Volenti o nolenti, per quanto si prenda la vita col sorriso (e a parolacce e spargimenti di sangue), per ognuno arriva il momento in cui assumersi le proprie responsabilità. Che siano esse figlie delle proprie azioni o, più semplicemente, dovute dalla propria natura. Anche per i supereroi. Soprattutto per i supereroi. Che di responsabilità se ne intendono. Deadpool compreso.
Ritorna, così, su grande schermo l'eroe Marvel più sboccacciato, irriverente e fuori dagli schemi, quel mercenario chiacchierone conscio di essere il protagonista di un film (sulla carta, di un fumetto), che ha abbattuto la fantomatica quarta barriera non solo tra lui e il mezzo cinematografico, ma tra il mezzo cinematografico e lo spettatore stesso. Impresa di non poco conto e valore, da realizzare con prudenza e metodo, per non rischiare uno di quegli scivoloni talmente clamorosi, impossibili da stemperare perfino con una fluviale sciorinata di battute a doppio senso.
Se il primo capitolo della saga deadpooliana ha riscosso un enorme successo sia al botteghino, che tra i giudizi della critica, questo secondo appuntamento con Ryan Reynolds/Wade Wilson/Deadpool non solo mantiene alto, altissimo il livello del divertimento-intrattenimento, ma prova e riesce nel tentativo miracoloso di tirar fuori dal più grosso dei pericoli il suo protagonista: impedire a Deadpool di diventare una macchietta, un cliché, un personaggio già stantio alla sua seconda apparizione.
Il passaggio di consegna dietro la macchina da presa da Tim Miller a David Leitch (John Wick, Atomica bionda) corrobora ed esalta la messa in scena delle numerose sequenze d'azione, tra le quali spiccano l'iniziale sortita nel covo dei trafficanti girata con Deadpool lasciato alle sue letali acrobazie in una profondità di campo che stuzzica l'interesse accrescendo di molto la tensione drammatica, imbellettata da un irriverente monologo fuoricampo; il duro e schizofrenico scontro tra Wade e Cable (Josh Brolin, già al cinema nei panni del folle Thanos in Avengers: Infinity war...e questo lo sa anche Deadpool!) all'interno della prigione di ghiaccio; l'inseguimento del convoglio blindato della prigione di ghiaccio, con Wade in sella a una vespa, che termina con lo scontro contro Cable, che é, in realtà, un preziosissimo omaggio al Terminator di James Cameron. Ma, come anticipato, quel che funziona meglio rispetto a ogni altro aspetto in Deadpool 2 (non che gli altri aspetti del film siano deficitari, anzi!) risiede nell'evoluzione del protagonista, sostenuta da una sceneggiatura lineare, ma non per questo ridotta all'osso per lasciar spazio al mero intrattenimento.
Wade Wilson deve fronteggiare il dolore e il vuoto lasciato dalla morte dell'amata Vanessa (Morena Baccarin), uccisa da un vendicativo sicario alla caccia dello stesso Deadpool; questa é la scintilla che spinge il mercenario a riflettere sul suo ruolo di eroe, sulla propria incapacità di pagare lo scotto per colpa dei poteri che gli impediscono di morire, e da questa consapevolezza acquisisce spessore il tentativo estremo di Wade di mettere in gioco la propria vita per salvare quella del giovane e imprudente Russell (Julian Dennison), soverchiato dai suoi poteri focosi e dai soprusi perpetratigli in quanto mutante nell'istituto che lo ha accolto. Questa graduale evoluzione trova compimento proprio in tale gesto estremo, glorioso per qualsiasi eroe, ma ancor più glorioso, essenziale e inatteso per un figurina scellerata e instabile come Deadpool: si, perché il mercenario muore per davvero, sacrificandosi, per poi essere riportato in vita da un perfetto ingranaggio narrativo che, non solo aiuta Deadpool nella sua evoluzione (non più macchietta sboccacciata, ma vero eroe sboccacciato a tutti gli effetti), ma riesce perfino a dare un senso a Cable, personaggio che ruba l'occhio, ma monotematico e affatto empatico. Eccoli, dunque, i due importanti successi di una scrittura che ha saputo relegare in secondo piano battute volgari e magniloquenti sequenze d'azione. In un blockbuster progettato per il solo scopo di divertire é quasi un miracolo.
Da questo momento Deadpool assurge finalmente a status di eroe in piena regola e può godere perfino di una banda di compagni mutanti, la X-Force (tra cui spicca il serioso e disciplinato Colosso, interpretato da Andre Tricoteux, completamente rivestito da un'armatura di computer grafica). E, in attesa di sconvolgere piacevolmente la routine di qualche altro eroe di casa Marvel, ha addirittura il tempo di prendersi gioco dei dirimpettai della DC, viaggiando indietro nel tempo per uccidere il Ryan Reynolds pronto a indossare i panni del disastroso Lanterna Verde. Un'ulteriore dimostrazione dell'abissale e inarrivabile distanza al cinema tra la Casa delle Idee e quella di Batman e Superman.
(Deadpool 2); Regia: David Leitch; sceneggiatura: Rhett Reese, Paul Wernick, Ryan Reynolds; fotografia: Jonathan Sela; montaggio: Craig Alpert, Elísabet Ronaldsdóttir; musica: Tyler Bates; interpreti: Ryan Reynolds, Josh Brolin, Morena Baccarin, Julian Dennison, Zazie Beetz, T. J. Miller, Brianna Hildebrand, Jack Kesy; produzione: Donners' Company, Kinberg Genre, Marvel Entertainment, 20th Century Fox; distribuzione: 20th Century Fox; origine: U.S.A., 2018; durata: (esempio) 119'
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