Più spostati verso La bella gente (2009) che verso Gli equilibristi (2012). Perché quel bravo Mastandrea era in fondo un impiegatuccio contemporaneo finito dolorosamente nella tempesta (non solo) economica del presente, ed il suo personaggio, il povero Giulio cacciato di casa dalla moglie, era soprattutto un proiettore di presente, un testimone della crisi generale. Uno strumento dal suono preciso, sul quale, tuttavia, lo sguardo del regista, pur inquadrandolo costantemente, si posava appena. (...) -Venezia 71
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