lunedì 3 marzo 2025

Oscar 2025, con Flow il regista Gints Zilbalodis si avvicina al record di Hayao Miyazaki

C'è qualcosa di poetico nell'avere solo 30 anni e avvicinarsi a un maestro del cinema che ne ha 84: Flow di Gints Zilbalodis ha vinto l'Oscar 2025 come miglior film di animazione, e prima di lui solo Hayao Miyazaki era riuscito a farlo per due volte. Il premio esiste da una ventina d'anni, ma non sono mancate le polemiche in questi due decenni, per un'apparente automatica "spartizione" di questi riconoscimenti tra le grandi major con Disney, DreamWorks e ultimamente anche Netflix. Da due anni di fila ormai la musica sembra cambiata. Flow è costato pochissimo, è stato realizzato anche con software open source ed è una produzione indipendente.

Flow e il suo Oscar: epocale da diversi punti di vista

"Grazie a Blender, grazie a mamma e papà, grazie ai miei gatti e ai miei cani": una delle poche frasi che il lettone Gints Zilbalodis è riuscito a dire, stringendo in mano l'Oscar 2025 per il miglior film di animazione. Per chi non lo sapesse, Blender ha grossomodo l'età del regista, trent'anni, ed è un software di modellazione e animazione 3D open source: in altre parole, si tratta di un programma con codice aperto e modificabile da chiunque, un programma più che "gratis", un'applicazione che appartiene a tutti. Riguardo ai ringraziamenti, ci chiediamo come debbano sentirsi mamma e papà per un figlio che già nel 2019 completò da solo la sua opera prima Away (la trovate su Prime Video, Apple TV+ e Tim Vision), e che alla seconda ha tagliato un traguardo da capogiro.
In vent'anni, è anche la prima volta che un film indipendente vince questo Oscar, mentre è il terzo lungometraggio non americano a riuscirci, dopo La città incantata e Il ragazzo e l'airone di Hayao Miyazaki. Dal punto di vista produttivo non si possono però in effetti considerare film indipendenti quelli con il logo dello Studio Ghibli, anche se la loro distribuzione fuori dal Giappone si avvicina a quel taglio. Flow invece è "indie" sul serio, nell'anima perché rinuncia persino ai dialoghi, e nella produzione da appena 3.700.000 dollari di budget, classico eroico mosaico europeo di un mezzo quintale di finanziamenti diversi: il paragone con i budget a nove cifre degli sconfitti Inside Out 2 e Il robot selvaggio è improponibile e scomoda la retorica "Davide ha sconfitto Golia". Ma è proprio quello che è successo, c'è poco da fare: l'incasso mondiale di 20 milioni di dollari, in assoluto basso, è un trionfo in rapporto ai costi, senza contare che ora la distribuzione internazionale si sta allargando. Certamente ha aiutato la promozione di Guillermo del Toro (come si nota dai commenti di giubilo sui social, tantissimi in lingua ispanica), però pure lui aveva dovuto trasformare il suo Pinocchio in una coproduzione Messico-Netflix. E il pur inglesissimo Wallace & Gromit - La maledizione del coniglio mannaro nel 2005 aveva vinto come film DreamWorks, con capitali statunitensi.
E cosa significa per la Lettonia, che nella sua forma attuale ha poco più dell'età di Zilbalodis? Primo film lettone ad aver vinto Oscar e Golden Globe, il più alto incasso mai registrato in patria. Non soltanto il Golden Globe è stato esposto per una settimana al Museo Nazionale delle Belle Arti di Riga, ma una statua raffigurante il gatto protagonista è al momento collocata davanti al Monumento alla Libertà: si prevede ad aprile di spostarla fino alla fine dell'anno nella piazza del municipio. Consolante che l'identità culturale e l'orgoglio di una nazione possano cementarsi intorno a una sua espressione artistica: di questi tempi, si scelgono troppo volentieri altri metodi. Leggi anche Flow - Un mondo da salvare, il regista Gints Zilbalodis: "La mia animazione europea per il gusto dell'inaspettato" Flow - Un mondo da salvare, la recensione del magistrale film animato di Gints Zilbalodis



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