUNALE DI ROVITO IL CINEFORUM "FALSO MOVIMENTO" PER IL TERZO INCONTRO DEL CICLO "UGO G. CARUSO È EL CIUDADANO ILUSTRE" PROPONE "ELVIS & NIXON" (USA 2016) DI LIZA JOHNSON

Dopo Miles Davis, Brian Wilson, Carole King, Jimi Hendrix ed altri grandi artisti del jazz, del rock o del pop c'era da aspettarsi che Ugo G. Caruso avrebbe dedicato le sue attenzioni al Re del rock and roll di cui era un accanito fan proprio al tempo raccontato nella commedia divertente e sottile diretta da Liza Johnson passata un pò in sordina sui nostri schermi come spesso capita ai prodotti più raffinati d'oltreoceno per colpa di una critica distratta e sempre più routinier e di un pubblico dal gusto irrimediabilmente omologato che si assottiglia peraltro sempre più. Il film di Liza Johnson ruota intorno alla foto più celebre e richiesta negli Archivi della Casa Bianca, quella scattata il 21 dicembre 1970 che ritrae il Presidente Richard Nixon insieme all'incontrastato e leggendario Re del rock and roll, proprio lui, Sua Maestà Elvis Presley. Partendo da quello scatto divenuto un'icona pop quintessenzialmente americana, "Elvis e Nixon" ricostruisce le ore che portarono a quell'incontro realmente avvenuto quanto ancora oggi apparentemente improbabile tra l'uomo più potente del mondo che poco dopo avrebbe vissuto la sua irreversibile parabola discendente con lo scoppio dell'affare Watergate, la minaccia di impeachment e le conseguenti, mestissime dimissioni e il divo più popolare e amato dell'enterteinment nazionale colto nel breve segmento temporale che va dal riuscito come back con "In the ghetto" e "Suspicious minds" alla trasformazione in vedette da luna park, depresso, obeso, dipendente da mille farmaci che lo avrebbero portato alla morte nel '77, a soli 42 anni, bolso beniamino dell'America più tradizionalista, ormai superato dai tempi e dagli artisti espressi dai tumultuosi e fervidi anni sessanta, più in sintonia con la nuova era. Proprio di fronte ad un mondo divenutogli sempre più incomprensibile, Elvis che lo osserva dal suo isolamento nella reggia di Graceland, matura la bizzarra decisione di mettersi al servizio del suo paese per contrastare con ogni mezzo il dissolvimento della Grande Nazione che lo ha divinizzato. Le violente proteste contro la guerra in Vietnam, le rivendicazioni sui diritti civili, i proclami minacciosi delle Black Panthers, il diffondersi delle droghe, i nuovi costumi libertari, il movimento hippie con i suoi oceanici raduni, la popolarità planetaria dei Beatles tra le nuove generazioni e soprattutto quel John Lennon, un tempo suo dichiarato fan rivelatosi poi un ingrato propagandista antiamericano, forse al servizio dei comunisti e dell'Unione Sovietica, rendono molto inquieto il ragazzo di Tupelo che decide di chiedere un incontro al Presidente Nixon per proporsi come "agente federale aggiunto" allo scopo di infiltrarsi insospettabilmente nel mondo del rock per sabotarne i piani sovversivi. Da sovrano quale sa di essere, saltando J. Edgar Hoover, l'oscuro e potentissimo direttore dell'Fbi, pensa bene di chiedere un appuntamento direttamente al presidente Nixon alla Casa Bianca. A questo scopo mobilita un vecchio amico del suo entourage e muove improvvisamente verso Washington. Dapprima il presidente non ne vuole proprio sapere, pur pressato dai suoi zelanti collaboratori che intuiscono l'enorme portata mediatica dell'evento da sfruttare per rafforzare il consenso dell'amministrazione presso i giovani. Poi qualcosa, piano piano gli fa cambiare idea... Il film di Liza Johnson racconta con fine tratteggio psicologico e grande sense of humour la storia di questo incontro, di un'inattesa scoperta affinità tra due personalità molto lontane ma accomunate da manie, ossessioni, autismi. Notevolissime le prove dei due protagonisti principali: Michael Shannon riproduce magnificamente la profonda solitudine e il crescente malessere del divo senza somigliargli neppure un pò, tanto tenebroso e angoloso lui quanto solare e rassicurante il vero Elvis, mentre dal canto suo, Kevin Spacey torna nello Studio Ovale dimenticando totalmente Frank Underwood e dando di Nixon, il "Tricky Dicky" bersagliato dalla stampa e dalla satira liberal statunitense, una versione apparentemente più affabile e umana ma in realtà non meno severa di quelle pur straordinarie recentemente offerte da Anthony Hookins e Frank Langella. Un film imperdibile per chi ama la storia del rock e la Storia tout court.



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