Durante una chiacchierata con Dax Shepard nel suo podcast Armchair Expert, l'unico e solo Frodo Baggins alias Elijah Wood ha ricordato e confermato che una delle maschere de Il Signore degli Anelli destinate agli attori che avrebbero interpretato gli orchi, era stata disegnata per replicare i connotati facciali di Harvey Weinstein. Un modo "mascherato" per mandarlo a quel paese. Stiamo parlando della fine degli anni 90 quando era la Miramax di Weinstein la società interessata a portare avanti l'adattamento cinematografico dei libri di J.R.R. Tolkien. Il progetto venne sviluppato nell'arco di un anno e mezzo con non pochi conflitti tra il regista Peter Jackson e il produttore che voleva imporgli di trasporre l'intera storia in un solo film. Riuscirono a trovare un accordo per farne almeno due, nonostante le continue minacce di Weinstein che gli diceva che lo avrebbe sostituito con Tarantino o con John Madden, il regista di Shakespeare in Love.
Quando scoprirono che Weinstein aveva nascosto loro l'intenzione di non superare 75 milioni di dollari come budget totale (per la trilogia che conosciamo sono stati necessari 280 milioni), Jackson e il suo team di artisti decisero di lasciar trapelare lo script affinché venisse visto e letto anche dagli addetti ai lavori di Hollywood, nella speranza che un altro produttore subentrasse per occuparsi di un progetto che a quelle condizioni non era possibile fare. Il piano funzionò attirando l'attenzione di Bob Shaye della New Line Cinema, il quale propose e si assunse il rischio di pianificare addirittura una trilogia. Elijah Wood racconta che anche lui, come Sean Astin che interpreta Sam, quando arrivò in Nuova Zelanda per le riprese del film, una delle prime cose che vide fu la stanza con le maschere degli orchi "e ricordo vividamente che una di quelle maschere era disegnata per somigliare a Harvey Weinstein come per dirgli di andare a fanculo".
Lo status di potente produttore cinematografico di Harvey Weinstein, come ben sappiamo, è decaduto nel 2017 quando una serie di donne si sono scagliate contro di lui accusandolo di molestie sessualie e dando origine al movimento #MeToo. Oggi 69enne, l'uomo sta scontando una pena di 23 anni di reclusione dopo essere stato riconosciuto colpevole di molestie sessuali e di stupro.
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