La mitologia greca ci insegna che l'isola di Lemno, localizzata nella parte settentrionale del Mar Egeo, era abitata solamente da donne, che avevano sterminato, per volontà di Afrodite, i loro mariti. La dea, capricciosa come tutte le divinità dell'Olimpo, si era adoperata affinché le lemniadi emanassero un cattivo odore, rendendole così inavvicinabili.
Le tre protagoniste femminili de Le donne al balcone si trovano a domandarsi se un mondo senza uomini sarebbe migliore, e probabilmente la risposta la conoscono già, ma, al contrario delle loro sorelle dell'antichità, non sono respingenti ma sensuali e hanno a cuore soprattutto la propria libertà, che sia libertà di pensiero, di amare chi si vuole, di assecondare i propri desideri, di mostrare il corpo, di fuggire da persone e relazioni tossiche. Ruby, Nicole ed Élise non vorrebbero un mondo senza uomini, ma un mondo in cui il mistero di una donna, che significa la possibilità di dare la vita, sia finalmente una scelta e non un castigo. In questo universo "parallelo" nessuno dovrebbe dire che una donna che è stata vittima di uno stupro "se l'è cercata". Questo qualcuno dovrebbe anche chiedere permesso prima di entrare nello spazio sacro dell'intimità femminile, trattando con gentilezza "la padrona di casa" e rispettando le sue regole.
Nel film di Noémie Merlant, scritto insieme a Céline Sciamma (Il ritratto della giovane in fiamme, Petite maman), le regole vengono infrante e la vendetta si compie con i modi e i toni della favola punk, come la regista ama definire il suo secondo lungometraggio.
Le donne al balcone è nelle sale da oggi distribuito da Officine UBU, pronto ad assestare un pugno nello stomaco al patriarcato e alla violenza contro le donne attraverso un linguaggio stilistico particolarissimo e un solido pool di interpreti, che abitano personaggi "densi" e sfaccettati sotto la guida di una filmmaker con le idee molto molto chiare.
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Le donne al balcone: la trama e il trailer
Ruby e Nicole sono due giovani amiche che vivono in un vivace condominio nel cuore di Marsiglia. Mentre Ruby intrattiene i clienti con la sua attività di camgirl, Nicole passa le giornate a spiare dal balcone l'attraente vicino di casa, per il quale nutre una forte attrazione. Durante una torrida giornata estiva, la loro amica Élise, in fuga dal fidanzato opprimente, si precipita a casa delle amiche e all'arrivo tampona inavvertitamente proprio l'auto del vicino misterioso. Con il pretesto di discutere un risarcimento, le ragazze accettano l'invito per un drink a casa del vicino, entusiaste all'idea di conoscere finalmente l'uomo dei loro sogni.
Le donne al balcone e la scrittura come testimonianza e rimedio
Come in una commedia di Luigi Pirandello, ne Le donne al balcone la vita e l'arte si intrecciano, e quindi la realtà va a braccetto con la finzione. Ci sono gli incubi a occhi aperti di Nicole, che è alle prese con il suo primo romanzo, e c'è soprattutto, come punto di partenza, un'immaginaria love story fra una ragazza (che poi sarebbe la stessa Nicole o un suo alter ego) e il prestante dirimpettaio. Nicole forse non lo sa, ma dispone di un'arma potentissima: la parola scritta, tanto più efficace quanto più arricchita dalla fantasia, che rende il sopruso meno inaccettabile e chiama più facilmente all'identificazione. Ricordiamoci che Le donne al balcone è diretto da una donna, che ha vissuto per un po’ di tempo con delle amiche, condividendo con loro sogni, traumi, desideri e pensieri su una società maschilista e spesso misogina. Sulla sua Nicole Noémie Merlant ha detto:
Nicole è una scrittrice utopica e sognatrice. È in costante contraddizione interna tra il suo bisogno di essere sé stessa e i vecchi doveri che la società le impone, come il desiderio di piacere, di essere guardata e ascoltata dagli uomini. Questa donna resta sul balcone a scrivere e non esce più perché il mondo le è ostile, ma attraverso la scrittura cerca di inventare un mondo nuovo, dove la vita è più bella.
A Nicole la regista vorrebbe dire: "Esci dal tuo balcone, esci dalla tua zona di comfort! Inverti le prospettive”. È chiaro che attraverso Nicole il film chiede alle donne una presa di coraggio e, se il messaggio arriva forte e chiaro, è perché a supportarlo c'è un linguaggio stilistico potente, che attraverso un racconto nerissimo rende la storia di Ruby, Èlise e Nicole archetipica.
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Le donne al balcone: lo stile e il mix di generi
Nonostante sia un film "politico" e di denuncia, Le donne al balcone sceglie felicemente di essere un film di genere, anzi di generi, perché, vista la sua complessità, è impossibile ascriverlo a una determinata categoria. All'inizio la macchina da presa indugia su un cortile, sul quale affacciano diversi appartamenti e soprattutto diversi balconi, ed è logico che la mente del cinefilo appassionato di thriller vada immediatamente a La finestra sul cortile di Alfred Hitchcock. Siccome però c'è anche un pizzico di commedia e la temperatura esterna si aggira intorno ai 45 gradi e si devono indossare abiti leggeri, Noémie Merlant ha optato per una certa esuberanza, in primis nei colori e nei costumi, e perfino nel trucco. All'umorismo la regista ha affiancato la satira e ha scelto l'eccesso e il kitsch, oscillando fra poesia e intenzionale cattivo gusto. Le donne al balcone vira poi verso la black comedy a tinte horror, intrecciandosi con il fantastico. La prima parte della narrazione è morbida, colorata e gioiosa, come se ci trovassimo in un film di Pedro Almodóvar, e quindi le protagoniste parlano a voce alta e talvolta somigliano ai personaggi di un fumetto. Dopodiché, pur mantenendo un elemento buffo e assurdo, il racconto diventa carico d'angoscia, mentre si fa strada una luce sempre più tendente al verde che ricorda Grindhouse - A prova di morte di Quentin Tarantino. C’è inoltre qualcosa del cinema di Takashi Miike e delle storie di fantasmi. Più in generale, la commistione di così tanti elementi rappresenta la liberazione dei tre personaggi principali, che rifiutano ciò che la società tenta loro di imporre per seguire un cammino personalissimo e salvifico.
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Le donne al balcone è interpretato da Souheila Yacoub (Ruby), Sanda Codreanu (Nicole) e dalla stessa Noémie Merlant (Élise). A loro si aggiungono il vicino sexy Lucas Bravo (Emily in Paris), Nadège Beausson-Diagne e Christophe Montenez.
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