lunedì 24 ottobre 2016

Michael Bublé - Tour Stop 148



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via Cinema Studi - Lo studio del cinema è sul web
Locandina Michael Bublé - Tour Stop 148

Se c'è un artista che rappresenta il successo mainstream a livelli mondiali, quello è Michael Bublé, crooner capace di riempire gli stadi, interprete di irresistibili standard jazz e pop rock e confezionatore di colonne sonore natalizie da antologia. A questo suo ruolo è dedicato il documentario Michael Bublé - Tour Stop 148, che inanella una serie infinita di interpretazioni registrate durante il megatour "To Be Loved" durato due anni, scivolando - come fa Michael sul piano inclinato - attraverso classici universali e hit personali, da "You Make Me Feel So Young" a "Feeling Good", da "Cry Me A River" a "Haven't Met You Yet", da "Try A Little Tenderness" a "I've Got The World On A String".
Fanno corona a re Michael gli organizzatori del tour, su cui spiccano l'energico production manager e il laconico stage manager, più una serie di personaggi che trovano a poco a poco la loro identità sul grande schermo. Ma la star resta lui, fascino latino innestato su una professionalità nordamericana (ed è fondamentale ricordare che Bublé è canadese per capire la sua capacità di piacere a tutti senza antagonizzare nessuno), lui che interagisce con platee oceaniche prevalentemente bianche e borghesi rapportandosi con facilità a chiunque. E domina lo charme delle sue esibizioni ma anche lo schmaltz delle sue messinscene che richiedono allestimenti di giorni, 18 camion di attrezzature, una band di 13 elementi e un gran dispendio di fuochi d'artificio, cuori, palloncini e arcobaleni.
Il regista Brett Sullivan fa tutto il possibile per ricreare cinematograficamente l'energia dei concerti di Bublé: split screen, montaggio serrato, primissimi piani alternati a totali delle arene in delirio, zoom in e out, trasformazione dei numeri di scena in strisce da fumetto. L'idea è quella di raccontare un entertainer ancor più che un cantante, capace di creare uno show dalle dimensioni gigantesche tenendo viva l'illusione di mantenere un rapporto one on one con ogni singolo membro del pubblico.
Michael Bublé - Tour Stop 148 è un concert movie convenzionale, altrettanto mainstream del suo interprete, senza grandi pretese artistiche e con un rispetto al limite dell'agiografico del suo protagonista. Per il pubblico dei fan andrà benissimo così: il loro Michael, divino e accessibile, sexy e coinvolgente, bravo ragazzo e superstar, c'è tutto, e le canzoni sono da cantare a squarciagola. Chi invece preferisce un altro tipo di documentario musicale, che riveli qualcosa di inedito sul suo protagonista e aumenti la comprensione del suo talento (uno per tutti: Nick Cave - One More Time With Feeling) passerà oltre.

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