giovedì 31 luglio 2025

Reply AI Film Festival, selezionati i finalisti per il concorso internazionale che unisce cinema e intelligenza

L’intelligenza artificiale non è un’alternativa alla creatività, ma il suo amplificatore. Ne è convinto Gabriele Muccino, presidente della giuria del Reply AI Film Festival che torna con una seconda edizione per ridefinire il modo in cui raccontiamo storie. “L'AI è un catalizzatore di innovazione" spiega il regista, "in grado di aprire nuove strade narrative e visive prima inimmaginabili. È un onore far parte di questa esplosione creativa e scoprire i talenti che modelleranno il cinema di domani”.

La cerimonia di premiazione si svolgerà giovedì 4 settembre presso la lounge Priceless di Mastercard, all’Hotel Excelsior del Lido di Venezia, in contemporanea con l’82ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica. Intanto sono stati annunciati i dieci cortometraggi finalisti selezionati tra oltre 2.500 opere provenienti da 67 Paesi. Il tema dell’edizione, "Generation of Emotions", ha ispirato lavori capaci di sfruttare le potenzialità dell’intelligenza artificiale per generare emozioni vere, attraverso narrazioni originali e profonde.

I finalisti rappresentano un mix globale di registi, animatori, scrittori, artisti VFX e creativi emergenti, dall’Italia agli Stati Uniti, dalla Germania al Brasile. Tutti hanno dimostrato come l’AI possa essere impiegata non solo come tecnica, ma come linguaggio espressivo. “Questa edizione rappresenta un’evoluzione evidente: le tecnologie AI sono usate con maggiore consapevolezza per costruire storie capaci di toccare il pubblico”, sostiene Filippo Rizzante, CTO di Reply. “I risultati sono sorprendenti: l’AI diventa finalmente uno strumento creativo maturo”.

A valutare i corti, una giuria internazionale di esperti guidata da Muccino e composta da professionisti del settore cinematografico e non solo, come Rob Minkoff, Caleb & Shelby Ward, Denise Negri, Dave Clark, Charlie Fink, Filippo Rizzante, Caroline Ingeborn, Guillem Martinez Roura e Paolo Moroni. In palio tre premi principali assegnati alle opere che si saranno distinte per originalità, valore produttivo e uso integrato dell’AI in tutte le fasi, dalla scrittura al montaggio. Tra le novità di quest’anno, spiccano il Lexus Visionary Award, riconoscimento alla produzione più innovativa e ispirata, e l’AI for Good Award, promosso con l’Unione Internazionale delle Telecomunicazioni (ITU), destinato al corto che meglio rappresenta gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite.

Il Reply AI Film Festival, promosso da Reply (gruppo internazionale attivo nello sviluppo di nuovi modelli di business basati su AI e digital media) continua ad essere un punto di riferimento nel panorama delle sperimentazioni tra tecnologia e audiovisivo. Un’iniziativa che non solo celebra il talento emergente, ma dimostra come il futuro del cinema possa essere riscritto a colpi di codice, emozione e immaginazione.

Replay AI Film Festival: i 10 corti finalisti

A Million Trillion Pathway
ROHKI, collettivo artistico (USA/Giappone)

Un samurai ferito, un immortale in lutto e un’entità cosmica si intrecciano attraverso linee temporali per fermare un impero fondato su sangue e memoria. Hachi deve affrontare il proprio passato e domare il proprio demone interiore per salvare ciò che gli resta della sua famiglia.

Carousel
Andes Aloi, regista (Argentina)

Su una metropolitana, un uomo e una donna immaginano la loro relazione, mescolando ricordi reali e fantasia. "Carousel" è una poesia visiva sulla loro storia d’amore e sul suo naufragio, resa possibile grazie all’IA e arricchita da scene subacquee e da un’ampia varietà di location.

Clown
Shanshan Jiang, artista e regista (Gran Bretagna)

In un mix surreale di riprese dal vivo e immagini generate con l’AI, il film racconta la storia di una talentuosa clown che perde sé stessa cercando l’approvazione del pubblico. Man mano che modifica le sue abitudini, il suo aspetto e la sua personalità per adattarsi alle richieste del pubblico, i confini tra performance e realtà si fanno sempre più sfumati.

Corrupt Data Clan
Eric Kervern, artista (Francia)

Nel 1993, a Brooklyn nasce un rivoluzionario collettivo hip-hop, capaci di superare ogni limite di suono e creatività. Questo avvincente documentario celebra il viaggio mai raccontato di un gruppo davvero visionario, in anticipo sui tempi di trent’anni.

Instinct
Marcello Costa Jr., regista (Portogallo)

“Instinct” è un cortometraggio che mostra ciò che accade quando gli istinti primordiali di sopravvivenza si scontrano con le regole della vita moderna. Pone una domanda semplice ma destabilizzante: la civilizzazione rappresenta davvero un progresso, o ci priva di qualcosa di essenziale per la nostra natura?

Love at First Sight
Jacopo Reale, regista (Italia)

Il cortometraggio, interamente realizzato con strumenti di intelligenza artificiale, racconta la storia di un giovane pastore che incontra una ragazza che lo osserva in silenzio da una collina. Love at First Sight è un ritratto del loro silenzioso legame e della bellezza della timidezza.

Meme, Myself and AI
Private Island, studio di produzione (Gran Bretagna)

Un cortometraggio a tecnica mista che combina riprese dal vivo con elementi visivi e sonori sintetici, mettendo in risalto l’esplorazione della personificazione dell’intelligenza artificiale e sottolineando come l’AI sia uno strumento creato dagli esseri umani. Il film mostra che l’autenticità nasce sia dai creatori che dal pubblico.

Not Chosen
Javier Marro, regista (Cile)

“Not Chosen” è un cortometraggio animato che racconta la storia di un piccolo pupazzo blu con delle corna beige, rifiutato da una macchina a premi e rimasto escluso. Mentre vaga nel mondo esterno alla ricerca di appartenenza, trova solo indifferenza e abbandono. Attraverso immagini intime e silenziose, il film esplora la resilienza silenziosa di coloro che vengono ignorati.

The Cinema That Never Was
Mark Wachholz, regista (Germania)

Un viaggio tra i film mai realizzati – abbandonati o mai concepiti – e l’ipotesi di come avrebbero potuto cambiare la storia del cinema. Grazie agli strumenti di IA è possibile dar vita a queste opere perdute, creando immagini, musiche e narrazioni che richiamano l’estetica del cinema classico.

Un rêve liquide
Andrea Lommatzsch, artista (Italia)

Un cortometraggio in cui l’intelligenza artificiale ha avuto un ruolo fondamentale nel trasformare un’idea in una narrazione visiva, permettendo la creazione di immagini, scene e animazioni. Il risultato è un corto dal forte impatto visivo, che non sarebbe stato possibile senza l’ausilio dell’intelligenza artificiale o di un budget significativo.



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mercoledì 30 luglio 2025

In streaming ci sono cinque film di culto che compiono trent'anni

Trent’anni fa sono arrivati nelle sale italiane una serie di film iconici come Heat - La sfida, Apollo 13, Braveheart - Cuore Impavido o Seven, tanto per citare alcuni titoli mainstream, ma anche una serie di film di culto che hanno reso quell’annata particolarmente felice dal punto di vista artistico. E proprio a quest’ultima categoria di lungometraggi vogliamo oggi dedicare i nostri cinque film in streaming, sperando che la selezione incontri il vostro consenso. L’ordine è alfabetico. Buona lettura.

Cinque film di culto in streaming che compiono trent’anni

  • Carrington
  • Dead Man
  • L’odio
  • Pronti a morire
  • Terra e libertà

Carrington 

Il biopic dedicato alla pittrice interpretata da Emma Thompson e alla sua tormentata relazione con l’autore Lytton Strachey, che ha il volto do Jonathan Pryce, è uno dei film in costume britannici più acclamati del decennio. Alla regia e sceneggiatura il due volte premio Oscar Christopher Hampton, dramaturg che sa come entrare nella mente ma soprattutto nel cuore dei personaggi. I due protagonisti fanno la differenza, e non poteva essere altrimenti. Carrington ottiene la Palma d’Oro a Cannes per il miglior attore e conferma la tradizione di un modo di fare cinema tutto britannico che coniuga forma e contenuto come nessun altro. Film struggente. Disponibile su Amazon Prime Video.

Dead Man

La negazione e al tempo stesso la rivisitazione di tutti gli stilemi del western effettuata da Jim Jarmusch si trasforma in un viaggio iniziatico del protagonista stilizzato e meraviglioso da esperire. Dead Man è guidato da un Johnny Depp in stato di grazia, ma anche comprimari come John Hurt, Robert Mitchum, Billy Bob Thornton, Gabriel Byrne sono fantastici. Le musiche iconiche di Neil Young e la fotografia in bianco e nero di Robby Muller rendono il film qualcosa di mai visto. Filosofico, stilisticamente portentoso, uno dei grandi film indipendenti della storia del cinema americano contemporaneo. Disponibile su TIMVision, Amazon Prime Video.

L’odio

Il film che lancia alla grande la carriera dell’astro nascente Mathieu Kassovitz conquista il premio per la regia a Cannes ma soprattutto apre una pagina fondamentale di cinema europeo. Vincent Cassell e Said Taghmaoui sono protagonisti accaldati e leggendari de L’odio, dramma razziale in bianco e nero che presenta al pubblco personaggi e situazioni socio-economiche purtroppo ancora oggi tragicamente attuali. Esercizio di stile con un cuore pulsante e una visione febbrile. A suo tempo suscitò un polverone, divenne un caso cinematografico e di costume, come il cinema di denuncia dovrebbe sempre riuscire a fare. Notevole. Disponibile su Rakuten TV, CHILI, Google Play, Apple Itunes, Amazon Prime Video.

Pronti a morire

Il western impazzito diretto da Sam Raimi a una prima visione può sembrare un esercizio di stile esteriore, un omaggio totale a Sergio Leone. Ma a rivederlo possiede un’anima tragica retta in particolar modo da un grandioso Gene Hackman. Pronti a morire vede protagonista Sharon Stone, con a supporto Leonardo DiCaprio, Russell Crowe e un gruppo di caratteristi di lusso. Scenografie maestose, fotografia di Dante Spinotti fantasmagorica. Un film prorompente, shakespeariano a tratti. Grandi momenti di cinema e figure in chiaroscuro davvero capaci di rimanere impresse nella memoria. Da rivalutare in toto. Disponibile su Google play, Apple Itunes, Amazon Prime Video.

Terra e libertà

Ispirato liberamente da Omaggio alla Catalogna di George Orwell, Terra e libertà è uno dei veri capolavori di Ken Loach, un racconto della guerra civile spagnola accalorato e verissimo, che vede protagonista un intenso Ian Hart. la sequenza centrale del dibattito sulla terra è straordinario, schierato e realmente idealista. Un film che possiede un cuore per amare i personaggi e una mente per capirne la spinta ideale, oggi ormai persa. Avrebbe strameritato la Palma d’Oro a Cannes, ingiustamente non assegnata a un’opera troppo schierata per poter mettere tutti d’accordo. Sul serio, questo è un grande cinema politico. Oggi più che mai da vedere per imparare. La storia non può essere dimenticata. Non deve. Disponibile su Amazon Prime Video, Rai Play.



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Buon compleanno Schwarzy! Ecco i migliori film di Arnold Schwarzenegger da vedere in streaming

Compie oggi 78 anni il leggendario Arnold Schwarzenegger, un punto di riferimento imprescindibile per chiunque abbia amato il cinema d’azione e fantastico a partire dagli anni ‘80. I cinque film in streaming che vi proponiamo per rendergli omaggio nel giorno del suo compleanno sono altrettante pietre miliari della Hollywood di quel periodo, che si sono sedimentate nell'immaginario collettivo come pochi altri titoli nella storia del cinema contemporaneo. Buona lettura.

Cinque film in streaming interpretati da Arnold Schwarzenegger

  • Conan il barbaro
  • Terminator
  • Predator 
  • Atto di forza
  • Terminator 2  - Il giorno del giudizio

Conan il barbaro (1982)

Doveva essere l’esordio alla regia di Oliver Stone, che ne aveva curato la sceneggiatura adattandola dal fumetto di culto. Ma Dino De Laurentiis aveva idee diverse per la produzione, e così finì in mano a John Milius che ne fece il film titanico che tutti conosciamo. Conan il barbaro ha a che fare con la mitologia atavica, con l’immaginario maschile e maschio, e vede Schwarzenegger perfetto protagonista. Con lui James Earl Jones come antagonista, Max von Sydow in un potente cammeo e Mako come mago/narratore. Monumentale, sfrontato, arcaico. Primo grande successo per l’attore tutto muscoli. Disponibile su Google Play, Apple Itunes, Disney +, Paramount +.

Terminator (1984)

L’esordio alla regia di James Cameron è un congegno narrativo a orologeria praticamente perfetto. Il ritmo della narrazione e la messa in scena piena di idee geniali nascondono la povertà dei mezzi. Terminator è prima di tutto uno Schwarzenegger cyborg spietato e inarrestabile, che i protagonisti Linda Hamilton e Michael Biehn tentano in ogni modo di fermare. Musiche leggendarie, adrenalina che scorre a fiumi, un finale magnifico. Primo grande gioiello della coppia Cameron/Schwarzy, ma il meglio deve ancora venire…Disponibile su CHILI, Google Play, Apple Itunes, TIMVision, Amazon Prime Video.

Predator (1987)

Altro regista di grande affidamento come John McTiernan, altro giocattolone iper-tecnologico perfetto per le qualità  e la presenza scenica del protagonista. Predator è un film di fantascienza totalmente ambientato nella giungla, con momenti di cinema di genere spaventosamente curati, una narrazione frenetica ma sempre precisa, un alieno antagonista che entra di diritto nella storia del cinema di fantascienza. Carl Weathers, Bill Duke, ed Elpidia Carrillo sono tra gli altri membri di un cast affiatato e disinvolto. Grande cinema d’evasione, davvero un altro gioiello per l’attore/icona. Disponibile su Rakuten TV, Google Play, Apple Itunes, Rai Play, Disney +

Atto di forza (1990)

Il gigantesco adattamento da Philip K. Dick vede Schwarzenegger collaborare con l’iconoclasta Paul Verhoeven, il quale infatti mette in scena uno spettacolo fantascientifico abrasivo, iper-violento e sfrontato. Atto di forza vede accanto all’eroe una Sharon Stone che viene lanciata dal film, Rachel Ticotin, un cattivissimo Michael Ironside. Effetti speciali all’avanguardia, trucchi splatter, colpi di scena di trama notevoli. Il meglio della sci-fi di quel periodo in un film-calderone che possiede momenti di grande cinema. Come al solito per l'attore incassi da capogiro, qualche polemica per la violenza esplicita, un Oscar per gli effetti speciali. Disponibile su Rakuten TV, Google Play, Apple Itunes, Netflix, TIMVision.

Terminator 2  - Il giorno del giudizio (1991)

Uno dei sequel più famosi e importanti della storia del cinema. Stavolta James Cameron ha a disposizione il budget che vuole, e lo adopera per degli effetti speciali mai visti in precedenza. I quali ovviamente si incastrano su una storia che serve lo spettacolo alla perfezione. e che spettacolo! Terminator 2  - Il giorno del giudizio vede ancora Linda Hamilton combattere contro il cyborg venuto dal futuro, ma questa volta è Patrick Bergin. Schwarzenegger aiuta lei e suo figlio Edward Furlong a sopravvivere. Tripudio di cinema spettacolare e sentito. Quattro Oscar tecnici e incassi da capogiro. Capolavoro di genere, forse il miglior film di Cameron. Disponibile su Rakuten TV, Google Play, Apple Itunes, Netflix, Amazon Prime Video.



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martedì 29 luglio 2025

Buon compleanno Schwarzy! Ecco i migliori film in streaming di Arnold Schwarzenegger

Compie oggi 78 anni il leggendario Arnold Schwarzenegger, un punto di riferimento imprescindibile per chiunque abbia amato il cinema d’azione e fantastico a partire dagli anni ‘80. I cinque film in streaming che vi proponiamo per rendergli omaggio nel giorno del suo compleanno sono altrettante pietre miliari della Hollywood di quel periodo, che si sono sedimentate nell'immaginario collettivo come pochi altri titoli nella storia del cinema contemporaneo. Buona lettura.

Cinque film in streaming interpretati da Arnold Schwarzenegger

  • Conan il barbaro
  • Terminator
  • Predator 
  • Atto di forza
  • Terminator 2  - Il giorno del giudizio

Conan il barbaro (1982)

Doveva essere l’esordio alla regia di Oliver Stone, che ne aveva curato la sceneggiatura adattandola dal fumetto di culto. Ma Dino De Laurentiis aveva idee diverse per la produzione, e così finì in mano a John Milius che ne fece il film titanico che tutti conosciamo. Conan il barbaro ha a che fare con la mitologia atavica, con l’immaginario maschile e maschio, e vede Schwarzenegger perfetto protagonista. Con lui James Earl Jones come antagonista, Max von Sydow in un potente cammeo e Mako come mago/narratore. Monumentale, sfrontato, arcaico. Primo grande successo per l’attore tutto muscoli. Disponibile su Google Play, Apple Itunes, Disney +, Paramount +.

Terminator (1984)

L’esordio alla regia di James Cameron è un congegno narrativo a orologeria praticamente perfetto. Il ritmo della narrazione e la messa in scena piena di idee geniali nascondono la povertà dei mezzi. Terminator è prima di tutto uno Schwarzenegger cyborg spietato e inarrestabile, che i protagonisti Linda Hamilton e Michael Biehn tentano in ogni modo di fermare. Musiche leggendarie, adrenalina che scorre a fiumi, un finale magnifico. Primo grande gioiello della coppia Cameron/Schwarzy, ma il meglio deve ancora venire…Disponibile su CHILI, Google Play, Apple Itunes, TIMVision, Amazon Prime Video.

Predator (1987)

Altro regista di grande affidamento come John McTiernan, altro giocattolone iper-tecnologico perfetto per le qualità  e la presenza scenica del protagonista. Predator è un film di fantascienza totalmente ambientato nella giungla, con momenti di cinema di genere spaventosamente curati, una narrazione frenetica ma sempre precisa, un alieno antagonista che entra di diritto nella storia del cinema di fantascienza. Carl Weathers, Bill Duke, ed Elpidia Carrillo sono tra gli altri membri di un cast affiatato e disinvolto. Grande cinema d’evasione, davvero un altro gioiello per l’attore/icona. Disponibile su Rakuten TV, Google Play, Apple Itunes, Rai Play, Disney +

Atto di forza (1990)

Il gigantesco adattamento da Philip K. Dick vede Schwarzenegger collaborare con l’iconoclasta Paul Verhoeven, il quale infatti mette in scena uno spettacolo fantascientifico abrasivo, iper-violento e sfrontato. Atto di forza vede accanto all’eroe una Sharon Stone che viene lanciata dal film, Rachel Ticotin, un cattivissimo Michael Ironside. Effetti speciali all’avanguardia, trucchi splatter, colpi di scena di trama notevoli. Il meglio della sci-fi di quel periodo in un film-calderone che possiede momenti di grande cinema. Come al solito per l'attore incassi da capogiro, qualche polemica per la violenza esplicita, un Oscar per gli effetti speciali. Disponibile su Rakuten TV, Google Play, Apple Itunes, Netflix, TIMVision.

Terminator 2  - Il giorno del giudizio (1991)

Uno dei sequel più famosi e importanti della storia del cinema. Stavolta James Cameron ha a disposizione il budget che vuole, e lo adopera per degli effetti speciali mai visti in precedenza. I quali ovviamente si incastrano su una storia che serve lo spettacolo alla perfezione. e che spettacolo! Terminator 2  - Il giorno del giudizio vede ancora Linda Hamilton combattere contro il cyborg venuto dal futuro, ma questa volta è Patrick Bergin. Schwarzenegger aiuta lei e suo figlio Edward Furlong a sopravvivere. Tripudio di cinema spettacolare e sentito. Quattro Oscar tecnici e incassi da capogiro. Capolavoro di genere, forse il miglior film di Cameron. Disponibile su Rakuten TV, Google Play, Apple Itunes, Netflix, Amazon Prime Video.



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Cinque film usciti dieci anni fa ma ancora capaci di garantire un'estate da brivido: ecco dove vederli in streaming

Se volete passare un agosto all’insegna del brivido, i prossimi cinque film in streaming sono quello che fa per voi. Cosa hanno in comune? Sono tutti usciti in Italia esattamente dieci anni fa, creando più o meno intenzionalmente una nuova onda di cineasti - in qualche caso veri e propri “autori” - che hanno dato nuova linfa artistica all'horror. Buona lettura.

Cinque film in streaming che compiono 10 anni e rappresentano il meglio dell’horror

  • Babadook
  • Bone Tomahawk
  • The Invitation
  • It Follows
  • The Witch

Babadook 

Dall’Australia arriva un horror carico di atmosfere che si muovono costantemente e con indiscutibile efficacia tra la favola nera e il dramma familiare. Scritto e diretto dall'esordiente Jennifer Kent, Babadook possiede alcune scene che fanno davvero paura mentre in altre sequenze il rapporto tra madre e figlio viene esplicitato secondo le direttive precise del melodramma. Una commistione certamente non nuova ma ottimamente sfruttata dalla cineasta per costruire un horror psicologico carico di tensione. Il finale forse si rivela meno coinvolgente rispetto a quanto visto in precedenza, ma il risultato finale è davvero notevole, soprattutto se si considerano i mezzi a disposizione. Bravissima la protagonista Essie Davis. Titolo di enorme interesse. Disponibile su Rakuten TV, Google Play, Apple Itunes.

Bone Tomahawk

Craig Zahler adopera la cornice classica del western per realizzare un torture-movie che proprio non lascia nulla all’immaginazione, scorrettissimo a livello ideologico/politico ma davvero capace di tenere lo spettatore incollato alla poltrona. Patrick Wilson, Kurt Russell, Matthew Fox e Richard Jenkins partecipano a questo delirio di genere che possiede scene quasi insostenibili da vedere. Film che  scuote, non lascia indifferenti, violentissimo ma anche esteticamente molto curato. L’occhio di Zahler proprio non è scontato, come dimostrerà anche nei suoi prossimi lungometraggi. Ma Bone Tomahawk  è una graditissima sorpresa. Disponibile su Rakuten TV, Google Play, Apple Itunes, TIMVision, Amazon Prime Video.

The Invitation

Karyn Kusama costruisce un thriller che sfrutta praticamente l'unità di luogo per creare un’atmosfera sospesa e terrificante, dove tutti i personaggi presenti in scena subiscono o impongono il proprio dominio psicologico sugli altri. Lo sviluppo narrativo è perfetto, il crescendo di tensione preciso e avvincente. Logan-Marshall Green, Michiel Huisman, Tammy Blanchard, John Carroll Lynch vi partecipano con ottima adesione fisica e psicologica. The Invitation conferma l’occhio intelligente e misurato della sua autrice. Da vedere assolutamente, è un ottimo esercizio di genere. Disponibile su Rakuten TV, CHILI, Google Play, Apple Itunes, Amazon Prime Video.

It Follows

L’horror esplicito di David Robert Mitchell che probabilmente ha raccolto il maggior numero di fan nel corsod degli anni, diventando giustamente oggetto di culto. la protagonista Maika Monroe è ormai una delle Scream Queens dei nostri tempi. Tutto nasce con It Follows, che sviluppa un’idea fortissima e là come metterla in scena al meglio. Le sequenze di caccia alla protagonista sono davvero magnifiche, cariche di un’angoscia che non si trova più nel cinema horror contemporaneo, almeno a questi livelli. La scena con l’anziana signora che si avvicina sempre più alla protagonista è davvero un capolavoro di genere. Aspettiamo il sequel con malcelata trepidazione. Disponibile su Rakuten TV.

The Witch

Questo è senza dubbio il nostro horror preferito tra quelli citati nella cinquina. Robert Eggers dirige The Witch sfruttando magnificamente non soltanto l’ambientazione naturale, ma anche il cinema nella sua interezza. Dalla fotografia al montaggio, dalle interpretazioni alla fotografia, tutti partecipa alla creazione di un universo familiare terrificante e preciso. Anya Taylor-Joy come protagonista emergente è magnifica, fragile e terrificante. Le sequenze che adoperano il non visto come fonte di incertezza e quindi terrore sono magnifiche. Il finale rimane apertissimo all'interpretazione dello spettatore, il che rende The Witch ancor più potente. Un horror piccolo che davvero sfiora la perfezione. Disponibile su Rakuten TV, Google Play, Apple Itunes, Amazon Prime Video.



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lunedì 28 luglio 2025

Cinque film in streaming usciti dieci anni fa ma ancora capaci di garantire un'estate da brivido

Se volete passare un agosto all’insegna del brivido, i prossimi cinque film in streaming sono quello che fa per voi. Cosa hanno in comune? Sono tutti usciti in Italia esattamente dieci anni fa, creando più o meno intenzionalmente una nuova onda di cineasti - in qualche caso veri e propri “autori” - che hanno dato nuova linfa artistica all'horror. Buona lettura.

Cinque film in streaming che compiono 10 anni e rappresentano il meglio dell’horror

  • Babadook
  • Bone Tomahawk
  • The Invitation
  • It Follows
  • The Witch

Babadook 

Dall’Australia arriva un horror carico di atmosfere che si muovono costantemente e con indiscutibile efficacia tra la favola nera e il dramma familiare. Scritto e diretto dall'esordiente Jennifer Kent, Babadook possiede alcune scene che fanno davvero paura mentre in altre sequenze il rapporto tra madre e figlio viene esplicitato secondo le direttive precise del melodramma. Una commistione certamente non nuova ma ottimamente sfruttata dalla cineasta per costruire un horror psicologico carico di tensione. Il finale forse si rivela meno coinvolgente rispetto a quanto visto in precedenza, ma il risultato finale è davvero notevole, soprattutto se si considerano i mezzi a disposizione. Bravissima la protagonista Essie Davis. Titolo di enorme interesse. Disponibile su Rakuten TV, Google Play, Apple Itunes.

Bone Tomahawk

Craig Zahler adopera la cornice classica del western per realizzare un torture-movie che proprio non lascia nulla all’immaginazione, scorrettissimo a livello ideologico/politico ma davvero capace di tenere lo spettatore incollato alla poltrona. Patrick Wilson, Kurt Russell, Matthew Fox e Richard Jenkins partecipano a questo delirio di genere che possiede scene quasi insostenibili da vedere. Film che  scuote, non lascia indifferenti, violentissimo ma anche esteticamente molto curato. L’occhio di Zahler proprio non è scontato, come dimostrerà anche nei suoi prossimi lungometraggi. Ma Bone Tomahawk  è una graditissima sorpresa. Disponibile su Rakuten TV, Google Play, Apple Itunes, TIMVision, Amazon Prime Video.

The Invitation

Karyn Kusama costruisce un thriller che sfrutta praticamente l'unità di luogo per creare un’atmosfera sospesa e terrificante, dove tutti i personaggi presenti in scena subiscono o impongono il proprio dominio psicologico sugli altri. Lo sviluppo narrativo è perfetto, il crescendo di tensione preciso e avvincente. Logan-Marshall Green, Michiel Huisman, Tammy Blanchard, John Carroll Lynch vi partecipano con ottima adesione fisica e psicologica. The Invitation conferma l’occhio intelligente e misurato della sua autrice. Da vedere assolutamente, è un ottimo esercizio di genere. Disponibile su Rakuten TV, CHILI, Google Play, Apple Itunes, Amazon Prime Video.

It Follows

L’horror esplicito di David Robert Mitchell che probabilmente ha raccolto il maggior numero di fan nel corsod degli anni, diventando giustamente oggetto di culto. la protagonista Maika Monroe è ormai una delle Scream Queens dei nostri tempi. Tutto nasce con It Follows, che sviluppa un’idea fortissima e là come metterla in scena al meglio. Le sequenze di caccia alla protagonista sono davvero magnifiche, cariche di un’angoscia che non si trova più nel cinema horror contemporaneo, almeno a questi livelli. La scena con l’anziana signora che si avvicina sempre più alla protagonista è davvero un capolavoro di genere. Aspettiamo il sequel con malcelata trepidazione. Disponibile su Rakuten TV.

The Witch

Questo è senza dubbio il nostro horror preferito tra quelli citati nella cinquina. Robert Eggers dirige The Witch sfruttando magnificamente non soltanto l’ambientazione naturale, ma anche il cinema nella sua interezza. Dalla fotografia al montaggio, dalle interpretazioni alla fotografia, tutti partecipa alla creazione di un universo familiare terrificante e preciso. Anya Taylor-Joy come protagonista emergente è magnifica, fragile e terrificante. Le sequenze che adoperano il non visto come fonte di incertezza e quindi terrore sono magnifiche. Il finale rimane apertissimo all'interpretazione dello spettatore, il che rende The Witch ancor più potente. Un horror piccolo che davvero sfiora la perfezione. Disponibile su Rakuten TV, Google Play, Apple Itunes, Amazon Prime Video.



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Fuori campo: CNA Roma - Cinema e audiovisivo e SIAE insieme per progetti cinematografici under 35

Al via oggi la call rivolta ai giovani autori under 35 residenti in Italia. La call è il primo step del progetto Fuori Campo promosso dalla CNA di Roma - Cinema e Audiovisivo in collaborazione con SIAE - Società Italiana degli Autori ed Editori e con il supporto tecnico di Cuntura.

Fuori Campo è un programma di incubazione di progetti cinematografici, il cui obiettivo principale è far incontrare giovani autori e produttori italiani accompagnandoli nell’elaborazione di progetti originali e nella realizzazione di un teaser.

Non un semplice percorso formativo, ma un laboratorio intensivo, un matching mirato, un periodo di mentoring e tutoraggio che favorisca la nascita di nuove alleanze professionali tra chi scrive e chi produce, due mondi che raramente trovano spazi strutturati di dialogo.

Il percorso si concluderà con la realizzazione di n.1 teaser, rubamatic o simili, che sarà presentato in un evento pubblico nel mese di marzo del 2026 ai principali broadcaster italiani e internazionali. Sarà un’occasione concreta di visibilità e networking professionale per tutti i team coinvolti.

“In un periodo storico come quello che stiamo attraversando – sostiene Marco Luca Cattaneo, Presidente CNA Cinema e Audiovisivo Roma - è fondamentale attivare progetti di questo tipo per dare la possibilità a giovani meritevoli che spesso faticano a trovare occasioni di ascolto, non solo di lavorare con i migliori professionisti del settore per sviluppare i loro progetti ma anche di avere la concreta possibilità di entrare nel mercato del cinema e dell’audiovisivo facendo conoscere il loro talento e le loro capacità ai principali stakeholder del settore”

“Il settore del cinema e dell’audiovisivo è per CNA Roma un ambito strategico – secondo Giordano Rapaccioni, Segretario CNA Roma- non solo per il suo valore culturale ed economico, ma anche per la sua capacità di dialogare con tutte le altre anime della nostra associazione. È un settore che unisce competenze creative e imprenditoriali, che crea occupazione qualificata e che favorisce la nascita di nuove imprese, soprattutto da parte dei giovani. Sostenere progetti come Fuori Campo, con partner rilevanti come SIAE, significa rafforzare il ruolo della CNA di Roma come luogo in cui le idee prendono forma e diventano impresa.”

“SIAE sostiene Fuori Campo – afferma Salvatore Nastasi, Presidente della SIAE - perché offre ai giovani autori un’opportunità concreta: uno spazio strutturato in cui far incontrare chi scrive e chi produce, creando le condizioni per nuove collaborazioni. Accompagnare i talenti emergenti nello sviluppo dei loro progetti significa non solo tutelarne la creatività, ma anche aiutarli ad accedere al mercato, offrendo visibilità e strumenti reali per trasformare le idee in percorsi professionali. Questa iniziativa è in piena sintonia con la missione di SIAE: promuovere e proteggere il lavoro creativo, sostenere i giovani autori e favorire la nascita di nuove storie, nuove visioni e nuove alleanze culturali.”

Sarà possibile presentare le proprie candidature da oggi venerdì 25 luglio fino alle ore 12.00 di lunedì 22 settembre.

Il progetto Fuori Campo sarà presentato lunedì 1 settembre alle ore 17.00 presso l’Italian Pavilion nella sala Tropicana 2 dell’Hotel Excelsior durante la Mostra Internazionale del Cinema di Venezia.;

Tutte le informazioni, moduli e procedure per la candidatura potranno essere consultati e scaricati al seguente indirizzo: https://ift.tt/WI6VdqG



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Cinque grandi film che compiono quarant'anni: ecco dove vederli in streaming

Celebriamo oggi quei film in streaming che compiono quarant'anni. Invece dei più famosi o celebrati dai premi che contano, ci siamo lasciati trasportare dal cuore - oltre che dallo spirito critico - abbiamo scelto i lungometraggi usciti nel 1985 che per motivi diversi posseggono un posto speciale nella nostra mente, e soprattutto nel cuore. L'ordine è alfabetico, non di preferenza. Buona lettura.

Cinque grandi film in streaming che compiono quarant’anni  

  • Brazil
  • Il cavaliere pallido
  • Il colore viola
  • Fandango
  • La messa è finita

Brazil 

Il capolavoro visionario e romantico diretto da Terry Gilliam possiede una storia produttiva complessa e disastrosa, che lo rende ancor più affascinante. Brazil viene interpretato da un Jonathan Pryce in stato di grazia, da un Robert De Niro adrenalinico a supporto che fa la differenza. Visivamente si tratta di un prodigio, poggiato su una sceneggiatura variegata e potente - co sceneggiata tra gli altri da Tom Stoppard. Un film epocale e fantasioso, che si ispira a George Orwell e ne interpreta la filosofia distopica e pessimista. Con un finale tragico e indimenticabile. Da vedere per soffrirne. Nomination all’Oscar per la miglior sceneggiatura originale e per le scenografie magniloquenti. Se Gilliam fosse rimasto sempre su questi binari narrativi…Disponibile su Amazon Prime Video.

Il cavaliere pallido

Uno dei grandi western diretti da Clint Eastwood partecipa come film d’apertura al Festival di Cannes, momento fondamentale per il genere ma anche per Eastwood finalmente riconosciuto come attore a tutto tondo. E con pieno  merito, perché Il cavaliere pallido possiede una messa in scena cadenzata e autunnale che esprime al meglio la situazione morale dei personaggi. L’inizio è straordinario, lo showdown finale un qualcosa di cinematicamente potente. Al successo di critica si aggiunge quello di pubblico, per un film di Eastwood meno celebrato di altri ma assolutamente straordinario. Grande cinema di genere che diventa visione personale e perfettamente esplicata. Disponibile su CHILI, Google Play, Apple itunes, TIMVision, Amazon Prime Video.

Il colore viola

Steven Spielberg dirige un adattamento cinematografico del capolavoro letterario di Alice Walker e ne fa un film che commuove come pochi altri nella storia del cinema. Il colore viola viene retto completamente in piedi da una Whoopi Goldberg che all’esordio si rivela semplicemente portentosa: la sequenza della maledizione contro il marito Danny Glover è uno dei momenti di cinema emozionalmente più potenti mai realizzati. Il colore viola possiede tante di quelle scene di culto da non poterle ricordare tutte. Il finale ti strappa il cuore, e a livello estetico il film è tra i migliori di un cineasta tra i migliori di sempre Nessun Oscar nonostante le undici candidature, tra cui manca clamorosamente quella per la miglior regia. Ma davvero scherziamo? Nel cast anche Oprah Winfrey. Disponibile su CHILI, Google Play, Apple itunes, Amazon Prime Video, NOW.

Fandango

Kevin Reynolds dirige uno dei road-movie più ispirati ed emozionanti di sempre, quello di un gruppo di giovani in fuga da tutto: dalla guerra del Vietnam, dalle responsabilità della vita adulta, addirittura dall’amore di una vita. Inizio scatenato con Elton John, un paio di sequenze di poesia cinematografica libera e ispirata, un finale che davvero ti apre il cuore ai sentimenti. Un Kevin Costner elegante e carismatico guida Fandango dentro i labirinti dell’America e del cuore. Suzy Amis nel finale ti fa innamorare, come del resto il film in toto. Una perla preziosa dentro un decennio di cinema che ne ha create molte e molto preziose. Titolo di culto. Disponibile su Google Play, Apple Itunes..

La messa è finita

Questo è a nostro avviso uno dei migliori film della storia del cinema italiano. Sul serio. Il modo in cui Nanni Moretti mette in scena lo sparsamente esistenziale in cui il suo Don Giulio si trova è qualcosa di straziante, perentorio. La messa è finita e possiede una coerenza tra forma e contenuto impressionante. La scena del litigio per il parcheggio è psicologicamente evidentissima, e racconta alla perfezione la ferocia della Roma degli anni ‘80. Siamo di fronte a un capolavoro “nascosto” che in pochissimi citano quando si parla di Moretti, ma è a mani basse il suo film migliore, più asciutto e compiuto. Con una dichiarazione finale di sconfitta umana che è tra i momenti più forti e belli mai realizzati. Quasi insostenibile. Disponibile su Google Play, Apple itunes, Amazon Prime Video.



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domenica 27 luglio 2025

Cinque grandi film in streaming che compiono quarant'anni

Celebriamo oggi quei film in streaming che compiono quarant'anni. Invece dei più famosi o celebrati dai premi che contano, ci siamo lasciati trasportare dal cuore - oltre che dallo spirito critico - abbiamo scelto i lungometraggi usciti nel 1985 che per motivi diversi posseggono un posto speciale nella nostra mente, e soprattutto nel cuore. L'ordine è alfabetico, non di preferenza. Buona lettura.

Cinque grandi film in streaming che compiono quarant’anni  

  • Brazil
  • Il cavaliere pallido
  • Il colore viola
  • Fandango
  • La messa è finita

Brazil 

Il capolavoro visionario e romantico diretto da Terry Gilliam possiede una storia produttiva complessa e disastrosa, che lo rende ancor più affascinante. Brazil viene interpretato da un Jonathan Pryce in stato di grazia, da un Robert De Niro adrenalinico a supporto che fa la differenza. Visivamente si tratta di un prodigio, poggiato su una sceneggiatura variegata e potente - co sceneggiata tra gli altri da Tom Stoppard. Un film epocale e fantasioso, che si ispira a George Orwell e ne interpreta la filosofia distopica e pessimista. Con un finale tragico e indimenticabile. Da vedere per soffrirne. Nomination all’Oscar per la miglior sceneggiatura originale e per le scenografie magniloquenti. Se Gilliam fosse rimasto sempre su questi binari narrativi…Disponibile su Amazon Prime Video.

Il cavaliere pallido

Uno dei grandi western diretti da Clint Eastwood partecipa come film d’apertura al Festival di Cannes, momento fondamentale per il genere ma anche per Eastwood finalmente riconosciuto come attore a tutto tondo. E con pieno  merito, perché Il cavaliere pallido possiede una messa in scena cadenzata e autunnale che esprime al meglio la situazione morale dei personaggi. L’inizio è straordinario, lo showdown finale un qualcosa di cinematicamente potente. Al successo di critica si aggiunge quello di pubblico, per un film di Eastwood meno celebrato di altri ma assolutamente straordinario. Grande cinema di genere che diventa visione personale e perfettamente esplicata. Disponibile su CHILI, Google Play, Apple itunes, TIMVision, Amazon Prime Video.

Il colore viola

Steven Spielberg dirige un adattamento cinematografico del capolavoro letterario di Alice Walker e ne fa un film che commuove come pochi altri nella storia del cinema. Il colore viola viene retto completamente in piedi da una Whoopi Goldberg che all’esordio si rivela semplicemente portentosa: la sequenza della maledizione contro il marito Danny Glover è uno dei momenti di cinema emozionalmente più potenti mai realizzati. Il colore viola possiede tante di quelle scene di culto da non poterle ricordare tutte. Il finale ti strappa il cuore, e a livello estetico il film è tra i migliori di un cineasta tra i migliori di sempre Nessun Oscar nonostante le undici candidature, tra cui manca clamorosamente quella per la miglior regia. Ma davvero scherziamo? Nel cast anche Oprah Winfrey. Disponibile su CHILI, Google Play, Apple itunes, Amazon Prime Video, NOW.

Fandango

Kevin Reynolds dirige uno dei road-movie più ispirati ed emozionanti di sempre, quello di un gruppo di giovani in fuga da tutto: dalla guerra del Vietnam, dalle responsabilità della vita adulta, addirittura dall’amore di una vita. Inizio scatenato con Elton John, un paio di sequenze di poesia cinematografica libera e ispirata, un finale che davvero ti apre il cuore ai sentimenti. Un Kevin Costner elegante e carismatico guida Fandango dentro i labirinti dell’America e del cuore. Suzy Amis nel finale ti fa innamorare, come del resto il film in toto. Una perla preziosa dentro un decennio di cinema che ne ha create molte e molto preziose. Titolo di culto. Disponibile su Google Play, Apple Itunes..

La messa è finita

Questo è a nostro avviso uno dei migliori film della storia del cinema italiano. Sul serio. Il modo in cui Nanni Moretti mette in scena lo sparsamente esistenziale in cui il suo Don Giulio si trova è qualcosa di straziante, perentorio. La messa è finita e possiede una coerenza tra forma e contenuto impressionante. La scena del litigio per il parcheggio è psicologicamente evidentissima, e racconta alla perfezione la ferocia della Roma degli anni ‘80. Siamo di fronte a un capolavoro “nascosto” che in pochissimi citano quando si parla di Moretti, ma è a mani basse il suo film migliore, più asciutto e compiuto. Con una dichiarazione finale di sconfitta umana che è tra i momenti più forti e belli mai realizzati. Quasi insostenibile. Disponibile su Google Play, Apple itunes, Amazon Prime Video.



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Kevin Feige risponde alle critiche sui cameo apparentemente abbandonati dell'MCU

Diversi sono i personaggi inseriti tramite cameo nei film Marvel e poi finiti nel dimenticatoio: cosa avrà da dire Kevin Feige a riguardo?

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Superman e la spiegazione del messaggio di Jor-El: cosa significa per l'universo DC

Superman ha spiazzato il pubblico con un passaggio molto delicato che riguarda Kal-El e le sue origini. Nel corso del film, il primo del DCU diretto da James Gunn, si scopre che i genitori di Kal-El hanno sempre sperato che il loro bambino conquistasse la Terra diventandone il leader e sovrano, trasformandola in una nuova sorta di Krypton. Un messaggio sconvolgente e di cui Kal-El non era assolutamente a conoscenza, emerso soltanto dopo l’intervento meschino di Lex Luthor. Ora è proprio James Gunn ad affrontare la questione, svelando se quel messaggio è realmente autentico e quale impatto potrà avere su Kal-El.

Superman e la spiegazione del messaggio di Jor-El: cosa significa per l'universo DC

Da quando è arrivato sulla Terra, Clark Kent ha avuto accesso soltanto ad una parte del messaggio arrivato con lui a bordo della navicella. Un messaggio innocente, in cui i suoi genitori biologici Jor-El e Lara hanno condiviso le loro speranze per un futuro migliore. La seconda parte del messaggio, però, ha evidenziato quali fossero le loro reali intenzioni. Superman l’ha scoperto nel peggiore dei modi, insieme a tutto il resto del mondo per colpa di Lex Luthor. Decifrata, la seconda parte del messaggio riguardava la conquista della Terra e la supremazia di Kal-El, nella speranza di fondare una nuova Krypton. Convinto di essere stato inviato sulla Terra per fare del bene, Kal-El ha dovuto metabolizzare quella scoperta e affrontare una piccola crisi esistenziale. In molti, però, non sono ancora convinti del fatto che quel messaggio sia effettivamente autentico. Alcuni fan credono che Lex Luthor abbia alterato il messaggio, forse con l’aiuto di Engineer, ma è davvero così? Anche James Gunn ha affrontato la questione. Ospite del podcast Happy Sad Confused, ha risposto: “Come si fa a pensare non pensare che non sia reale?”. A detta del regista, anche il pubblico alle proiezioni di prova ha messo in dubbio la legittimità di quel messaggio, suggerendo una possibile manipolazione con l’intelligenza artificiale:

Nel film Mr Terrific dice: ‘Conosco quei ragazzi dell’informatica forense. Non c’è modo di alterarlo’. Quello è Mr Terrific. Intelligente come Lex Luthor. Poi il mio Segretario alla Difesa dice: 'Penso che qualsiasi cosa tu pensi di Luthor, ma è reale'. E poi il punto cruciale è che Gurkos e Lex camminano insieme, giusto? E sapete, Gurkos dice: 'Ah, hai falsificato il messaggio. Fantastico'. E Lex risponde: 'Non è un falso. Sai, non è un falso. È reale. E chi avrebbe mai pensato che sarebbero stati i suoi genitori a farlo cadere?'

In ogni caso secondo James Gunn questa rivelazione non avrà necessariamente un impatto significativo sul franchise del DCU: “Onestamente credo che in questa storia la affronti piuttosto bene. Superman parla di un uomo che fa cose che pensa per ragioni esterne a sé e arriva a comprendere attraverso l’amore di una figura genitoriale, suo padre e sua madre, che non sta facendo cose per qualcuno al di fuori di sé. Le fa perché è ciò in cui crede. Non è una forza esterna a dirgli cosa fare o cosa pensare”.



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I Fantastici 4: Gli Inizi, Ebon Moss-Bachrach e l'ansia da motion capture: "Poi mi ha scritto Mark Ruffalo"

Ebon Moss-Bachrach, al momento di unirsi al Marvel Cinematic Universe, ha ricevuto consigli da Mark Ruffalo. Lo storico volto di Hulk, infatti, ha interpretato a sua volta un personaggio interamente generato al computer. Durante una conferenza stampa alla quale la star ha partecipato con i suoi colleghi di I Fantastici Quattro: Gli Inizi (ovvero Vanessa Kirby, Pedro Pascal e Joseph Quinn), l'attore ha affermato che Ruffalo lo ha contattato per tranquillizzarlo riguardo al ruolo di Ben Grimm, alias La Cosa, un personaggio il cui corpo è ricoperto da una sostanza simile alla roccia.

Ho ricevuto un messaggio davvero bello, molto lungo e approfondito da Mark Ruffalo, perché il mio personaggio è realizzato con la tecnica della performance capture, ed ero un po' in ansia al riguardo. "È una cosa che non avevo mai fatto prima e Mark ha subito… non so, in qualche modo ha captato la mia insicurezza al riguardo… ed è stato davvero generoso e ha affrontato l'intera questione insieme a me.

La Cosa era in ansia, Hulk l'ha calmato: il messaggio di Mark Ruffalo a Ebon Moss-Bachrach

Mark Ruffalo, com'è noto, ha interpretato Bruce Banner/Hulk nel MCU a partire sin da The Avengers del 2012. Sebbene il divo sia apparso in forma umana in diversi momenti, per le sequenze d'azione il suo personaggio è stato generato al computer e, da Avengers: Endgame (2019), interamente filmato con la tecnica della performance capture.

Moss-Bachrach aveva già accennato alla sua conversazione con Ruffalo riguardo alla possibilità di interpretare un ruolo in motion capture. A luglio 2024, quando ha partecipato con il resto del cast de I Fantastici 4: Gli Inizi al Comic-Con di San Diego, ha raccontato: "Ho ricevuto un messaggio molto carino da Mark Ruffalo per demistificare il processo di motion capture, una cosa che non avevo mai fatto prima".

Il nuovo film dei Fantastici Quattro è ambientato in un universo alternativo, precisamente su Terra-828, negli anni Sessanta, in un'epoca retrofuturistica. La prima Famiglia è una squadra già affermata di supereroi e dovrà vedersela prima con Silver Surfer (Julia Garner) e poi con il suo capo Galactus (Ralph Ineson), un dio divoratore di pianeti che minaccia di distruggere la Terra. Nel cinecomic, diretto da Matt Shakman, recitano anche Paul Walter Houser, Natahsa Lyonne e Sarah Niles.

La Donna Invisibile, Mr. Fantastic, la Torcia Umana e La Cosa saranno presenti anche in Avengers: Doomsday, in uscita il prossimo anno, come anticipato da Thunderbolts* .



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sabato 26 luglio 2025

Giffoni Film Festival 2025: Tutti i film vincitori della 55esima edizione

Si è chiusa con una cerimonia intensa e allegra la 55esima edizione del Giffoni Film Festival, che ha coinvolto oltre 5mila juror da 30 Paesi, impegnati nella visione e si è dimostrato "il più necessario", per citare proprio le parole usate da François Truffaut, confermando il suo ruolo di laboratorio culturale internazionale e occasione di crescita per bambini e giovani adulti. Le opere premiate hanno toccato corde profonde, affrontando con sguardo autentico e innovativo temi come il passaggio all'età adulta, il rapporto con la natura, le relazioni familiari, la scoperta di sé e il superamento dei pregiudizi. Più di 2500 titoli sono stati vagliati in preselezione dal team di Giffoni, per offrire una selezione che abbraccia stili, culture, sensibilità.

Tutti i vincitori di Giffoni55

Ecco tutti i film che si sono portati a casa l'ambito Gryphon Award di Giffoni o altri importanti riconoscimenti:

Elements +6

Gryphon Award: Super Charlie di Jon Holmberg (Svezia/Danimarca)
Un'avventura scatenata tra fratellanza e superpoteri, distribuito in Italia da Plaion Pictures.

Elements +10

Gryphon Award: Honey di Natasha Arthy (Danimarca)
Una tredicenne alla scoperta del suo talento musicale e delle sue radici familiari.

Generator +13

Gryphon Award: Wolfgang di Javier Ruiz Caldera (Spagna)
Un giovane prodigio della musica che cerca di ricostruire il legame con il padre sconosciuto.

Premio CGS "Percorsi Creativi": Felipe di Federico Schmukler (Argentina/Spagna/Guatemala)

Generator +16

Gryphon Award: Isle Child di Thoma Percy Kim (Corea del Sud/Stati Uniti)
Un racconto intimo e identitario sul rapporto tra adozione, appartenenza e radici culturali.

Premio Terna: Isle Child

Premio CGS "Percorsi Creativi": Christy di Brendan Canty (Irlanda/UK)

Generator +18

Gryphon Award: Kneecap di Rich Peppiatt (Irlanda/UK)
Una travolgente parabola musicale e politica nella Belfast post-conflitto.

Gex Doc

Gryphon Award: Cutting Through Rocks di Sara Khaki, Mohammadreza Eyni (Iran/Paesi Bassi/USA)
Il coraggio di una donna che sfida le regole patriarcali in un villaggio iraniano.

Best Cinematography – Premio in memoria di Gaetano Del Mauro
Promise I’ll Be Fine di Katarina Gramatová (Slovacchia/Repubblica Ceca)

Cortometraggi

Elements +3:
The Goldfish (Il pesciolino rosso) di Gisella Gobbi (Italia)

Elements +6:
Carmen and the Wooden Spoon di Carlos Gómez-Mira Sagrado (Spagna)

Elements +10:
Marta Vuole Giocare di Valeria Gaudieri (Italia)

Parental Experience:
Worms (Vermi) di Domenico Distilo (Italia)

Altri premi

Acea Special Award: No Place Like Home di Valeria Gaudieri

Lete Special Award: Marta vuole giocare di Matteo Quarta

Tommy Hilfiger Award: The Secret Floor di Norbert Lechner

Enel Special Award: Bird of a Different Feather di Manohara (India)

CONAI Special Award: My Penguin Friend di David Schurmann (Brasile/Stati Uniti)
Una storia vera che racconta l’amicizia tra un pescatore e un pinguino salvato da una marea nera.

ECFA Award: Tales from the Magic Garden (Rep. Ceca/Slovacchia/Slovenia)
Magia, famiglia e immaginazione in un racconto animato di grande poesia.

Il passaggio di consegne di Claudio Gubitosi che lascia la direzione

"Abbiamo contato, ma i numeri contano poco. È stata un'esplosione di emozione", ha detto con voce commossa Claudio Gubitosi, fondatore del festival, che quest’anno ha ufficialmente passato il testimone al figlio Jacopo Gubitosi (direttore generale) e a Luca Apolito (direttore artistico). "Mi reputo un uomo felice. Il nostro grande Giffoni è tornato, anzi è rinato. Lasciare la direzione mi fa sentire leggero, sereno. Il mio team ha tutte le competenze per portare avanti questa straordinaria storia italiana", ha dichiarato colui che è stato la mente e lo spirito di questo festival da 55 anni a questa parte. "Abbiamo contato almeno 30mila presenze al giorno, ma la vera forza è stata l'emozione condivisa", ha raccontato Gubitosi, "Vi lascio un input: sacrifici, amore, occhi aperti e poesia. Senza poesia, non si arriva da nessuna parte".

I numeri di Giffoni55

Anche i numeri raccontano l'impatto straordinario di questa edizione del Giffoni Film Festival. Ben 320 ospiti internazionali hanno preso parte all'evento. La partecipazione sui social è stata travolgente: 7 milioni di visualizzazioni su Facebook, 16 milioni su Instagram e un pubblico potenziale di oltre 900 milioni di persone raggiunte globalmente. Tutti numeri che confermano come Giffoni non sia solo un evento, ma un vero e proprio fenomeno culturale e sociale capace di parlare alle nuove generazioni.



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Marateale 2025, Alice Caccamo è la vincitrice di Young Blood: "Questa esperienza è stata un vero dono"

Alice Caccamo è la vincitrice della quarta edizione di Young Blood, primo contest sul mestiere dell'attore interamente dedicato a giovani talenti emergenti, lanciato dalla talent factory DO Cinema e da Alice nella Città e, in partnership con Marateale - Premio Internazionale Basilicata e il Comune di Roma. Distinguendosi "per la sua versatilità, che le che le consente di passare con naturalezza dal registro comico a quello drammatico, mantenendo coerenza e misura.[...] per la presenza empatica che porta in scena, capace di generare connessioni sincere con il pubblico e con il personaggio", Alice Caccamo è stata ritenuta meritevole di vincere la quarta edizione del Premio Young Blood dal valore di 3000 euro: ad assegnarglielo una giuria composta dalla giornalista, moderatrice e critica Chiara Nicoletti, dagli attori Giuseppe Maggio e Mariela Garriga, dalla produttrice Ludovica Damiani e dal casting director Maurilio Mangano. In occasione del Marateale 2025 - Premio Internazionale Basilicata abbiamo incontrato la giovane Alice Caccamo e, alla presenza del direttore artistico Nicola Timpone, dell'organizzatrice Antonella Caramia e dell'ideatore del progetto Daniele Orazi (Do Cinema), abbiamo parlato dell'importanza dell'importanza di Young Blood come spazio per i talenti emergenti e la sua importanza nel panorama cinematografico attuale.

Marateale 2025, Alice Caccamo è la vincitrice della quarta edizione di Young Blood: "Questo progetto è stato un vero regalo"

Alice Caccamo ha un'energia contagiosa e una vitalità che è impossibile non notare. L'abbiamo incontrata all'indomani della vittoria della quarta edizione del contest Young Blood e la sua emozione per questo risultato così importante è palpabile: "Quest'esperienza è stata un grande regalo" ci ha raccontato "è stato un momento di arricchimento, grazie alle masterclass e alla possibilità di creare questo ponte generazionale tra chi ha già esperienza nel cinema e noi giovani, invece, che ci stiamo immergendo in questo mondo, adesso, e questa è stata una grande fortuna, io e i miei compagni la portiamo con noi a casa con un grande piacere e, soprattutto per me, è stato davvero un grande regalo".

Quando è salita sul palco, nel corso di una delle serate della 17esima edizione del Marateale 2025, per ritirare il premio, Alice è stata accompagnata dallo scroscio di entusiasti applausi dei suoi compagni. Un gruppo di 16 talenti emergenti che hanno vissuto insieme questa esperienza e con i quali, ci ha riferito Alice Caccamo, non si è creata una rivalità malsana, ma solo della sana competizione, unita anche a una forte connessione: "Non c'è mai stata una competizione malsana, ma è sempre stata, invece, di grande stimolo, di grande energia. Con molti ci siamo conosciuti qui per la prima volta ed è stato bello capirsi e poter dialogare tra chi vive le stesse frustrazioni o le stesse difficoltà, ansie...Anche lo stare tutti insieme e tenere duro e spingere fino alla fine e provare a risollevare l'energia anche per gli ultimi che non avevano ancora recitato i loro monologhi, quello è sempre inebriante, ti dà la misura di quello che si può fare con queste arti. Ti fa capire tante cose, anche rispetto alle tue capacità, a cosa puoi portare tu con la tua unicità a qesta arte. Ma anche quanto il cinema sia un'arte collettiva, che non si fa da soli".

L'amore di Alice Caccamo per questa arte collettiva è nato da lontano: quando da piccola è tornata a vedere per ben sei volte lo spettacolo Pipino il breve a Catania: "Lì ho capito che volevo fare l'attrice, pur non capendo ancora come tutto funzionasse, è stato magico, una sorta di imprinting". E ha le idee molto chiare sul suo futuro, la vincitrice della quarta edizione di Young Blood: "Sogno di lavorare con Valeria Bruni Tedeschi, Barbara Ronchi e Valeria Golino. Dove mi vedo tra 5 anni? Beh, spero al cinema".

Daniele Orazi, Nicola Timpone e Antonella Caramia sull'importanza della partnership tra Young Blood e Marateale: "Questo è un luogo magico che permette di creare connessioni"

In un cinema che guarda sempre di più al digitale, il Marateale - Premio Internazionel Basilicata può essere un luogo che permette di creare connessioni autentiche e affrontare le sfide del cinema di oggi. Ne sono convinti Nicola Timpone e Antonella Caramia, direttore artistico e organizzatrice del Festival di Maratea: "Maratea e il Marateale sono luoghi magici, nei quali ti senti a casa e crei una comunità. Qui le barriere generazionali vengono abbattute e, quindi, è così che affrontiamo le sfide del digitale, creando connessioni umane, con l'energia che li caratterizza. Un'energia e una magia che speriamo di poter portare anche all'estero. Il cinema è emozione e il digitale deve essere un supporto, ma non sostituirlo".

E anche il constest Young Blood può essere funzionale in tal senso, viste le connessioni che si sono create tra i 16 talenti che hanno partecipato alle doppie selezioni per arrivare a Maratea: "Questo progetto è una cosa unica nel suo genere" ha ribadito Daniele Orazi, che insieme alla partnership con Fabia Bettini e Gianluca Giannelli di Alice nella Città ha ideato il contest "non ne esistono altri esempi in Italia, ma neppure nel mondo e i ragazzi hanno la possibilità di vedere come lavorano i loro colleghi, loro coetanei, con formazioni diverse e da diverse provenienze".

Non sono mancate neppure le sfide, nel corso di queste quattro edizioni, ha sottolineato Orazi, perché ci sono situazioni logistiche da tenere in considerazione, "come spostare un gruppo di 16 ragazzi da un luogo all'altro". "Young Blood è un progetto impegnativo, ma anche grazie alla partnership con Marateale abbiamo avuto un valore che in altri luoghi non avremmo avuto" ha sottolineato Orazi "ma anche grazie al lavoro di squadra, con un team che è ormai ben collaudato e con grande passione stiamo riuscendo a realizzarlo. Si crea un network importantissimo per i giovani che si stanno approcciando a questo lavoro. Ma anche tra altri addetti ai lavori, che a Maratea creano sinergia e connessioni importanti".

"Qui a Maratea" ha proseguito Antonella Caramia "puoi trovare attori, registi, dirigenti di piattaforme, ma tutti riuniti insieme, magari li incontri in piscina o davanti a un caffé. Mentre in altri posti, servirebbero mesi per organizzare un incontro o anche solo per prendere appuntamento. Questa è la vera forza del Marateale".



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Fabio Massimo Capogrosso: da Marco Bellocchio a Primavera, la storia di un compositore che nel cinema ha trovato la libertà

La prima volta che, nel 2019, siamo approdati sull'Isola di San Pietro per seguire Creuza de Mà - Musica per Cinema, ci siamo immediatamente resi conto che il Festival organizzato da Gianfranco Cabiddu era diverso da tutti gli altri, perché si arrivava con un articolo da scrivere o un progetto da sottoporre all'attenzione di un pubblico di studenti, giornalisti o compositori e si ripartiva con nuove idee da sviluppare, promesse di future collaborazioni, istanze di cambiamento e un forte senso di appartenenza a una comunità artistica aperta e in continuo divenire.

Seduti ai tavolini dello storico bar accanto al Teatro Cavallera, abbiamo chiacchierato con Pivio della colonna sonora del primo Diabolik, mentre nel giardino dell'Hotel Hieracon abbiamo parlato con Pasquale Catalano delle musiche de Le conseguenze dell'amore e di Mine Vaganti. Sulla terrazza dell'Hotel Riviera, invece, Giuseppe Tornatore ci ha raccontato di Ennio e Mauro Pagani della PFM e di De Andrè, e se lo scorso anno Max Viale dei Gatto Ciliegia contro il grande freddo ci ha trasportato nel mondo di Susanna Nicchiarelli, in questa edizione di Creuza de Mà abbiamo avuto il piacere e il privilegio di conversare con Fabio Massimo Capogrosso, autore delle musiche de Il Vangelo Secondo Maria di Paolo Zucca, che quest'anno fa parte della programmazione del Festival. È da un po’ di tempo che seguiamo con interesse il lavoro di autore di colonne sonore di Capogrosso, che è cominciato con Esterno Notte di Marco Bellocchio.

Primo compositore in residenza della storia della Filarmonica Toscanini per la stagione 2019/2020, Fabio Massimo Capogrosso ha vinto premi e partecipato a importanti festival musicali, ed è sua la colonna sonora del primo film del regista di opere liriche Damiano Michieletto, che ha voluto raccontare la vita di Antonio Vivaldi in Primavera, affidando il ruolo del protagonista a Michele Riondino. La nostra intervista a Fabio è partita proprio da questo titolo in concorso al Festival di Toronto, più precisamente dal suo amore per il Prete Rosso: "Vivaldi mi appassiona in modo particolare, così come Stravinskij, o forse sarebbe più giusto dire che tutto quello che va da Monteverdi alla musica contemporanea è per me un punto di riferimento. Vivaldi è un autore che ho amato moltissimo fin da bambino. Ricordo le prime raccolte di CD che davano in regalo con Il Corriere della sera: c'era un disco che ascoltavo in continuazione e credo di averlo consumato. Poi, studiando, ho imparato ad apprezzare la genialità di Vivaldi, che è stato un grande innovatore e sperimentatore. Ha rivoluzionato anche la tecnica violinistica, e se pensiamo che Bach ha trascritto praticamente tutta l'opera di Vivaldi, riusciamo a farci un'idea della grandezza di questo musicista. Il mio lavoro per questo film è stato impegnativo, perché in Primavera c'è anche la musica di Vivaldi. D'accordo con il regista, ho cercato di comporre una musica che esprimesse i pensieri dei vari personaggi, e comunque l'uso di certe articolazioni, di determinati mordenti, di colpi d'arco tipici del barocco sono presenti anche nella colonna sonora originale, che però ha sonorità elettroniche".

Con Damiano Michieletto avete lavorato sulla sceneggiatura?

Sì. Abbiamo lavorato inizialmente sulla sceneggiatura e poi sui primi premontati, proprio come piace a me. Non amo lavorare su film già pronti. Mi appassiona scrivere sulla sceneggiatura perché mi rendo conto che, non essendo il mio lavoro vincolato alle immagini, il livello musicale è più alto. Abbiamo lavorato anche con un grande montatore, che è Walter Fasano. Walter ha una sensibilità musicale incredibile. Sia lui che Damiano mi hanno lasciato assolutamente libero di esprimermi. Lo stesso Damiano mi ha detto: "Fabio, non guardare il girato, scrivi". Sono contentissimo dell'opportunità che mi hanno dato di lavorare con dei musicisti importanti. Tra l'altro abbiamo avuto la fortuna di registrare nel teatro La Fenice con l'orchestra e il coro de La Fenice, diretti da un grande direttore a cui sono molto legato, e cioè Carlo Boccadoro. Ci sono delle parti di violino solo eseguite da David Romano, che è il primo violino del Sestetto Stradivari dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia.

Passiamo al tuo debutto nel cinema. Componendo le musiche di Esterno Notte, ti sei subito lanciato in un'impresa tutt'altro che semplice…

Se penso che il mio esordio cinematografico è stato per un film di Marco Bellocchio, mi commuovo ancora. Anche in quel caso sono stato lasciato molto libero di esprimermi. Ho letto la sceneggiatura, ho cominciato a scrivere le prime cose. Tutti i temi che ho buttato giù leggendo il copione sono poi rimasti nel film, inoltre ho avuto la fortuna di lavorare con una montatrice che è un genio: Francesca Calvelli. Marco e Francesca per me sono un po’ come dei genitori, anche perché mi hanno dato la possibilità di scoprire il cinema. In ogni modo a me piace lasciare libero il montatore, non sono un compositore che dice: "Questa musica parte dal minuto 1 e arriva al minuto 20". Lavorare su Esterno notte è stato incredibilmente stimolante, e credo non sia un caso il fatto che io abbia cominciato il mio lavoro di compositore di colonne sonore proprio con Marco, perché quasi tutta la mia produzione di "musica assoluta" - come la chiamava Morricone - è ispirata al mondo del sogno, e nel cinema di Marco Bellocchio c'è una forte componente onirica.

Quindi cosa ha significato per te l'incontro con Bellocchio?

L'incontro con Marco mi ha veramente cambiato l'esistenza e anche il modo di pensare alla musica. Per me Marco è un dono che la vita mi ha fatto. Poter lavorare e soprattutto iniziare con lui e con Francesca, che sono veramente una squadra, è forse la cosa più bella che mi sia capitata da un punto di vista professionale. Paradossalmente ho trovato nel cinema più libertà espressiva che non nella musica da concerto, perché il cinema può essere anche irrazionale. Invece, quando scrivi una partitura, cerchi sempre di avere un controllo totale dal punto di vista formale ed estetico. Ho trovato bellissimo anche il lavoro che ho fatto con Gianluca Jodice per Le Déluge - Gli ultimi giorni di Maria Antonietta. Gianluca mi ha spinto a usare l'elettronica. Inizialmente non volevo, poi abbiamo discusso: "Ah, tu non hai il coraggio!" - mi ha detto. Così ho accettato la sfida e lo ringrazio tantissimo, perché adesso è come se il mio cervello avesse scoperto altri milioni di possibilità sonore. Il cinema mi dà insomma l'opportunità di mettermi sempre alla prova.

È vero che hai composto musiche prendendo spunto dai quadri di Salvador Dalì? A guidarti era l'istinto?

A me piace trasporre in musica le sensazioni che provo quando guardo un quadro o leggo un romanzo: è una cosa che mi viene molto naturale e che in un certo senso mi lega anche all'idea del cinema, perché è come lavorare su una sceneggiatura o su delle immagini in movimento. Credo che l'istinto sia la cosa più importante, come anche l'ispirazione. Uno può stare mesi a guardare un pentagramma bianco senza scrivere una nota, oppure può comporre un'intera colonna sonora in 3 ore, come è successo a me per il film di Damiano Michieletto. Scrivere un pezzo complesso, ad esempio per orchestra, ha certamente qualcosa di irrazionale, però poi serve la tecnica. Bisogna conoscere l'orchestra e la forma musicale, ma sono cose che per fortuna un musicista ha interiorizzato. L'altro giorno guardavo un'intervista a Ennio Morricone, che sento sempre di più come una guida. Diceva: "Bisogna allontanare il mestiere e avere la tecnica per poter realizzare le proprie idee", perché puoi essere il compositore più ispirato del mondo, ma se non sai come funziona l'orchestra, è difficile comporre qualcosa. Ci sono degli equilibri, un meccanismo molto complesso di dinamiche, di tessiture, poi chiaramente, studiando e documentandosi ognuno costruisce il proprio colore orchestrale. Io giro con un pentagramma, più spesso mi metto al pianoforte, come faceva il buon vecchio Stravinskij.

Quando hai capito che volevi fare il musicista?

A 9 anni ho iniziato a manifestare il desiderio di suonare il pianoforte, a 13 ho cominciato a rendermi conto che volevo fare solo questo. Poi c'è stato un momento importate a ridosso del mio diploma di pianoforte. Mancavano due anni e già studiavo composizione, e un giorno ho detto: "Mollo lo studio del pianoforte perché voglio fare il compositore, questa sarà la mia vita", quindi ho fatto delle scelte molto complicate ed è stato un periodo molto difficile perché in Italia fare il compositore non è assolutamente facile. È stata dura, però sentivo che non dovevo mollare.

La tua famiglia ti ha sostenuto nel tuo percorso?

I miei genitori mi hanno sempre assecondato, anche perché hanno visto dei risultati. Hanno fatto dei grandi sacrifici per me. C'è stato un episodio molto importante. A un certo punto mi sono trovato ad avere poco lavoro, perché è complicato andare avanti solo con le commissioni di musica contemporanea, e un giorno ho ricevuto una chiamata da una scuola media per delle supplenze di musica. Erano due mesi: ho fatto i primi 2 giorni e poi ho realizzato che, se stavo lì 6 ore la mattina, non avrei avuto la testa per scrivere musica, e quindi il terzo giorno ho chiamato e ho detto: "Scusate, non vengo più", e quindi ho preferito affrontare altri anni complicati piuttosto che accontentarmi di qualcosa che non mi apparteneva. Ho sempre avuto la convinzione che la mia vita fosse la musica. Non posso immaginarmi senza la musica.

Che musica ascolti?

Pink Floyd, Led Zeppelin, Beatles, Rolling Stones, anche il reggae. Quello che invece odio, sia nella musica pop che in certo cinema, è la musica concepita solo per scopi commerciali. C'è una frase di Confucio che mi è rimasta impressa: "Volete sapere se un popolo ha buoni costumi? Ascoltate la sua musica". Se tu la rapporti ai giorni nostri, la dice lunga su quello che stiamo vivendo, perché la musica è, e lo dicevano anche i greci, qualcosa che permea lo spirito. Mi accorgo che adesso ci sono una violenza e una pochezza imbarazzante di pensiero musicale e di testi che mi preoccupano e mi spaventano. Speriamo bene…



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