giovedì 27 aprile 2017

Jonathan Demme - Il cinema al ritmo di farfalla

Jonathan Demme, che ci lascia in questo freddo pomeriggio di primavera sconfitto da un cancro, è un cineasta che rimarrà, non solo per chi coltiverà negli anni a venire la passione per la settima arte, ma come testimonianza fondamentale per chi vorrà capire come sia stato complesso il panorama di questi nostri anni proiettati verso una globalizzazione che non ha saputo mantenere le promesse.

Era uno straordinario cineasta, che non aveva il limite del capolavoro e che si è confrontato con diversi modelli di narrazione: dal thriller alla commedia, dal documentario musicale al remake di classici del grande cinema politico classico hollywoodiano. Quando il suo Il silenzio degli Innocenti venne presentato in un freddo e nevoso pomeriggio del febbraio 1991 alla Berlinale, l'Iraq era quasi giunto alla resa di Kuwait City durante la prima guerra del Golfo e Berlino festeggiava il suo primo festival da capitale di una Germania finalmente unita. Il film ci portò immediatamente in un'altra dimensione, arrivando a scavare nel profondo di paure sopite o represse. Per questo possiamo dire che il decennio, dal punto di vista cinematografico, inizi proprio quell'inverno con l'opera maestra di Demme. Insieme a quel Twin Peaks che -trasmesso proprio in quelle fredde settimane in prima serata su Canale 5- ci mostrava un altro modo di raccontare.

Il film preferito da Jonathan Demme era proprio Il Conformista di Bertolucci. Quando ormai più di dieci anni fa Demme venne a Roma all'Auditorium per tenere una lectio magistralis sul suo cinema, dopo aver raccontato alla platea del Parco della Musica i segreti del finale alle cascate del Niagara del Segno degli Hannah, dopo averci parlato del personaggio di Melanie Griffith in Qualcosa di Travolgente, dopo averci commosso con la voce della Callas in Philadelphia, e emozionato ancora una volta con la dialettica drammatica di Hannibal Lecter che va a scavare nel profondo di Clarice, ci chiese di terminare la sua lezione con la sua scena preferita dal film da lui più amato. La morte straziante di Dominique Sanda appunto nel Conformista. Un climax di violenza fotografato in un livido mattino invernale dalla sapiente maestria di Storaro, un bosco innevato che Bertolucci trasforma in un labirinto esistenziale. Per questo ci ricorda non solo la scena dell'addestramento di Clarice che apre Il Silenzio degli Innocenti, ma quello stesso raptus omicida che in realtà nasconde la fragilità irrisolta del protagonista del film di Bertolucci lo ritroviamo come elemento fondamentale nella caratterizzazione di Jodie Foster e in molte pieghe della maschera di Lecter.

Demme è stato un sapiente direttore di attori, specie di attrici. Abbiamo già citato Melanie Griffith nel suo film più importante degli anni ottanta, ma incredibile è anche il lavoro tra Debra Winger e Anne Hathaway nel ben più recente Rachel sta per sposarsi. Forse perchè da grande regista amava far fiorire i suoi personaggi giocando sempre sul filo delle emozioni. Come non citare a questo punto il lavoro su Tom Hanks che grazie a Demme conquista il suo primo Oscar proiettandolo così nell'Olimpo di Hollywood. Tutte grandi interpretazioni che giocano sulla trasformazione, quasi a rincorrere la metafora di quella farfalla che rappresenta l'idolo appunto del Silenzio degli Innocenti.

Un cinema sempre politico, ma mai retorico. Asciutto nei documentari in cui riscrive la figura di Carter e di Jean Dominique, sempre critico contro il nuovo imperialismo americano anche nei remake che ha ricavato da Sciarada e da Va' e Uccidi, due classici che Demme sapientemente riporta ai nostri giorni.

Per completare il ricordo di questo maestro non possiamo non citare la sua profonda sensibilità e conoscenza della musica. Nel già citato Philadelphia, il primo film di una major sul tema scomodo dell'Aids, riesce a far dialogare Bruce Springsteen con gli acuti della Callas. E ci racconta nei suoi documentari sulla scena musicale internazionale il profilo di personaggi diversissimi tra loro: da Neil Young a Justin Timberlake, passando per il nostro Enzo Avitabile.

Una cosa è certa. Demme ci mancherà molto.



from Close-Up.it - storie della visione http://ift.tt/2pkFj40

Nessun commento:

Posta un commento