Il film tv Aenne Burda - La donna del miracolo economico (2018) con Katharina Wackernagel è un biopic dedicato alla figura reale di Aenne Burda, che fondò la rivista di moda Burda e contribuì in modo fondamentale e simbolico alla rinascita della Germania dopo la II Guerra Mondiale. Vediamo chi fosse e quali siano stati i primati della sua pubblicazione.
Aenne Burda, la vera storia dell'editrice
Nata nel 1909 a Offenburg, Anna Magdalene Lemminger è figlia di un macchinista. Studia in una scuola cattolica, si iscrive a un istituto professionale. A 17 anni comincia a lavorare da impiegata nell'azienda elettrica della sua cittadina (alla quale rimarrà sempre legata, anche con iniziative di beneficenza), ma la sua vita cambia quando si sposa nel 1931 con lo stampatore Franz Burda. L'idea di una rivista dedicata alla moda femminile non potrà mai concretizzarsi durante la II Guerra Mondiale, e infatti sarà avviata solo alla fine degli anni Quaranta. C'è da dire che il trionfo commerciale di Aenne nasce da un dolore personale: scopre infatti nel 1949 che il marito la tradisce con Elfriede Breuer. Non chiede il divorzio (sembra che sia sempre stata scettica sull'emancipazione, preferendo la "resistenza"), piuttosto ottiene che Franz gli giri la proprietà della piccola casa editrice della Breuer, in crisi finanziaria, da lui sostenuta in segreto.
Dedita anima e corpo al lavoro, pare si sia rivelata spietata sia verso le critiche sia con la concorrenza, coltivando nel corso dei decenni pochi hobby: da giovane amava le auto da corsa e i grandi ricevimenti, poi si è dedicata alla pittura a olio.
Si è ritirata dalla sua professione di editore solo a 85 anni, cedendo la casa editrice ai suoi tre figli, in parti eguali. Suo marito, col quale i rapporti si erano raffreddati del tutto da decenni (ma rimanevano quelli commerciali), era morto nel 1986. Aenne è deceduta nel 2005, naturalmente a Offenburg. La sua storia è appunto narrata in Aenne Burda - La donna del miracolo economico.
Burda, la rivista fondata da Aenne Burda
Dopo una prima falsa partenza del progetto legato a una rivista di moda femminile, un Favorit nel 1949, il primo numero di Burda Moden viene dato alle stampe nel 1950. Nonostante una tiratura di 100.000 copie già alla partenza, il magazine non riscuote un vero successo fino al 1952, quando inizia a includere i cosiddetti "cartamodelli", cioè guide per tagliare i pezzi dei tessuti, consentendo la diffusione della moda nella dimensione casalinga. E' una rivoluzione che cresce fino a creare l'attuale Burda Style, pubblicato da 70 anni in diciassette lingue e in oltre cento nazioni. Non è esagerato usare il termine "rivoluzione", perché la distribuzione di Burda nell'URSS e in Cina, rispettivamente nel 1987 e nel 1994, ha avuto un valore simbolico nel sancire la penetrazione dell'Occidente in territori chiusi alle contaminazioni: non è esagerato scrivere che la globalizzazione sia passata anche dalla diffusione mondiale di queste pagine. Non a caso lo sbarco in Cina è stato l'ultimo atto di Aenne prima di ritirarsi, l'ultima impresa.
La rivista Burda è diventata il simbolo di un rilancio d'immagine ed economico per la Germania dopo l'abisso del secondo conflitto mondiale, anche se la figura di Franz Burda è stata ai primi del Duemila molto discussa per le modalità di crescita del suo impero nella stampa: editore di materiale nazista, beneficiò di confische industriali agli ebrei negli anni Trenta.
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