martedì 3 dicembre 2019

Ivo Romagnoli: “La passione per il cinema, come un tornado, ha travolto la mia vita”

Produttore e attore. Ivo Romagnoli continua a percorrere parallelamente e con grande successo la sua doppia carriera. Reduce dalla recente presentazione al MIA – Mercato Internazionale Audiovisivo, del documentario "Paolo Rossi - A champion is a dreamer who never gives up", prodotto dalla FilmIn'Tuscany che ha immediatamente catalizzato curiosità e interesse da parte degli addetti ai lavori, Romagnoli si racconta a Close-Up.

Come nasce la tua passione per il mondo del cinema?

La mia passione per il cinema nasce come un tornado che ha sconvolto in senso positivo tutta la mia vita. Il mio primo film, anzi la mia prima esperienza davanti a una telecamera di tutta la mia vita, la feci mentre ero al terzo anno di Architettura. Il regista fiorentino Andrea Mugnaini, per caso, mi incontrò e mi mise accanto un actor coach, Massimo Alì, per vedere se ero in grado di recitare come co-protagonista nel suo primo lungometraggio "Non c'è Tempo per gli Eroi". Erano un pochino scettici se avessi potuto reggere un ruolo tale visto che non ero mai stato davanti ad una telecamera prima di quella volta. Avevo l'actor coach fissato per due giorni ma dopo mezza giornata Massimo andò dal regista confermandogli che avrei potuto affrontare la parte. Girammo tutta l'estate ed è stata l'estate più bella di tutta la mia vita. Vedevo che qualcosa dentro di me si stava spostando, muovendo, come se stessi capendo il motivo della mia esistenza. Perché Dio mi ha mandato su questa terra. Poi si è aggiunto un altro fattore che è stato determinante. Il film fu preso ad un festival di cinema indipendente in Puglia e Andrea Mugnaini decide di portarmi con lui alla proiezione. Io avevo un ruolo terribile, ero un tossico all'ultimo livello, alcolizzato, puttaniere e chi più ne ha più ne metta ma con alcuni spunti smaglianti, il personaggio perfetto, pensai, per un pubblico di teenager. Quando arrivai alla proiezione mi resi conto che la sala era sold-out, il che era buono, molto buono, ma che era riempita da persone la cui età media andava intorno agli 80 anni. Vado a pezzi. Tremavo, perchè pensavo che persone di un' altra generazione non avrebbero mai capito e stimato un personaggio come era il mio. Il personaggio di Giulio. Quindi finisce la proiezione ed io esco prima di tutti e vado a fumarmi una sigaretta fuori dal cinema terrorizzato sperando che nessuno mi avrebbe riconosciuto. All'improvviso mi vedo davanti 5 coppie di anziani che vengono verso di me. Un signore era sulle sedie a rotelle, un altro aveva la maschera di ossigeno (per farvi capire che non era il pubblico che avevo sperato di trovare) Cavolo, mi hanno riconosciuto pensai. Mi chiesero: "Scusi ma lei è l'attore del film' giulio?"Io misi le mani avanti rispondendo subito: "Sì ma guardate è stato un errore, scusate è la mia prima esperienza, non lo farò più!”. A quel punto i signori, uno alla volta rispondono: "Macchè scusa, noi ti dobbiamo ringraziare, perchè guardando te per queste due ore io non ho pensato al mio enfisema polmonare, alle mie gambe che mi hanno lasciato tanti anni fa, ecc... ecc...". Quindi immediatamente pensai, e tutte le volte che ci ripenso mi tornano i brividi: "Cavolo, Ivo, se tu hai un modo di migliorare il mondo nel tuo piccolo, è questo qui, regalare emozioni alla gente, perchè anche se non hai studiato MAI per farlo, però si vede che in qualche modo arrivano... E quindi continuai motivato come nessuno ed andai avanti, feci un corso di Teatro a Firenze con Massimo Alì, mentre studiavo ancora architettura. Sì perchè io sono una persona a cui non piace lasciare le cose a mezzo, poi sono andato a studiare recitazione a Los Angeles, Roma, Londra e ho (e lo sto tutt'ora) cercato di migliorare la mia preparazione.

Quando hai capito che quella passione stava per trasformarsi in un vero e proprio lavoro?

Mah io dico la verità.. Mi divertivo così tanto.. Mi sentivo così tanto accettato e coinvolto in quello che facevo che quando ho percepito il primo compenso per un lavoro, non mi è sembrato vero. Perchè mi è sempre sembrato di giocare, di divertirmi così tanto che pensare che qualcuno mi potesse pagare lo trovavo impossibile. Poi una volta finito architettura ho preso il timbro da architetto pure e l ho messo lì in un cassetto, pronto a dedicarmi con tutto me stesso al 1000x100 a quello che amavo fare.. La recitazione, o meglio attraverso la recitazione provare a trasmettere qualcosa alle persone. Tanto è che ho aperto una casa di produzione cinematografica FilmIn' Tuscany insieme a Michela scolari, dove ci impegniamo a scegliere progetti che possano lasciare qualcosa.

Tra i traguardi finora raggiunti, di quali vai maggiormente fiero?

Bella questa domanda, ma ti dico la verità, per me la maggiore gratificazione è quando vedo una persona che ride o piange alle mie performance, sia che siano al circolino ACI sotto casa o sul grande schermo al cinema. Sembra patetica questa risposta ma è così. Quello che faccio io lo faccio e lo farò sempre per gli altri, sia che sia un pubblico di 1-1000-1000000 di persone. E prendo tutto allo stesso modo. Tanto è che quando vado ai provini la mia preparazione è sempre la stessa, sempre con la stessa serietà. Come se andassi a fare un provino con Al Pacino, ma spesso erano cose nettamente più piccole e di minore visibilità.. Attenzione di minore visibilità, non di minore importanza perchè per me è sempre e sempre sarà la stessa cosa.

A questo punto del tuo percorso, a chi senti di dover dire grazie?

Come dico sempre e sempre lo dirò ad Andrea Mugnaini, che decise di puntare tutto su di me. In un film che lui finanziò direttamente, dove se io avessi floppato, avrebbe floppato tutto il film. Ed aprirmi questo meraviglioso mondo che mi ha arricchito così tanto la vita che non ci potevo neanche credere. A mia madre che non mi ha fatto MAI mancare il mangiare o il dormire (cosa che un artista deve guadagnarsi ogni giorno). Ai miei nonni materni che sono il mio più grande amore. Michela Scolari, mia socia di FilmIn' Tuscany. Ma più di chiunque altro a tutte le persone che trovano il tempo per venire a vedere i miei spettacoli o film. Loro sono la mia forza e ripeto vederli ridere o piangere per me è il successo più grande, sia che siano 1-10-1000-1000000. La vita è già tanto dura a volte, quindi vedere che quello che fai colpisce persone è la cosa più bella in assoluto per me. Sì perché mi fanno sentire vivo.

Attualmente a quale progetto ti stai dedicando?

Vorrei tanto che partisse un cortometraggio che scrissi per mio fratello. Vedete, quando mio fratello per le prime volte usciva la sera da adolescente, avevo paura che potesse idolatrare le persone sbagliate, prendendo delle strade che poi sono difficili da cambiare. In questo periodo anche stando a casa guardando la televisione finisci che diventi o un camorrista o uno spacciatore. Insomma fai sempre il tifo per i cattivi, li idealizzi. Quindi io ho bisogno di lasciare dei messaggi alle persone, di farli riflettere.. Quindi credo che con questo progetto possa fare capire qualcosa ai ragazzi. Vorrei tanto che andasse nelle scuole medie dove lo potrei presentare personalmente per fare capire a ragazzi quale è la giusta strada da prendere a quell'età.

Il 2019 è quasi terminato: un bilancio?

Direi che è stato un anno estremamente positivo, la recitazione mi ha fatto crescere come essere umano, prima che come professionista. Io sono una persona che tende ad essere molto positiva per natura. Ma posso fare molto di più e non smetterò mai di provare ed impegnarmi per realizzare quello che voglio.

Quale vorresti fosse il prossimo step della tua carriera?

Io mi preparo tutti i giorni. Almeno due ore al giorno le passo a lavorare su me stesso. Mi sveglio molto presto la mattina di modo che possa fare tutti i miei esercizi prima di cominciare la giornata. Questo per me è importantissimo, mi ricorda che sono, e che cosa devo fare. Perchè io credo che un professionista si veda nella vita che conduce tutti i giorni e non solo quando ha un lavoro da fare, perchè le opportunità possono arrivare all improvviso, ma se tu non sei pronto poi che fai? Li perdi!!! Il famoso treno almeno una volta passa per tutti nella vita, e se non hai il biglietto in tasca lo perdi. Ecco, io cerco di tenere sempre il biglietto in tasca pronto per essere obliterato e per salire su quel treno. Questo è quello che mi impongo io personalmente senza aspettare un nuovo traguardo o sperare in qualcosa di nuovo, ma semplicemente facendomi trovare pronto a tutte le opportunità che nostro signore ci farà incontrare nel nostro cammino.



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