giovedì 20 maggio 2021

Morrison, al cinema il nuovo film di Federico Zampaglione: "E' come fosse una canzone per me"

Il quarto film, questa volta non un horror, per Federico Zampaglione. “È come fosse una canzone per me”, ha dichiarato l’ex frontman dei Tiromancino nel corso della conferenza stampa di Morrison, finalmente in presenza, che arriva in sala a partire dal 20 maggio, liberamente tratto dal suo romanzo Dove tutto è a metà e distribuito da Vision.

Una storia di vita, amicizia e speranza, che mette a confronto due vite diverse ma legate dalla grande passione per la musica: Lodo, giovane e pieno di grandi sogni da dividere con la sua band, interpretato da Lorenzo Zurzolo (Baby, Sotto il sole di Riccione), e Libero, una ex rockstar in cerca del grande rilancio, interpretato da Giovanni Calcagno (Il primo Natale, Il traditore).

Nel cast anche Carlotta Antonelli (Bangla, Suburra - La serie) e Giglia Marra (Una serata speciale, Squadra antimafia - Palermo oggi), oltre all’amichevole partecipazione di Riccardo De Filippis (Giorni, Romanzo criminale) e la partecipazione di Adamo Dionisi (Suburra, The Shift). Tra le guest star musicali del film anche Ermal Meta e Alessandra Amoroso. Morrison è una produzione Pegasus Entertainment e QMI in collaborazione con Vision Distribution, Sky e Amazon Prime Video, prodotto da Ilaria Dello Iacono e Martha Capello

Dal romanzo al film

“È nato come le canzoni, che arrivano quando meno te l’aspetti”, ha dichiarato Federico Zampaglione. “Per me era finita col libro, ero contento e soddisfatto. Poi, durante le presentazioni ci dicevano che dovevamo farne un film, che veniva voglia di vederli dal vero, Lodo e Libero, un vero mantra. Poi le produttrici hanno comprato i diritti e alimentato questo entusiasmo, fino a che ci hanno convinto. Il tour è andato per le lunghe e il giorno prima iniziare a girare hanno chiuso tutto. Pochi giorni dopo abbiamo iniziato le riprese, in un clima assurdo e un’atmosfera che avrebbe potuto rovinare tutto il film, con il disorientamento di non poter programmare neanche a due giorni. Ma come in guerra con la truppa senti le bombe da tutte le parti e hai voglia di reagire, così abbiamo fatto tutti noi, con voglia di non smettere di essere vivi e di comunicare. Altrimenti saremmo stati chiusi dentro casa, uscendo solo per comprare insalata.”

“Volevo raccontare le persone”, aggiunge il regista, “è una storia che gira intorno alla musica, con i suoi colori, rischi e pericoli e grandi magie, ma sono vicende universali che succedono a tutti, come innamorarsi cadere, rialzarsi, allontanarsi. Sono stato Lodo dentro un furgone con amici e cannette, con grandi sogni che si infrangevano per le poche persone in sala. Capitava fossimo più noi sul palco che le persone fra il pubblico, eravamo ragazzi con sana incoscienza e sognavamo cose strampalate. Poi ho fatto musica per tanti anni con momenti belli e altri meno. Quando sei sotto ai riflettori tutto è amplificato, ma raccontiamo emozioni che appartengono a tutti. Ho vissuto con una band di matti, arrivavano sul set ed era il delirio, non si capiva più niente, proprio l’atmosfera di una band. Ma non li ho voluto troppo calmare, altrimenti perdevano l’energia tipica dei gruppi musicali. È stato un lavoro molto divertente, ci ha riportato indietro nel tempo a momenti formativi. C’è molto di me, anche dal punto di vista sentimentale, dagli amori giovanili alla coppia adulta. A differenza degli horror ho potuto raccontare di più della mia vita.”

La scelta di Lorenzo Zurzolo per il ruolo di Lodo

Così Zampaglione racconta la decisione di scegliere Lorenzo Zurzolo come giovane protagonista. “È un attore particolare, cercavamo il suo sguardo sospeso un po’ sulle nuvole, in cui dentro passano interferenze e fragilità, poi un momento dopo è iper gasato. Quando l’ho visto ho capito che aveva la faccia giusta, ma non sapeva suonare e cantare. Gli ho regalato una chitarra, dicendogli che non doveva lasciarla nell’armadio. Si è messo lì ed è arrivato al punto di aver scritto e suonato una canzone. Volevo evitare il playback, che da musicista odio. Si è messo in gioco e ha creato un brano sulla scia indie, che non richiede una voce stratosferica. Era importante raccontasse quello che aveva dentro, iniziando a ragionare come musicista.”

Dall’horror alla storia di due musicisti

Un cambio radicale, per Zampaglione, che nei primi tre film si era dedicato al genere, molto amato come spettatore. “Il thriller e l’horror creano un’atmosfera, ti interessa solo mettere a disagio lo spettatore, dall’inizio alla fine e con dei picchi di tensione. In un film come Morrison cambia il linguaggio a 360 gradi, ci sono momenti in cui si ride, come con il proprietario di questo locale che è una summa di personaggi conosciuti. Mi fa ridere il suo ‘non posso fare lo scontrino, è finita la carta’, ma ci sono momenti che ti fanno riflettere o commuovere di fronte alla durezza della vita. In questo senso ti porta a cambiare registro più spesso, è stato più difficile, ma l’immaginario è quello che spesso tratto nelle mie canzoni. Un materiale emotivo che ho frequentato nella musica, la considero più un’altra canzone dei Tiromancino che un’esperienza cinematografica come le altre."

Non puoi fare il musicista pensando al successo

"Non ho mai fatto musica spinto dall’idea del successo effimero, non puoi prevederlo. Ho cominciato perché mi piaceva suonare la chitarra, iniziando nei club con il blues. Non puoi rinunciare a una passione vera, non devi pensare a quello che puoi avere dalla musica, ma a quello che puoi dare a te stesso e a chi hai vicino. Il senso non è puntare al primo posto in classifica e fare soldi. Il successo gira nell’aria e può cadere qui o là. Già nel libro mi divertivano molte cose vere che racconto e ho visto con i miei occhi. A me piace sperimentare, la vita mi ha portato a fare un'altra cosa rispetto al genere, mi sono messo in gioco mettendoci il cuore. Non amo chi fa le cose per piacere agli altri, ma amo chi fa le cose che piacciono a lui. Il film parla di questo, di ritrovare se stessi."

Meta e Alessandra Amoroso fanno dei piccoli ruoli. "Lei è l'artista femminile che mi piace di più", ha detto Zampaglione, "è genuina, istintiva, si emoziona quando canta e glielo leggi in faccia. Le ho proposto di mettersi alla prova come attrice, e carinamente ha accettato, ce l’ha messa tutta ed è risultata molto naturale. Hermal Meta è anche lui mio amico, gli dicevo 'ti faccio fare qualche tipo di assassino con 'sta faccia', poi serviva il ruolo di un'eminenza grigia inquietante, Marzio Cecconi, che doveva stare anticipatico a tutti. La cosa difficile è che ci veniva da ridere, il nostro rapporto è basato su battute. Doveva mantenere un piglio severo nel corso della scena, non è stato facile. È bello che amici autorevoli abbiano accettato di partecipare in maniera amichevole, sono un incentivo alla musica. Sono contento che ci sia un po’ di musica nella riapertura delle sale, visto che porta sempre buone vibrazioni."

Il trailer di Morrison



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