Al quarto giorno di attività, la 19ª Festa del Cinema di Roma accoglie Ralph Fiennes e Juliette Binoche, protagonisti di una rilettura dell'Odissea di Omero che si concentra sul ritorno ad Itaca di Ulisse. The Return è firmato dal produttore e regista italiano Uberto Pasolini che da anni vive in Inghilterra ed è una co-produzione internazionale tra Italia, Grecia, Francia e Regno Unito. Il film uscirà nei cinema italiani con 01 Distribution il 30 gennaio 2025.
Il primo pensiero che The Return porta alla mente è legato ai suoi attori principali. Precisamente 29 anni fa, proprio in questo periodo, Fiennes e Binoche recitavano insieme sul set del pluripremiato film, vincitore di 9 Oscar, Il paziente inglese. Ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale, il film raccontava il legame tra un conte ungherese gravemente ferito e un'infermiera canadese che se ne prende cura. In questa rilettura dell'Odissea, in cui tra gli Achei e i Troiani è finita, Ralph Fiennes interpreta Ulisse (o Odisseo com'è chiamato nel film) che interrompe l'assenza da Itaca dopo vent'anni, mentre il ruolo della moglie Penelope, prigioniera dell'attesa del suo ritorno, ha il volto di Juliette Binoche.
The Return: conferenza
"Ci ho messo più tempo io a fare il film che Ulisse a vincere la guerra, dormire con le donne del mediterraneo e tornare a casa" dice, in conferenza stampa nella Sala Petrassi dell'Auditorium Parco della Musica di Roma, un Uberto Pasolini di ottimo umore. Il regista si mostra stupito dal fatto che l'Odissea non sia stata portata al cinema in tempi recenti da "qualcuno più bravo di me", citando come ultimo vero adattamento l'Ulisse del 1954 di Mario Camerini con Kirk Douglas.
Secondo Pasolini "i miti hanno una vita millenaria, perché nei miti ci riconosciamo. Io mi ci riconosco, non come eroe, ma come padre fallito e uomo che si è allontanato dalla sua terra. Non so perché gli autori cinematografici non si siano cimentati con questa sfida. Io l’ho fatto. L'ho fatto per arroganza, perché ce ne vuole molta per mettersi a confronto con Omero. Dante Ferretti [celebre scenografo premio Oscar, ndr] mi disse anni fa che gli unici passi che vale la pena di fare, sono quelli più lunghi della gamba".
"Si parla sempre del lavoro di ricerca degli attori. Si possono leggere libri, si possono leggere studi storici. Certamente hanno un'importanza, ma molto spesso la ricerca è la tua immaginazione", spiega Ralph Fiennes rispondendo alla domanda di una giornalista in pleatea. "Quello che fai è leggere il testo e pensare a cosa significano quelle parole e quali domande ti suscitano. Credo che l'immaginazione emotiva sia fondamentale. Dobbiamo porci le domande. Che significa tornare a casa? Che significa essere esausti fisicamente? Mi sono mai trovato in questa condizione?".
L'attore ha approfondito il testo scritto da Pasolini con Edward Bond e John Collee, e lo ha fatto insieme allo stesso regista e a Binoche. Il lavoro collettivo è servito per trovare una verità nelle motivazioni dei personaggi e capire quello che c’è sotto. "Quando sei sul set la ricerca non è fondamentale, perché devi essere aperto all'imprevisto durante le riprese. Essere preparati significa essere pronti a quegli imprevisti davanti alla macchina da presa".
Juliette Binoche prosegue il discorso sulle ricerche, vista la particolarità del testo originale. "Non ho avuto bisogno di farne molte, il film racconta di archetipi che sono presenti in noi. Il mio personaggio vive nella solitudine, rapita dal senso di abbandono, sono sentimenti che si hanno quando veniamo lasciati", racconta l'attrice parlando di Penelope, "una donna che vuole proteggere suo figlio e resistere ai desideri di potere, un potere che vogliono i Proci. Mi è bastato pensare alla mia vita, ai miei doveri di donna che deve educare da sola i propri figli. Non avevvo mai interpretato una regina, pensavo fosse difficile e invece è stato più immediato di quanto credessi".
In sala è presente anche Claudio Santamaria, il quale nel film ha il ruolo del servo Eumeo. A proposito del suo lavoro, l'attore italiano precisa che si tratti sempre di "indagine interiore quella relativa al nostro mestiere. Il mio personaggio è abbandonato, vive l’abbandono. E com'è sentirsi soli e abbandonati nella speranza di un sogno che un re ha promesso vent’anni prima? Attendere questo sogno, questo ritorno per così tanto e tentare di proteggere lo spirito di quel poco di umanità che è rimasto sull'isola. Su questo ci si interroga da attori. Come diceva Stanislavskij, non è importante capire e ricordare, che sono cose facili. Il difficile è sentire e credere. Per questo la ricerca è sempre interiore".
The Return: la trama del film
Ulisse ritorna a Itaca. Partito per combattere la guerra di Troia vent'anni prima, il re, dopo aver affrontato varie peripezie, è giunto finalmente a casa. In questi due lunghi decenni, il suo regno è cambiato. L'amata Penelope si ritrova intrappolata nel suo palazzo, a causa dell'invasione dell'abitazione dei suoi pretendenti, decisi a farle pressione sulla scelta del nuovo marito, nonché nuovo re. Il figlio Telemaco, lasciato bambino e divenuto ormai un uomo, convinto che suo padre sia morto, è costretto ad affrontare il lutto con la presenza ingombrante dei corteggiatori di Penelope, che lo vedono come un ostacolo tra loro e il trono.
Il tempo ha cambiato anche Ulisse, la guerra ha avuto un forte impatto su di lui e ora non è più il glorioso guerriero che il suo popolo ricorda. Per salvare la sua famiglia e il suo regno, però, il re deve affrontare il proprio passato e trovare la forza per combattere e riprendersi quello che in questi ultimi vent'anni ha trascurato.
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