giovedì 5 dicembre 2019

Midway: l'America che metteva in pericolo la vita per degli ideali raccontata da Emmerich

Il regista tedesco Roland Emmerich racconta la sua grande produzione di guerra che sta piacendo anche agli italiani.

Sono anni in cui in tutto il mondo si ricordano gli anniversari della prima, ma anche della Seconda guerra mondiale. A distanza di decenni una battaglia rimane ancora cruciale per le sorti del conflitto sul Pacifico, quella combattuta alle Midway, tutta con gli aerei da caccia, americani e giapponesi, sempre più perfezionati. Una cruciale risposta al devastante attacco a Pearl Harbour di alcuni mesi prima, che lasciò in ginocchio la Marina americana. Soprattutto l’intelligence si fece valere dopo i disastri precedenti, come mostra il kolossal vecchio stile di Roland Emmerich, che voleva realizzare questo film da vent’anni.

"Sono entusiasta di aver avuto l'opportunità di raccontare questa storia, perché i giovani di oggi non conoscono sempre le vicende di coloro che hanno combattuto per la loro libertà", secondo Emmerich. "Penso che senza la generazione che ha combattuto nella seconda guerra mondiale, il nostro mondo sarebbe molto diverso. È stato un evento drammatico e parecchie persone persero la vita, ma morirono per uno scopo, lottando contro il fascismo. Oggi a volte ce ne dimentichiamo, ma i film possono aiutarci a celebrarle nella memoria. Volevamo onorare quella battaglia e coloro che hanno sacrificato così tanto”.

Midway sta incuriosendo anche il pubblico italiano il film, con un incasso di oltre 700 mila euro, equivalenti a 100 mila spettatori nei primi sette giorni. Una storia che rimane ancora attuale, secondo Emmerich, "Mostra un'America che non era una superpotenza e che era appena uscita dalla Grande depressione. Inizialmente il paese ha cercato di evitare una guerra, ma Pearl Harbor ha cambiato tutto. Erano tempi più semplici, ma era anche un momento in cui dovevi mettere in pericolo la tua vita per degli ideali”.

Una sfida complesso per molti fattori: per la difficoltà di raccogliere i 100 milioni di dollari di budget necessari, alla fine raccolti al di fuori da Hollywood, soprattutto in Cina; ma anche per la grandiosità tecnica. È stata una sfida girare le scene sulla USS Enterprise, la nave più celebre della seconda guerra mondiale, presente in tutte le maggiori battaglie nel Pacifico. La nave ebbe un incredibile destino ma fu demolita negli anni ’50. "La prima idea era quella di girare su una vera portaerei ma ci siamo resi conto che non era possibile per molte ragioni", aggiunge Emmerich, spiegando che la luce non andava bene ed era impossibile evitare l’intromissione dei circostanti elementi moderni. Quindi, la produzione è tornata alla sua idea originale di girare in studio, circondato da pareti blu screen.



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