sabato 21 marzo 2020

Tora! Tora! Tora! La storia vera dell'attacco giapponese a Pearl Harbor


Un giorno cruciale per la storia del XX secolo, l'attacco che portò gli USA all'entrata nella Seconda guerra mondiale.

“Un giorno che vivrà segnato dall’infamia”. Così il presidente americano Franklin Delano Roosevelt definì a caldo, in un discorso alla nazione entrato nella storia, l’attacco a sorpresa dell’aviazione e della marina dell’Impero del Giappone, senza dichiarazione di guerra precedente, contro la flotta degli Stati Uniti ancorata nella baia di Pearl Harbor, isole Hawaii.

Tora! Tora! Tora! L’attacco a Pearl Harbor dal punto di vista di entrambe le nazioni 

Per anni l’attacco a Pearl Harbor era stato raccontato con faziosità, con ancora in testa e nel cuore le ragioni della propaganda di una guerra finito ancora da non molti anni. Nel 1967, il veterano di Hollywood Darryl F. Zanuck, che aveva già prodotto otto anni prima Il giorno più lungo, classico sull’altro fronte del conflitto, quello europeo, decise che era giunto il momento di uno spettacolo epico su “quello che davvero era successo il 7 dicembre 1941, con un approccio revisionista”. Tre anni di preparazione e otto mesi di riprese dopo, ecco Tora! Tora! Tora!, un film creato con due differenti produzioni, una di base negli Stati Uniti diretta da Richard Fleischer, e una in Giappone, inizialmente diretta da Akira Kurosawa, che lavorò allo sviluppo e alla pre-produzione per due anni. Due settimane dopo l’inizio delle riprese, però, fu rimpiazzato da Toshio Masuda e Kinji Fukasaku, che diressero la sezione giapponese.

Minoru Genda, l’uomo che più si occupò della pianificazione e della guida dell’attacco a Pearl Harbor fu utilizzato come consulente del film, seppure non accreditato. Fu un vero kolossal, con un budget di 15 miliardi di lire dell’epoca e con ben quattro direttori della fotografia, nominati insieme all’Oscar, una delle cinque candidature che si concretizzarono in una sola statuetta, quella per i migliori effetti speciali. La documentazione del film fu basata su un saggio storico di Gordon Prange, docente dell’Università del Maryland, insieme a testimonianze dei superstiti. Alcune scene vennero poi utilizzate in film successivi che affrontarono gli stessi eventi, come La battaglia di Midway, Countdown dimensione zero e la mini serie Pearl Harbor.

L’idea di non scegliere attori che fossero delle star fu deliberata, per non mettere enfasi altro che sulla storia raccontata. Molti membri del cast avevano combattuto in prima persona nella Seconda guerra mondiale. Il film uscì nei cinema americani il 23 settembre 1970, poco dopo, il 7 novembre, in quelli italiani. Inizialmente fu ritenuto un insuccesso al botteghino americano, anche se con 29,5 milioni di dollari si piazzò al nonno posto fra gli incassi dell’anno. In Giappone fu un grande successo, subito e negli anni seguenti con risultati eccellenti in home video.

Che cosa vuol dire Tora! Tora! Tora!トラ·トラ·トラ

Il titolo rimanda alla parola Tora, un codice giapponese in due sillabe che indica il raggiungimento della completa sorpresa, è un acronimo derivante da totsugeki Raigeki, letteralmente: attacco lampo. Essendo il giapponese una lingua con molti omofoni, è solo una coincidenza che Tora voglia dire anche tigre.

L’attacco a Pearl Harbor, i fatti

Il primo mattino di un gioco limpido e assolato, il 7 dicembre 1941, la 1° flotta aerea giapponese guidata da Mitsuo Fuchida attaccò la flotta della Marina degli Stati Uniti, attraccata nella baia della cittadina di Pearl Harbor, nell’isola di Oahu, a 10 km a est della città di Honolulu, Hawaii. Due attacchi furono portati a termine da velivoli (i celeberrimi caccia zero) imbarcati su sei portaerei, il risultato fu l’affondamento di tre colossi del mare americani, la USS Arizona, la USS Oklahoma e la USS Utah, infliggendo enormi danni a molte altre navi: corazzate, incrociatori e cacciatorpediniere. In totale a colpire furono sei portaerei con 392 caccia, 2 corazzate, 3 incrociatori, tra pesanti e leggeri, 16 cacciatorpediniere, e 27 sommergibili.

Durante l’attacco furono inoltre prese di mira installazioni a terra e aeroporti, con la perdita di 200 aerei e il danneggiamento di altri 160. I morti americani furono oltre 2500. I giapponesi lasciarono sul campo 29 velivoli con i rispettivi equipaggi e cinque piccoli sommergibili, che fallirono l’ulteriore missione prevista di ampliare il raggio di attacco.

L’8 dicembre 1941 il Congresso degli Stati Uniti dichiarò guerra al Giappone, con un solo voto contrario.



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