domenica 19 gennaio 2020

Figli: il monologo I figli ti invecchiano da cui è tratto il film con Paola Cortellesi e Valerio Mastandrea


Scritto da Mattia Torre e contenuto nel libro In mezzo al mare, è diventato la storia di una coppia che il regista ha sceneggiato e diretto fin quando ha potuto.

"I monologhi di Mattia Torre" - ha detto Nicola Maccanico, che con la sua Vision Distribution distribuisce Figli - "hanno il pregio di coniugare un alto potenziale di identificazione con la fantasia”, laddove per fantasia non si intende mai una disconnessione dal reale, ma una capacità di inventare situazioni e personaggi con un forte tasso di estro e originalità ma che potremmo tranquillamente essere anche noi.

Al quotidiano degli italiani, alle nostre abitudini alimentari e culinarie, al nostro "tifare contro" o al dare sempre la colpa a un altro, Mattia Torre ha dedicato pagine grondanti ironia e straordinaria capacità di osservazione, e di ottimismo nonostante tutto. Lo sceneggiatore di Boris e il regista e sceneggiatore de La linea verticale, prematuramente scomparso nel luglio dello scorso anno, ha raccontato la difficoltà dell'essere genitori, in particolare del secondo figlio, nel monologo "I figli ti invecchiano", che poi è l'ispirazione del film con Paola Cortellesi e Valerio Mastandrea che a un certo punto è passato in eredità a Giuseppe Bonito, che ha maneggiato con cura e rispetto il materiale dell'amico. La prima volta che lo abbiamo sentito recitare è stato nella terza puntata di EPCC (E poi c'è Cattelan) a Teatro. In cinque minuti, Valerio Mastandrea ha spiegato, con umiltà e partecipazione, cosa significhi perdere il sonno, la salute e l'entusiasmo per la vita a causa di un inatteso frugoletto che ha l'effetto di una deflagrazione, tanto più in un paese dove le mamme e i papà hanno mediamente 40 anni. Il video del monologo è diventato immediatamente virale e, a vederlo a rivederlo, ci si accorge di quanti passi di rara efficacia contenga.

"I figli ti invecchiano anche perché, quando arrivano al mondo mettono fine, con violenza inaudita, a quella stagione di aperitivi, feste e possibilità che ti sembravano il senso stesso della vita”  - scrive Torre quasi in apertura, facendoci respirare la leggerezza di certe serate da eterni adolescenti di noi gente ormai cresciuta. Più in là si fa tragico cronista dell’Inferno in cui una famiglia può trasformarsi quando dice: “Si litiga per chi deve fare la spesa o pagare il bollo della macchina, ci si catapulta fuori alla prima citofonata della nettezza urbana”. Con umiltà, Mattia Torre riflette inoltre sui sogni borghesi a cui porta un figlio: "Ti sembrava sconcio che una famiglia viaggiasse con la filippina al seguito: non sogni altro. Sei un conservatore, non ti riconosci allo specchio, e va benissimo così". In chiusura, poi, ecco che arriva la nostalgia, nostalgia della "simmetrica precisione dell'astuccio e della catena sporca della bici".

Figli non è una copia conforme o una versione ampliata de "I figli ti invecchiano", ma tanto altro: la storia di una coppia che tenta di resistere, la fotografia di un paese nel quale i nostri genitori si sono goduti il boom economico e non hanno sempre pensato a noi, e nel quale chi non ha conti in sospeso con l'Agenzia delle Entrate può dirsi felice. Figli è la vita di Nicola e di Sara, ma anche dei loro amici, che sono genitori ecologisti o apprensivi, indulgenti o abituati a delegare ogni cosa a una coppia di efficienti filippini.

Il film arriva al cinema il 23 gennaio. Un buon modo per prepararsi alla visione sarebbe rivedere le immagini di Sky con Mastandrea che recita "I figli ti invecchiano" e che qui sotto vi riproponiamo. Chi invece avesse voglia di leggere, oltre a "I figli ci invecchiano", gli altri monologhi di Mattia Torre, può farlo grazie al libro "In mezzo al mare", pubblicato da Mondadori nel maggio del 2019.



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