lunedì 21 luglio 2025

Felipe: la voce di un quattordicenne in sospeso tra due mondi al Giffoni Film Festival 2025

Felipe, opera prima del regista argentino Federico Schmukler, è stato presentato al Giffoni Film Festival 2025, nella sezione +13. Il film è ambientato nel 2001, anno cruciale per l’Argentina sull’orlo del collasso economico e sociale, e segue le vicende di Felipe (Felipe Szumik), un tredicenne dall’animo sensibile, “intrappolato tra due mondi opposti”.

Il ragazzo vive con la madre a Buenos Aires, ma la stabilità familiare crolla con l’arrivo della crisi, che, oltre a risparmi azzerati e tensioni quotidiane, porta con sé la paura del futuro. In cerca di una via d’uscita, Felipe si immerge in due realtà diverse: da un lato, l’ambiente familiare in disfacimento, ricco di frustrazione e silenzi; dall’altro, il quartiere popolare, dove trova rifugio in nuovi amici e un primo amore che mette in discussione la sua stessa identità.

Schmukler regala al giovane pubblico del Giffoni un’istantanea cruda e delicata del disagio adolescenziale. Per raccontare la crudezza della vita reale, il regista punta tutto su una messa in scena asciutta e attori non professionisti che dialogano con una città in crisi, che diventa specchio e metafora della confusione interiore. Felipe Szumik, il giovane attore protagonista, offre una performance espressiva e misurata, incarnando ansie, speranze e quel desiderio di trovare il proprio posto anche in un contesto che sembra schiacciarlo. Sullo sfondo, ci sono genitori stanchi, vicini solidali e ragazze della porta accanto, che donano al film un’autenticità indiscutibile.

Giffoni 2025: Felipe e le tensioni di un'Argentina in crisi

Felipe è ambientato in un momento storico specifico, ma parla a un pubblico vasto e moderno. L’Argentina del 2001 è uno scenario circoscritto, ma il senso di precarietà, famiglie in bilico e giovani che devono crescere troppo in fretta non è certo estraneo alle nostre società contemporanee. Il film punta dritto al cuore, dimostrando come la crisi economica e quella interiore possano convergere, deflagrare e trasformare.

È un esordio realistico, intimo e disarmante per la sua semplicità e onestà narrativa; un racconto di formazione che saprà parlare ai giovani e agli adulti presenti al Giffoni, stimolando empatia e riflessione. E, al tempo stesso, fondendo cronaca, dolore e speranza attraverso lo sguardo sincero di un ragazzo che cerca la sua voce in mezzo al caos.



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