giovedì 3 maggio 2018

The Constitution - Due insolite storie d'amore

“Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai nulla. Sii gentile. Sempre”. Così recita un monito antico, di incerta attribuzione, che sembra incarnare a pieno il senso di The Constitution - Due insolite storie d'amore di Rajko Grlić, Miglior Film al 40° Festival des Films du Monde di Montréal, pluripremiato al 18° Festival del Cinema Europeo di Lecce.
Il film racconta l'intersecarsi - in quel microcosmo di verità nascoste che può essere un condominio a Zagabria, come in qualsiasi altro luogo nel mondo - delle vite dell'infermiera croata Maja e dal marito Ante, poliziotto di origine serba, con quella di un professore di scuola superiore croato, dedito a tramandare ai suoi studenti, con orgoglioso quanto alquanto indisponente spirito nazionalista, la storia del proprio Paese. Figlio di un ufficiale dell'esercito fascista croato, Vjeko - ci racconta sin dalle prime immagini il regista - è omosessuale ma, prima di tutto, un uomo che ha perso l'amore della sua vita.
Consapevole, come spiegherà a un suo giovane allievo, che il dolore e il tormento interiore, per chi decide di vivere alla luce del sole la propria condizione, non si attenueranno mai, subisce, nelle primissime scene del film, l'aggressione fisica da parte di un gruppo di giovani neofascisti, ladruncoli ottusi e sbandati, che lo riducono in fin di vita. All'ospedale dove è condotto, lo riconosce la giunonica Maja, che comincia immediatamente e amorevolmente a prendersene cura.
Il film di Grlić interpreta con semplicità, precisione e delicatezza la coesistenza, goffa e straniante, politically incorrect e divertente, di rozzi pregiudizi modernizzati, vecchi rancori incancreniti insieme alla memoria superstite - in una terra dilaniata dalla guerra civile - di valori universali quali l'attitudine all'ospitalità, la percezione dell'obbligo morale di prendersi cura dei più deboli, la pietà umana.
Non che la vita non abbia riservato alla premurosa vicina del professore, la sua discreta dose di problemi e drammi irrisolti, nonché una fisiologica quantità di interessi da preservare, nascosti dietro l'aspetto trasandato di chi non si perde in sottigliezze e lo sguardo di che tradisce il desiderio di essere ancora guardata. Maja è una donna che ha saputo godere di ciò che la vita le ha offerto, accettando con dignità e concretezza ciò che le ha tolto ferocemente.
E' proprio questo confronto tra dimensioni umane diverse, compresa quella del grossolano e zuccone Ante bevitore, con la sua adorazione per Violeta, la cagnolina surrogato del figlio mancato, e le "coccole" notturne della moglie, a dare soffio vitale nel film alla rappresentazione della grana di una società complessa, diversa per desideri e paure, aspettative e delusioni, speranze e recriminazioni. Società che può sopravvivere a se stessa, suggerisce il regista, solo nel rispetto di valori condivisi: quelli espressi in una carta dei diritti e doveri, al tempo stesso specchio e ispirazione della realtà che rappresentano. La Costituzione, appunto.
Una Costituzione che possa essere oggetto vivo di discussione tra un croato e un serbo mentre continuano a scannarsi verbalmente, rinfacciandosi l'un l'altro nefandezze subite e compiute dalle rispettive genti. Costituzione, al di sopra delle parti, che lasci a ognuno il compito di ricucire la propria ferita insanabile attraverso la promessa, non di un'irraggiungibile giustizia terrena, ma dell'aspirazione collettiva a realizzare le condizioni di una legalità interiorizzata e condivisa, frutto di una memoria bruciante, eppure ritrovata.
Così, come suggerito dal suo nemico Vjeko, con la consapevolezza di un contenuto non più solo memorizzato, ma finalmente rilasciato al mondo, Ante potrà enunciare l'art. 39 della sua Costituzione: "Ogni invito o incitamento alla guerra o all'uso della violenza, all'odio nazionale, razziale o religioso e qualsiasi forma di intolleranza sono vietate o punibili dalla legge".

(Ustav Republike Hrvatske); Regia: Rajko Grlic; sceneggiatura: Ante Tomic, Rajko Grlic; fotografia: Branko Linta; montaggio: Andrija Zafranovic; musica: Duke Bojadziev; interpreti: Nebojsa Glogovac (Vjeko Kralj), Dejan Acimovic (Ante Samardzic), Ksenija Marinkovic (Maja Samardzic), Bozidar Smiljanic (Hrvoje Kralj), Mladen Hren (Ivan Staziæ), Matija Cigir (Bobanoviæ), Zdenko Jelcic (Pater Tomislav), Robert Ugrina (Damir Pivac), Zeljko Königsknecht (Miroslav Plese); origine: Croazia, Repubblica ceca, Slovenia, 2016; produzione: Sever & Sever, Interfilm Revolution, In Film Praha; distribuzione: Cineclub Internazionale in associazione con Tycoon Distribution; durata: 93'



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