Negli ultimi anni Tim Burton aveva vissuto un periodo difficile con Hollywood, accettando lavori dei quali poi si è pentito (come il remake di Dumbo), però il successo riscosso da Beetlejuice Beetlejuice rappresenta per lui una piccola svolta: la conferma che il pubblico vuole da lui che rimanga fedele a sé stesso e al suo mondo stralunato. E prende in parola questa sincerità, chiacchierandone con la BBC. Leggi anche La Famiglia Addams: perché Tim Burton ha rifiutato di dirigere la commedia cult con Christopher Lloyd?
Tim Burton evita Internet per non deprimersi, e d'ora in poi girerà solo quello che lo ispira davvero
Beetlejuice Beetlejuice si è rivelato un caso particolare: non c'è stata affatto concordia nell'apprezzarlo, ma una sua sincerità di fondo, nello spirito e nell'impianto generale del progetto, ha conquistato una certa fascia di pubblico. Un evento raro, finalmente un po' grigio (in senso buono), in un mondo della rete spesso diviso tra il bianco e nero netti. Per Tim Burton la sua rimpatriata con Michael Keaton e Winona Ryder ha però un significato simbolico: la Warner Bros. temeva il progetto, aveva persino considerato l'ipotesi di spostare il film in esclusiva streaming, e gli aveva chiesto di non superare assolutamente i 100 milioni di dollari di budget (Burton ha sottolineato che sono rimasti nei 99). Alla fine il secondo atto dei deliri dello "Spiritello Porcello" ha portato a casa nel mondo 435.300.600 dollari (fonte Boxofficemojo), un risultato al di là delle aspettative, per un sequel arrivato a ben 36 anni di distanza dal precedente, a rischio rigetto dai nostalgici degli anni Ottanta, che spesso si pentono di aver sognato revival che puntualmente li deludono. Tim l'ha presa come una conferma: deve evitare i lavori su commissione come il remake di Dumbo o i film che non lo ispirano davvero. Alla BBC dice:
Il viaggio a Hollywood è come quello di Alice nel Paese delle Meraviglie. Vai su, vai giù, perdi la strada. Funziona così. Ora mi rendo conto, forse pure perché sono più vecchio, che mi conviene fare quello che voglio io. E se volete farlo con me, bien. Sennò, non siete obbligati a viaggiare con me.
Tra Beetlejuice Beetlejuice e l'apprezzamento su Netflix per Mercoledì con Jenna Ortega, Burton è in un momento felice, ma confessa all'intervistatore che deve sempre fare i conti col rischio di depressione. In primis deve evitare internet: "Chiunque mi conosca sa che sono un po' tecnofobo. Se guardo internet, mi rendo conto di deprimermi. Mi ha speventato questa cosa, ho cominciato a precipitare in un buco nero. Cerco di evitarla, perché non mi fa stare bene. [...] Io mi deprimo molto velocemente, forse più velocemente di altre persone. Non mi ci vuole molto per scattare e andare in corto circuito." Burton aggiunge che, quando gli succede, cerca serenità guardando le nuvole... o guardando la sua collezione di enormi modelli di dinosauri piazzati in giardino (tra i quali pare ci sia un T-Rex alto sei metri!).
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