Per il secondo anno consecutivo, il Balkan Film Festival torna a mostrare il meglio del cinema balcanico con proiezioni esclusive, incontri con registi di fama internazionale e approfondimenti sulle tematiche più attuali. Lo scopo della manifestazione, che si svolgerà alla Casa del Cinema di Roma dal 6 al 10 ottobre, è quello di offrire, attraverso il cinema un'occasione annuale di riflessione, discussione, conoscenza della società balcanica e stimolare le coproduzioni italo-balcaniche. Ospite d'eccezione il regista macedone Milcho Manchevski, che aprirà il Festival mercoledì 6 ottobre alle 19:30 con un incontro con il pubblico intervistato dal regista e sceneggiatore albanese Roland Sejko.
Leone d’Oro alla 51ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia con Prima della pioggia, considerato dai critici di tutto il mondo uno dei migliori film della cinematografia internazionale e inserito dal New York Times nella lista dei Migliori 1000 Film mai realizzati, Manchevski è stato tra i primi ad affrontare, in maniera simbolica e poetica, il conflitto in Jugoslavia. Nella serata di apertura della manifestazione, il regista incontrerà il pubblico per riflettere sul ruolo del cinema nella costruzione della società nei Balcani. Seguirà la proiezione del suo ultimo lavoro Willow, intensa storia sulla maternità in cui la donna assume un ruolo di avanguardia nella rottura della tradizione e nel rispetto della vita. La donna diventa per Manchevski protagonista del dramma cinematografico del presente, che sollecita urgenti soluzioni ai problemi della contemporaneità.
Altro tema in primo piano in questa seconda edizione è proprio il ruolo della donna nella società e nella cinematografia balcanica. Sabato 9 ottobre alle 19:00 il Festival presenta il panel “Cinema al femminile nei Balcani” cui prenderanno parte le registe Andrea Štaka, Antoneta Kastrati, More Raça moderate dalla Dott.ssa Luisa Chiodi, Direttrice scientifica dell’Osservatorio balcani e caucaso transeuropa. Nella fertile, straordinaria produzione cinematografica delle registe balcaniche di successo, quali sono i temi prioritari? Quali sono le differenze rispetto alla cinematografia dei loro colleghi uomini? Una diversa visione della società? Una diversa aspettativa di futuro? In particolare, vi sono differenze nel racconto femminile sulla politica, la pace, la guerra, l’ambiente, la famiglia, l’emigrazione e su se stesse? Tematiche importanti, alle quali il Festival prova a rispondere con una significativa selezione di film realizzati da registe dell’area balcanica.
Andrea Štaka, regista di origini slave vincitrice con Das Fräulein del Pardo d’Oro al Festival del Cinema di Locarno 2006, sarà in collegamento dalla Svizzera dove vive e lavora come regista e produttrice. Il Balkan Film Festival presenta in anteprima italiana Mare, il suo ultimo lungometraggio in selezione alla Berlinale 2020: storia di una donna, moglie e madre, che immagina una vita diversa finché uno sconosciuto viene a vivere alla porta accanto.
Antoneta Kastrati è una regista kosovara che, dopo essere sopravvissuta alla guerra, ha preso in mano una telecamera e ha iniziato a realizzare cortometraggi e documentari pluripremiati. Dopo aver completato gli studi di regia presso l’American Film Institute di Los Angeles ha realizzato il suo primo progetto di lungometraggio narrativo, Zana, presentato in anteprima al Toronto International Film Festival e candidato agli Oscar 2020.
La ventinovenne More Raça presenta la sua opera prima, Galaktika e Andromedës (La galassia di Andromeda, 2020), una denuncia del degrado sociale postbellico visto con gli occhi di una giovane donna: uno sguardo resiliente nell’aridità del Kosovo contemporaneo.
Alla presenza dell’Ambasciatore del Kosovo in Italia Lendita Haxhitasim, le registe Kastrati e Raça, sono anche coinvolte nel Focus Kosovo, una sezione del festival che indaga su un’area cinematograficamente in rapida crescita. Nella effervescente produzione di questo piccolo Paese emergono le tracce dolorose della memoria placate dalle energie del nuovo: tra le donne, tra i giovani, nella diaspora e nella permanente tentazione dell’emigrazione.
Il festival omaggia il Maestro Goran Paskaljević con la proiezione di Honeymoons. Ricordando il grande regista serbo recentemente scomparso, il giornalista e critico Nicola Falcinella e il regista Roland Sejko presentano una delle personalità più ricche e graffianti del cinema balcanico.
Stimolare la co-produzione cinematografica tra Italia e regione balcanica è uno degli obiettivi principe del Festival, in linea con quanto indicato da ANICA, MiC e dai Centri di cinematografia dei paesi dell'area Balcanica in occasione dell’ultima Berlinale. Il film di chiusura della manifestazione è dunque la co-produzione italo/slovena Storie dai boschi di castagne, opera prima del regista sloveno Gregor Božič: una fiaba delle comunità di confine italo-sloveno che riflette sull’integrazione e sui processi dolorosi dell’emigrazione. Alla presentazione del film, scelto anche per omaggiare la Presidenza Slovena pro tempore dell’UE, prenderanno parte il protagonista del film Massimo De Francovich e la scenografa Giovanna Cirianni.
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