Il penultimo film dell'ex poliziotto, attore e regista francese, con Benoit Magimel e Gérard Depardieu, ha al centro la truffa dell'Iva sulle emissioni di carbonio nel 2008.
Ci sono thriller che sono direttamente ispirati a fatti realmente accaduti, spesso di portata internazionale. È questo il caso di La truffa del secolo di Olivier Marchal, ultimo film, nel 2017, dell'attore e regista nonché ex poliziotto francese, che dirige una storia non scritta da lui e incentrata su una rivalità familiare tra un suocero ricco e borioso e un genero ambizioso, che porta a una frode pericolosa. Interpretato da Benoit Magimel nel ruolo protagonista, il film ha il suo punto di forza nell'interpretazione imponente e magistrale di Gérard Depardieu, che Marchal aveva già diretto in quello che resta forse il suo miglior film, 36, Quai des Orfèvres. La truffa del secolo, a dispetto del titolo da commedia d'azione, fa riferimento a una frode di ampia portata, che risale al 2008: il titolo originale del film è, semplicemente, Carbone, ovvero Carbonio.
La truffa del secolo: la frode dell'IVA sulle emissioni di carbonio
Al centro della vicenda c'è una vera storia di cronaca che molti ricorderanno, ed è la famosa truffa sul mercato delle emissioni di Co2, che ha coinvolto diversi paesi europei, partendo dalla Francia. L'anidride carbonica, o Co2, è un gas altamente inquinante e il maggior responsabile del cosiddetto effetto serra. Per ridurne l'impatto, la comunità europea ha distribuito un limite alle quote di emissioni permesse alle singole industrie. Chi resta al di sotto del limite può vendere le quote rimanenti a chi lo supera, attraverso un'apposita Borsa europea, istituita nel 2005. Si parla di sistema Cap-and-trade: le economie più ricche comprano quote dai paesi meno industrialmente avanzati, che ovviamente restano molto al di sotto del limite delle quote consentite. In questi scambio di crediti, che dà la possibilità di guadagnare miliardi, si è inserito nel 2008 un gruppo di persone (in alcuni casi collegate a organizzazioni criminali), che in un anno è riuscito a frodare il fisco dell'imposta equivalente alla nostra IVA, per svariati miliardi di euro (tra 1 miliardo e 600.000 e 1 miliardo e 800.000 per la Francia e tra i 5 e i 10 miliardi per gli altri Stati dell'Unione Europea) in una frode durata 18 mesi. In pratica i responsabili continuavano a scambiare tramite una società fittizia le stesse quote carbonio tra la Francia e altri paesi incassando l'IVA sulle emissioni, che reinvestivano in un'altra operazione del genere senza mai versarla allo Stato. In seguito alla scoperta di questa truffa la legge relativa è stata cambiata. I responsabili sono stati tutti condannati, con pene che vanno dai tre ai quindici anni e svariati milioni di risarcimento nei confronti dello Stato francese.
Olivier Marchal: da poliziotto ad attore e regista
Regista di La truffa del secolo, Olivier Marchal è uno dei talenti più dotati e singolari del nuovo polar francese. Nato nei pressi di Bordeaux il 14 novembre 1958, in una famiglia piccolo borghese titolare di una pasticceria, a 13 anni in collegio dai Gesuiti scopre la passione per la recitazione e il teatro. Dal momento che i genitori trascorrono quasi tutto il tempo in negozio e lui viene lasciato solo, inizia a divorare romanzi noir e gialli e a vedere film di genere nei due cinema vicino a casa. Nel 1980 segue una delle sue vocazioni, vince il concorso per poliziotti e viene inviato a Versailles, nella polizia giudiziaria. Disgustato dalla violenza e dalla corruzione e convocato spesso dal consiglio interno di disciplina, il giovane Marchal lascia la brigata criminale per entrare a far parte di una sezione antiterrorismo nel 1982 e tre anni più tardi viene trasferito di nuovo alla polizia giudiziaria del tredicesimo arrondissement parigino. La sua compagna dell’epoca lo stimola a coltivare la passione per la recitazione: in servizio di notte, Marchal di giorno segue i corsi di teatro del Conservatoire d’Arte Dramatique. Nel 1988 ottiene il primo ruolo cinematografico (manco a dirlo quello di un poliziotto, che ricoprirà molte altre volte) in Ne reveillez pas les flics qui dorment (Non svegliate i poliziotti che dormono) e sei anni dopo lascerà definitivamente la polizia per diventare a tempo pieno attore e poi regista. Le terribili scene a cui ha assistito nel suo primo lavoro entreranno di prepotenza in alcuni dei suoi film migliori e soprattutto in L’ultima missione, forse la sua opera più personale, nichilista e incompresa. Ottimo regista d’attori, ottiene il meglio da Daniel Auteil, Depardieu e gli altri assi del cinema francese con cui lavora, inclusa la moglie, l’attrice Catherine Marchal, da cui ha avuto tre figli. Nel 2002 debutta alla regia con Gangsters, con Richard Anconina e Anne Paurillaud, cui fa seguire il citato 36, Quai des Orfèvres, L’ultima missione e Gang Story con Gérard Lanvin e Tchéky Karyo. Crea anche le serie tv Braquo e Flics. Come attore, oltre ad apparire in alcuni suoi lavori, fa molta televisione ed è protagonista della serie Les rivières pourpres, dal romanzo di successo "I fiumi di porpora" di Jean-Christophe Grangé, che ha avuto anche una trasposizione cinematografica. L’ultimo film diretto da Marchal dopo La truffa del secolo e al momento ancora inedito è Bronx, un’altra storia criminale ambientata stavolta a Marsiglia, con Jean Reno.
from ComingSoon.it - Le notizie sui film e le star https://ift.tt/3bJ09kJ
via Cinema Studi - Lo studio del cinema è sul web
Nessun commento:
Posta un commento